Mazzarri: “Malissimo il primo tempo poi si è provato anche a vincere, ma siamo arrabbiati per la sconfitta”

19.03.2018 00:43 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Mazzarri: “Malissimo il primo tempo poi si è provato anche a vincere, ma siamo arrabbiati per la sconfitta”
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© foto di Federico Gaetano

L’allenatore del Torino, Walter Mazzarri, in conferenza stampa ha commentato la sconfitta con la Fiorentina. Ecco che cosa ha detto:

Il mister ha esordito scusandosi per il ritardo poiché si era fermato a parlare con i giocatori e con il presidente e per questo ha fatto tardi.

Un’altra partita in scia alle tre precedenti: gioco lasciato in mano agli avversari che segnano di più e di conseguenza vincono. Prestazione sicuramente non soddisfacente, come mai?

“Intanto se lei dice come le altre, le altre le abbiamo analizzate e scomposte. In generale non la penso come lei, anche se è vero che oggi nel primo tempo abbiamo giocato malissimo come a Verona, ma a Roma non era stato così perché ci è mancato solo il gol, quindi cerchiamo anche di ricordarci le prestazioni. Però è vero che le quattro sconfitte fanno dimenticare tutto, non si prende in considerazione nulla e si vede tutto nero. Oggi è giusto vedere tutto nero perché nel primo tempo si è fatto male male, poi, ci siamo rimessi a posto e se lei mi parla della partita si è fatto meno male nel secondo tempo, anzi si stava facendo benino nel palleggio e negli accorgimenti e nel momento in cui stavamo un po’ meglio c’è stato l’infortunio di Acquah (l’errore che ha permesso alla Fiorentina poi di segnare, ndr), ma non ci siamo abbattuti e questa è la nota positiva pur essendo  una partita molto difficile perché la Fiorentina ha messo in difficoltà tutti, compresa una squadra come il Napoli, soprattutto quando ha giocato furori casa. Siamo riusciti a pareggiare su schema meritatamente e poi stavamo provando a vincere la partita. Questa è la mia disamina. E’ chiaro che siamo tutti arrabbiati io per primo. Ho parlato ai giocatori dicendo una serie di cose”.

Rifarebbe la scelta di venire ad allenare il Torino?

“Certo, se le cose difficili sono anche belle da rimettere in piedi e se come penso con il tempo come si è detto perché non sono venuto qui per sei mesi e per arrivare chissà dove quest’anno e su questo mi sembra che tutti siano stati chiari. Io sono subentrato perché c’erano dei problemi altrimenti non si cambia un allenatore in corsa. I problemi si è provato a risolverli subito, ma per ora non ci siamo riusciti. C’erano problemi tecnici e anche psicologici e di questi me ne sto rendendo conto sempre di più. Le sfide e le guerre voglio portarle dalla mia parte in positivo. Ho già parlato ai giocatori perché mi scoccia dopo una sconfitta non poterli vedere subito poiché c’è la sosta per gli impegni delle Nazionali ed è per questo che sono arrivata in sala stampa in ritardo perché già penso a lavorare per la prossima partita. Ho detto che, al di là di come finiremo questo campionato, a me serve valutare tutta la rosa per poi dare a giugno valutazioni precise per far si che la squadra rispecchi un pochino quello che voglio io in generale”.

La squadra sembra impaurita e con difficoltà. Pochi giocatori sono andati a scusarsi con i tifosi e c’è stato qualche gesto non dei giocatori che non è stato apprezzato e Ljaijc dopo aver battuto la punizione che ha permesso a Belotti di segnare ha avuto una reazione abbastanza significativa. Che momento sta vivendo la squadra?

“Quando si perdono quattro partite capitano momenti difficili, ed è successo anche a me anche se magari ero lì da due anni ed era diverso. Ci sono fattori concomitanti e che concorrono a far si che sia tutto negativo come oggi per la prestazione soprattutto nel primo tempo. Quelli bravi sono capaci a far passare i momenti difficili il prima possibile ed è chiaro che se la squadra la conosci meglio sai toccare prima i tasti per uscirne altrimenti ci si mette un po’ di più. Non conosco altre soluzioni che non siano: lavoro, lavoro, lavoro. Serve lavorare ventiquattro ore e guardare tutti gli aspetti, raccogliere i dati per fare tesoro di certe situazioni e poter fare meglio quando si potrà scegliere. Anche i giocatori devono essere stimolati perché la maglia del Torino è importante e pesa e si vede che i ragazzi la sentono poiché non sono sereni quando giocano, ma devono far vedere che meritano la riconferma a giugno. Abbiamo ancora tante partite per fare meglio di così”.

Può fare il punto sugli infortunati?

“Questa domanda mi dà l’opportunità di dire una cosa che è evidente, ma poiché io sono abbastanza esperto e so che qualsiasi cosa dirò ora mi si ritorcerà contro. Ma c’è il bollettino medico e sapete a Baselli che cosa è successo (febbre, ndr), a Rincon (gastrite, ndr) e a De Silvestri (botta durante la partitella di ieri, ndr) e non è facile all’ultimo minuto quando si era preparato tutto cambiare tante cose. E’ anche un momento che non ci va bene niente, ma questo non deve essere un alibi perché potevamo fare meglio punto e basta. Se volete su queste considerazioni chiedete al medico e agli altri, ma io non ne voglio parlare perché so come verrebbero girate questi discorsi”.

Appena arrivato si è visto un Torino progressivamente in ascesa, mentre adesso il trend, al di là dei risultati, è opposto e ieri auspicava altre cose che non si sono viste in campo ...

“Primo tempo malissimo”.

Ecco …

“Se lei ha visto la squadra a parte il cambio tra Baselli e Valdifiori è la stessa che avevo schierato all’inizio con la Roma e avevamo fatto un primo tempo diverso da quello di oggi”.

Partendo dal presupposto che i giocatori non lo facciano apposta e tenendo conto delle difficoltà, ma come mai comunque manca lo spirito e per settanta minuti i giocatori sono sembrati dei fantasmi?

“La squadra era in ascesa prima del derby e poi mi avevate detto, non so se lei o un suo collega, che dopo le sconfitte con la Juventus con tutti gli allenatori c’è stato un periodo di difficoltà e io ho fatto gli scongiuri. E poi è successo davvero perché fino al derby è stato diverso, ma forse sono cose che ci tiriamo dietro, anche se poi ci sono sempre cose differenti da valutare e che non dipendono sempre dalle nostre forze. Credo che la maggior parte dei giocatori abbiano dato quello che potevano, ci sono le giornate storte, gli infortuni, ma abbiamo fatto male. Alcuni possono pensare che non giochiamo bene quando abbiamo la palla, ma quando la Fiorentina fa possesso palla e non la si prende mai è più la fase difensiva che non ha funzionato. Sento dire che di solito io punto sulla fase difensiva, ma tutte le squadre che fanno risultato non ballano ed è quello che abbiamo fatto noi a Roma a parte i primi sette minuti. Ne abbiamo parlato a fine gara perché se le cose sono state preparate in un certo modo bisogna farle così e se tutti le condividono bisogna riuscire a farle. La fase passiva nostra serve per giocare bene quando abbiamo la palla così si ha maggiore coraggio e non si deve correre tanto a vuoto, cosa che è accaduta nel primo tempo. Mentre nel secondo quando ho cambiato dicendo ai giocatori di provare a fare diversamente in modo più semplice palleggiando dentro al campo e lasciandoli andare sull’esterno così noi era più semplice non abbiamo più sofferto dal punto di vista difensivo come nel primo tempo e abbiamo anche iniziato a fare qualche cosa di buono. Su questo si raccolgono i dati e purtroppo in quest’avventura i dati sono più negativi rispetto a quando sono subentrato altrove. Quindi è oggetto di studio, di lavoro, occorre tempo ed è quello che dico sempre e purtroppo  come ho detto sono incavolato e nel primo tempo avrei voluto entrare in campo per interrompere la partita, ma non si può. Poi, infatti, fra il primo e il secondo tempo si sono viste delle differenze. Questa fase purtroppo e così e bisogna lavorare e basta, non so che dire di più”.

Che Torino vedremo alla ripresa?

“Vedremo quando si tornerà ad allenarci e ci saranno molte cose da fare. Non ci voglio pensare adesso perché per digerire questa partita mi ci vorranno un paio di giorni e dovrò analizzare la gara lavorandoci molto. E’ inutile che adesso ne parli lo faremo prima della prossima gara. Dopo aver analizzato bene la partita ne parlerò con i giocatori e in base anche alle risposte che avrò avuto da loro anche sul campo ne parlerò con voi e sarò più preciso”.

Forse gli aspetti psicologici della squadra sono più gravi di quelli che pensava. Cosa si può fare per la fragilità caratteriale?

“Ha detto bene. Chi mi conosce sa che proverò a tentarle tutte. Una squadra è formata da tanti elementi e allora parlo a quattr’occhi con ognuno per capire che cosa prova, parlo in generale con la squadra prima di proporre le cose, dopo avere proposto cose nuove tattiche chiedo se hanno capito. Da questo punto di vista ho veramente la coscienza a posto per lavoro tanto, ma per il momento forse il gruppo a livello di personalità non è uniforme, come dicevo alla vigilia. I gruppi devono essere caratterialmente complementari e ci sono difficoltà a capire questo aspetto, ma non è facile e, infatti ci sto mettendo più tempo del previsto e mi dispiace tanto”.

Cosa ha Cairo a seguito del confronto che avete avuto?

“Ho ritardato su un’ora e per quarantanove minuti ho parlato con la squadra e dieci con il presidente. Lo specifico non per fare una battuta, ma perché c’è tanto da lavorare sulla squadra e poiché poi i giocatori andavano via e la sconfitta brucia ancora di più poiché non posso riprendere subito a lavorare, a capire e a fare con loro come ho sempre fatto da quando sono arrivato”.  

Anche lei si sente “in discussione”?

“Se mi sento in discussione è un ritornello che sento da vent’anni quando si perdono le partite. Un allenatore non sente nulla, ma lavora e queste decisioni non sono mai dell’allenatore. Un allenatore lavora e lavora e non si pone il problema, almeno io non me lo pongo, ma dovete chiederlo a lui. Credo, in base a come ha parlato lunedì scorso, che il mio arrivo sia stato anticipato a stagione in corso perché voleva iniziare con me un lavoro che fosse anche mio per quel che riguarda le scelte su tante cose e mi sembra che sia cosa chiara”.

Lei continua a credere alle possibilità per questa stagione, ma la squadra ci crede ancora?

“Eh (sospira, ndr). Noi allenatori dobbiamo essere anche un po’ maghi e si deve essere maghi per avere sempre le risposte. Ci sono delle cose, credetemi, che non è facile spiegare anche se sono da venti anni che le studio. In settimana si fanno allenamenti importanti e poi succede che ci sono imprevisti e infortuni, ma non lo posso dire anche se vengono a mancare dal sabato alla domenica dei giocatori. Allora che devo dire. Se ricordate ho detto che per me conta la partita successiva e che i calcoli e i bilanci si fanno alla fine. L’allenatore fino a quando c’è la stagione in corso deve ragionare così e poi cerco di vigilare se i ragazzi hanno … e raccolgo dati anche in base a questo e devo capire chi vorrà stare con me a lavorare la prossima stagione. A questo punto speravo di essere più avanti, ma è ancora così”.

Alla ripresa è ipotizzabile un mini ritiro in vista della gara con il Cagliari?

“Quando rivedrò i giocatori lo capirò”.