Per l’ennesima volta il Torino in estate volterà pagina, ma c’è ben poco da farsi illusioni poiché ci sono tutte le premesse affinché nulla cambi

29.04.2024 11:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Urbano Cairo
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© foto di Federico De Luca 2023 @fdlcom

La sconfitta di ieri con l’Inter, neo Campione d’Italia dalla vittoria nel derby con il Milan di lunedì scorso, ha sancito definitivamente la terza stagione consecutiva del vivacchiare del Torino a metà classifica e spento i residui di brace che rimanevano del sogno di accedere agli spareggi di Conference League. Ovviamente non è stata la sconfitta di ieri a creare rimpianti, ma i punti che i granata hanno lasciato per strada per lo più con le squadre che lottano per non retrocedere a iniziare dal pareggio a reti inviolate con il Cagliari alla prima giornata di campionato e proseguendo con lo zero a zero con il Verona, quello con il Frosinone all’andata poi ripetuto anche al ritorno, l’uno a uno con l’Udinese, e poi dopo il giro di boa altro pari senza gol e senza tiri in porta con il Genoa l’unica avversaria a non essere in lotta per restare in Serie A, e ancora i pareggi con Salernitana (0-0), Sassuolo (1-1) per culminare con la sconfitta con l’Empoli e il già citato pareggio con il Frosinone. Ben 9 partite sprecate.

A quattro giornate dalla fine del campionato si archivia la stagione che annovera anche l’eliminazione dalla Coppa Italia ai sedicesimi di finale da parte del Frosinone dopo i tempi supplementari, c’erano anche state gravi sviste arbitrali come accaduto anche in più di una partita di campionato, però pur tenendo conto di questo sono le già citate nove partite sprecate che pesano come un macinio. Di grazia che nessuno osi portare come vanto le 17 partite senza subire gol perché di contraltare ci sono le 15 senza riuscire a farne (8 pareggi Cagliari, Verona, Frosinone due volte, Genoa, Salernitana, Fiorentina e Juventus e 7 sconfitte Lazio, Juventus, Inter, Bologna, Fiorentina, Lazio e Inter due volte). E adesso per l’ennesima volta il Torino volterà pagina: Juric andrà via e si “rivoluzionerà” la rosa.

Che nessuno però si faccia illusioni perché non ha alcuna importanza quale allenatore arriverà, con tutto il rispetto per chi sarà il prescelto, poiché intanto gli verrà fornita una squadra incompleta, è sempre accaduto in questi anni. Sarà ceduto almeno un giocatore di livello, Buongiorno purtroppo è il candidato numero uno. Qualcuno andrà via per fine contratto: Rodriguez, che il suo lo ha sempre fatto, quasi sicuramente non rinnoverà, c’è troppa distanza fra richiesta e offerta; Djidji; Gemello. Torneranno alla base giocatori dati in prestito nel mercato di gennaio che non avevano convinto in granata e che non lo hanno fatto neppure nelle nuove destinazioni, Radonjic, Seck e Karamoh, e trovare loro una collocazione non sarà facile, ma quasi sicuramente torneranno anche quelli mandati altrove l’estate scorsa in particolare Bayeye, Ilkhan, Horváth e Rauti, e pure N’Guessan lui andato via nel mercato invernale. Difficilmente sarà riscattato chi è arrivato in prestito a gennaio, Lovato, Okereke e Kabic e forse l’unico che sarà tenuto è Masina. Si proverà a cedere chi ha reso meno delle aspettative, su tutti Ilic (contratto fino al 2027), Lazaro (2027), Vojvoda (2025) e Sanabria (2026), o non sono riusciti a causa di acciacchi e infortuni a rendere per il potenziale che hanno, Pellegri (2025), e anche in questo caso non sarà semplice e c’è un forte rischio di minusvalenze in particolare con Ilic. Qualche giovane sarà mandato a farsi le ossa, Popa, Passador e Savva e forse pure Sazonov. E poi si allestirà una squadra con qualche giovane di prospettiva sperando di riuscire a fare qualche colpo alla Schuurs e giocatori che altrove non trovano abbastanza spazio e hanno bisogno di rilanciarsi. Il tutto sarà condizionato dal sesto bilancio in rosso consecutivo per cui spese per calciatori di comprovata qualità quasi sicuramente non ne saranno fatte e rosa allestita solo dopo aver venduto e incassato soldi. Un voltare pagina per ritrovarsi sempre, se tutto va bene, a vivacchiare a metà classifica.