Cairo a TS: "Belotti rimane, se non per 100 milioni. Il Toro riparte dal nucleo attuale. Gasperini? Vi racconto come è andata"

25.04.2018 11:20 di  Claudio Colla   vedi letture
Cairo a TS: "Belotti rimane, se non per 100 milioni. Il Toro riparte dal nucleo attuale. Gasperini? Vi racconto come è andata"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Intervistato da Tuttosport, Urbano Cairo ha parlato della situazione di casa Toro ad ampio raggio: "Al mio arrivo in granata sono stato accolto con grande entusiasmo, come il salvatore della patria: come potrei dimenticarlo? La situazione era critica, ma le difficoltà non mi hanno mai spaventato. Ho costruito la squadra in sei giorni, e siamo tornati in Serie A. Poi sono arrivati due anni nel massimo campionato, la retrocessione, la risalita, la stagione europea con la vittoria di Bilbao, la speranza di acquisire una stabile dimensione continentale. Quest'anno non è andata bene, bisogna essere realisti. Tutti noi che amiamo il Toro ci aspettavamo di più. Però vorrei ricordare gli anni bui, vorrei ricordare che, a un certo punto, per un anno non ho più messo piede allo stadio per non condizionare la squadra, essendo diventato il bersaglio di insulti e contestazioni diventati insostenibili. Sono stato costretto a presentarmi a Torino sotto scorta della Digos.

Belotti? Ha soltanto bisogno che la sfortuna dimentichi il suo indirizzo di casa. Io difendo Belotti perché la sua stagione è stata pesantemente condizionata dagli infortuni. Si è fatto male subito, poi torna dopo un mese e si fa male di nuovo. Gli strascichi degli infortuni non lo hanno lasciato mai in pace. Belotti deve essere capito, aspettato, incoraggiato. La sua posizione contrattuale è chiara: se si presenta un club estero e mette 100 milioni sul tavolo, Belotti lascia il Toro, altrimenti rimane. Io non ho mai vacillato: all’inizio dell’ultimo mercato estivo avevo deciso in partenza di non cederlo. E così ho fatto. Credo di sapere quanta voglia di spaccare il mondo abbia in corpo dopo una stagione così altalenante. Ripartiremo da lui, da Sirigu, N’Koulou, Iago Falqué, Moretti, Ljajic, Edera, Bonifazi, Barreca, Baselli e Rincòn.

Divido l’esperienza di Mihajlovic in tre gironi. Il primo è stato eccellente e ha scatenato un grande entusiasmo; il secondo è andato così così, il terzo molto male. Stimo sinceramente Sinisa che è un uomo vero e un ottimo allenatore. Ma visto come si stavano mettendo le cose, avrei dovuto cambiarlo prima. Mazzarri? Avrei voluto ingaggiarlo diverso tempo prima, ma andò al Watford. Mazzarri è il nostro punto di riferimento e insieme con lui, attorno a lui costruiremo il nuovo Toro. Con sette punti di ritardo sulla settima in classifica, a quattro giornate dalla fine, il sogno europeo è tramontato. Voglio cambiare il Toro in meglio e lo farò con Mazzarri che non partirà a metà stagione, ma comincerà a lavorare con la squadra dal precampionato. Intendo rafforzare la rosa con giudizio e con ragionevolezza. Quando ho preso il Toro in Serie B, ai tifosi ho detto che l’obiettivo sarebbe stato inserirsi stabilmente nella parte sinistra della classifica. Avremmo potuto fare di più, non ne dubito, ma non dimentichiamo chi siamo, che cosa possiamo fare e dove vogliamo arrivare. Chi sottovaluta la mia ambizione commette un errore di valutazione, però, la dimensione di grande squadra si raggiunge passo dopo passo.

Pochissimi allenatori sono capaci di valorizzare al massimo i giovani come fa Gasperini. Volevo portarlo al Toro nel 2015, ma era vincolato al Genoa da un altro anno di contratto. Il 4 giugno di quell’anno Ventura venne da me, e mi disse che non intendeva continuare a guidare la squadra perché si sentiva stanco e terribilmente spremuto dalla quarta stagione consecutiva alla guida della squadra. Lo invitai a soprassedere, ma, nel frattempo, studiai un’alternativa, qualora Ventura non ci ripensasse. E l’alternativa era Gasperini: lui fu subito entusiasta, ma temeva che i nove anni juventini potessero condizionare l’opinione di una parte della tifoseria. Gli dissi che i tifosi lo avrebbero apprezzato subito, ma Preziosi non volle liberarlo. Ventura tornò dalle vacanze e decise di continuare. L’anno dopo, Gasperini passò all’Atalanta".