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Juventus Primavera, Audero caldo in vista del derby: "Normale sentirla più di una gara qualunque"

di Claudio Colla
Fonte: TuttoJuve.com

Il 17enne portiere della Juventus Primavera, l'italo-indonesiano Emil Audero, ha così parlato ai microfoni di JTV della stracittadina in programma domenica: "La stracittadina è sempre gara particolare, ma per noi che arriviamo da due prestazioni in cui potevamo fare meglio, in cui è anche girata anche maniera sfortunata, lo è ancora di più. A livello personale la sento, perché è da tempo che sono qui: sono di Torino e tifo Juve, è normale. Anche a livello di gruppo non è una partita come le altre: cercheremo di farlo capire, e di dimostrarlo anche ai ragazzi stranieri in rosa con noi, o che sono qui da poco tempo. Questo è un momento che può segnare la svolta del campionato, soprattutto per la squadra: potrebbe essere un punto di riavvio dopo la piccola discesa recente. Quando ho capito che potevo far parte della Juventus? Sinceramente guardo anno per anno: con l’allenatore dei portieri della Primavera ci siamo dati obiettivi a lungo, ma anche a breve termine (la partita settimanale).  Quando sei piccolo speri sempre di essere riconfermato per l’anno seguente. Poi cresci, arrivano i grandi, la nazionale, e capisci che puoi diventare qualcuno o cercare di essere un buon portiere. Io ho vissuto questo passaggio dai Giovanissimi Regionali ai Giovanissimi Nazionali, ovvero da un campionato un po’ più blando a uno in cui ci sono quegli elementi che ti fanno capire che per te è possibile arrivare in alto. Indossare questa maglia è  un onore. Non capita a tutti di indossarla. Può succedere che, durante la stagione, uno non ci pensi più perché si allena sempre e non ci fa caso, ma poi, riflettendoci, fa effetto averla addosso: la Juve è una squadra che vince ovunque, ed essere nella sua Prmavera non è da poco. E poi crederci non guasta mai: devo onorarla e continuare a farlo nel futuro. Buffon? Ci alleniamo a distanza di 40 metri, è fantastico. Lui è sempre quello che vedevo da piccolo in TV, le cui parate a volte non sapevo neanche spiegarmi. E poi te lo ritrovi lì, che alla sua età ancora pretende sempre il massimo da sé stesso, cerca sempre di migliorarsi e non ci sta mai a perdere. Tourneè in Indonesia? Sicuramente è stata un’emozione forte. Sinceramente ci credevo per quanto riguarda la prima parte del ritiro, perché la Prima Squadra chiama quasi sempre un ragazzo più giovane. La tournèe tuttavia era una cosa molto più grande, e non me l’aspettavo. Sono tornato nel mio paese natale, dove sono nato e ho vissuto il primo anno di vita e ho i parenti per parte di padre. Trovo che i giocatori della Prima Squadra, ragazzi con a volte qualche anno più di te come nei casi di Coman e Pogba, siano persone semplici e normali, che quando vanno in campo si applicano al 100% e dimostrano quello che valgono. Quersto è ciò che più mi ha colpito: vedere come un ragazzo tranquillo fuori diventi, in campo, un professionista assolutamente concentrato e serio. Abbiamo affrontato partite belle toste, sia per la squadra che per me: avversari che ci hanno messo in difficoltà, ma siamo riusciti a cavarcela abbastanza bene. A livello personale ho fatto una buona prima parte fin qui, importante sotto l’aspetto fisico ma soprattutto sotto quello psicologico. Mi sento migliorato a livello di concentrazione, nell’entrare velocemente nella  gara. Le parate più belle? Le due parate contro la Fiorentina in casa loro: una nel primo tempo su colpo di testa arrivato da calcio d’angolo, l’altra nel secondo tempo. Come sono fuori dal campo? Un ragazzo tranquillo. Non ho molto tempo al di fuori del calcio, siamo sempre impegnati qui. Ma il tempo che ho lo spendo con la famiglia rilassandomi, e ogni tanto uscendo".


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