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La “Top 10” dei talenti della Primavera: ci sono anche due granata

di Elena Rossin
Fonte: Gianlucadimarzio.com
Erick Ferigra

Il sito di Guanluca Di Marzio ha stilato la “Top 10” dei ragazzi della Primavera  che sono pronti, come anche altri, a fare il balzo nel calcio dei cosiddetti “grandi”. Ecco chi sono:

Zan Celar (Roma), classe '99 - La prima squadra a mettere gli occhi sull’attaccante era stata la Fiorentina, ma quando si fece avanti la Roma il suo agente Amir Ruznic non ebbe dubbi. Dopo una prima stagione di ambientamento (15 gol in 35 gare), quest’anno sta spaccando tutti: con 26 reti è capocannoniere del campionato (insieme a Millico) e sta trascinando la squadra di De Rossi verso i playoff.

Vincenzo Millico (Torino), classe '00 - Un’infanzia difficile con il padre spesso assente. La mamma e la sorella a proteggerlo fin da piccolo, lui oggi dedica a loro ogni gol che fa: 26 per la precisione (capocannoniere del campionato insieme a Celar). Passato nelle giovanili della Juventus, ha incrociato il destino con Kean: Millico infatti si trasferì da una parte all’altra di Torino quando aveva 14 anni, la stessa estate nella quale Moise fece il percorso opposto. Scambio voluto? No, involontario. E oggi sorridono tutti e due.

Dejan Kulusevski (Atalanta), classe '00 - Il centrocampista svedese è l’ennesimo gioiellino dell’Atalanta. Intuizione del responsabile del settore giovanile Costanzi, che lo soffia all’Arsenal per 100mila euro dopo averlo visto in un torneo in Svezia. La strada per il futuro passa da Bergamo, l’esordio in Serie A il giorno del compleanno della madre con tutta la famiglia davanti alla tv. C'era anche la sorella Sandra, che quando erano piccoli giocava a calcetto insieme a lui: “Ma quando mi saltava la stendevo”.

Manolo Portanova (Juventus), classe ’00 – Figlio dell’ex difensore Daniele, cresciuto a pane e pallone insieme a suo fratello Denis (2001, Torino). Un passato nella Lazio e un presente in bianconero: avrebbe potuto giocare nel Monaco che offriva di più, ma i soldi non sono tutto e lui ha preferito un progetto che lo convincesse. Centrocampista centrale che può giocare anche esterno: attacca e difende, visione di gioco e un piedino (destro) niente male. Cresciuto e coccolato dal suo agente Matteo Materazzi che lo conosce da quando Manolo aveva un anno.

Dusan Vlahovic (Fiorentina), classe ’00 – Altro talento scoperto dall’occhio lungo di Pantaleo Corvino. Arrivato in estate dal Partizan Belgrado per fare il vice Simeone, si è ritrovato in Primavera senza fiatare. Per lui parlano i numeri: 17 gol in 19 partite e più di 100’ in Serie A. 190 cm di talento, è stato il protagonista della vittoria della Coppa Italia Primavera con tre gol tra andata e ritorno nella finale contro il Torino. Grande amico di Milenkovic, cresce con i consigli del Cholito sognando Ibra e Batistuta. Uno che in viola ha lasciato un “discreto” ricordo.

Alessio Riccardi (Roma) classe ’01 – Un mese fa il primo contratto da pro negli uffici di Trigoria. Nasce trequartista, cresce in giallorosso con il mito di Francesco Totti. La famiglia Riccardi è romanista da sempre, lui inizia a giocare nell' A.S.D. Lazio Calcetto per poi passare a quello a undici. La trafila nelle giovanili della Roma con la dieci sulle spalle provando a imitare chi con quel numero è diventato un simbolo. Paragonato a Pjanic per movimenti e tempi di gioco, è uno dei tre 2001 (gli altri Salcedo e Gozzi) che il ct Mancini ha convocato per lo stage a Coverciano.

Elia Petrelli (Juventus) classe ’01 – Filtro bianconero nella sua vita: prima Cesena poi Juventus, dove sta esplodendo definitivamente. 11 gol in 21 presenze in Primavera e il debutto in Serie C con l’Under 23. Al suo fianco un motivatore d’eccezione come Cristano Ronaldo: “Non mi interessa la sua maglietta, preferisco allenarmi vicino a lui”. Petrelli bada al sodo. Maturità. In tanti lo paragonano a Mandzukic ma lui si ispira a Ibrahimovic. E la mamma lo aggiorna con continui messaggi sui risultati delle altre squadre.

Erick Ferigra (Torino), classe ’99 – Se cresci nella Masìa (settore giovanile del Barcellona) vuol dire che hai qualcosa in più degli altri. Se n’è accorto il Torino, che in estate l’ha riscattato dalla Fiorentina dopo un anno di prestito. Ecuadoriano con passaporto spagnolo, gioca – da fuoriquota - nella Primavera ma si allena con la prima squadra. Coppitelli l’ha valorizzato, Mazzarri lo studia e l’ha fatto debuttare in Coppa Italia quest’estate contro il Cosenza. In bacheca già Coppa Italia e Supercoppa Primavera, aspettando l’esordio in Serie A….

Riccardo Ladinetti (Cagliari), classe ’00 – Figlio della Sardegna proprio come Barella, stesso ruolo e stesse caratteristiche. Paragone troppo facile. Lui ci convive serenamente, e dopo un anno in Primavera 2 quest’anno è una delle stelle del Cagliari di Canzi che si sta giocando un posto nei playoff. Due panchine tra i grandi per toccare la possibilità di giocare in Serie A. Il debutto è dietro l’angolo, per Ladinetti è solo questione di tempo.

Eddie Salcedo (Inter), classe ’01 – Non ha problemi a dire quello che pensa: “Vorrei essere riscattato, ma dovrò meritarmelo sul campo”. Il suo cartellino è di proprietà del Genoa che in estate l’ha ceduto in prestito con diritto di riscatto all’Inter. 12 reti in 22 presenze, ai tempi delle giovanili con Pellegri erano i gemelli del gol. Dal rossoblù al (nero)azzurro, Salcedo – insieme a Riccardi e Gozzi - è uno dei tre classe 2001 che Mancini ha convocato per lo stage a Coverciano.