Gravina: "Non si può ridurre tutto alla mancata qualificazione ai Mondiali. 100 squadre sono troppe"

20.05.2022 11:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Il Corriere dello Sport e Tmw
Gabriele Gravina
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Gabriele Gravina
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ospite del forum "Il Calcio che l'Italia si merita", organizzato dal Corriere dello Sport, ha affrontato diversi argomenti: "Negli ultimi anni il calcio ha lavorato a livello progettuale, poi tutto viene identificato con la mancata qualificazione e secondo me si sbaglia. La politica sportiva non può essere identificata con quello. Ultimamente è di moda l'espressione sostenibilità, molto abusata a mio avviso come espressione di grande contenitore: poi ci sforziamo di dare contenuti e facciamo fatica.

Partiamo da un principio elementare: il mondo del calcio sviluppa le sue progettualità a fronte di scambio di finanza, va sul mercato e pone come proposta commerciale il proprio evento. Questo genera una serie di quesiti sulla ricerca, continua e costante: è il primo elemento a cui vorremmo fare riferimento. Forse, invece che fare riferimento a degli indicatori di economia, si potrebbe fare a qualcosa di diverso, come un indice di benessere. Bisogna abbandonare un'idea faziosa, personalistica del mondo del calcio e cercare soluzioni in una logica sistemica. Più che di riforma dei campionati parlerei di riforma del calcio: oggi posso ringraziare Lorenzo Casini (presidente Lega Serie A, ndr) per una opportunità che abbiamo condiviso con degli stage programmati periodici di giovani, nasce un embrione ed è un passo avanti nel senso del dialogo costante che si sta sviluppando".

Cosa può fare la federazione per migliorare la qualità del gioco?
"Non possiamo incidere sul posizionamento di mercato. Venti imprenditori in A, venti in B e sessanta in Lega Pro hanno una responsabilità di posizionarsi e di ricercare un equilibrio economico-finanziario. Il tema di oggi non è solo aumentare i ricavi, ma di mettere sotto controllo i costi: se il costo del lavoro passa dal 65 al 75 per cento non hai risolto il problema. Possiamo migliorare il prodotto e ci dobbiamo confrontare: qui nasce l'idea di un nuovo progetto. Non so se playoff o playout, sicuramente cento squadre sono troppe e va trovata una dimensione più corretta, ma va fatto a sistema: non può farlo la Serie A da sola o la Serie B da sola e via dicendo. Poi non bisogna dimenticare la legge 91 dell'81: siamo governati da una legge di quarant'anni fa, che impedisce. Lorenzo (Casini, ndr) aveva trovato un'intesa importante per modificare la Melandri ed è stato rinviato".