Più che toro rampante un pollo spennato e il Padova se la ride

Non aver fatto mettere a referto che il Torino faceva "riserva verbale" sul regolare andamento della gara con il Padova ha impedito al giudice di accogliere il ricorso granata e quindi mercoledì alle 14,30 si giocheranno 14' e 10'' più recupero.
12.12.2011 19:42 di  Elena Rossin   vedi letture
Più che toro rampante un pollo spennato e il Padova se la ride
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Il testo redatto, seppur in burocratese, non lascia dubbi sul motivo per cui il Torino Fc ha visto respinto il ricorso presentato in merito alla regolarità della gara con il Padova interrotta più volte a causa di ripetuti black out: «Il Giudice Sportivo, letto il ricorso proposto dalla Soc. Torino in merito alla gara in oggetto; rileva le argomentazioni che la società reclamante ha posto a fondamento della richiesta di assegnazione ex art. 17- n. 1, CGS, della vittoria per 0-3, ricondursi al mancato funzionamento dell’impianto di illuminazione artificiale (ex art. 29, n. 5, CGS) ed all’irregolare andamento della gara (ex art. 29, n. 3, CGS) a causa delle consequenziali reiterate interruzioni della gara; osserva la rituale proposizione del reclamo ex art 29, n. 5, CGS, presupporre necessariamente la formulazione “di una specifica riserva verbale, nel caso in cui la irregolarità sia intervenuta durante la gara o per altre cause eccezionali, formulata dal capitano della squadra interessata, che l’Arbitro deve ricevere alla presenza del capitano dell’altra squadra, facendone immediata annotazione sul cartoncino di gara”; il rapporto arbitrale documenta che non solo tale riserva non è stata ritualmente formulata ma che, addirittura, al termine della gara “Dopo circa 30 minuti dalla sospensione definitiva alla presenza della quaterna, dell’osservatore arbitrale Cicogna Sergio, dal vice commissario Can B Emidio Morganti, dei capitani, dei dirigenti accompagnatori e del rappresentante della Procura federale, il rappresentante della Lega di Serie B sig. Samuele Visentin ci comunicava che, in accordo con le due Società, la gara sarebbe proseguita l’indomani 4/12/2011 alle ore 14.30”; per quanto attiene alla proposizione del reclamo ex art. 29, n. 3, CGS, il dettato normativo esclude la sindacabilità da parte del Giudice sportivo “dei fatti che investono decisioni di natura tecnica o disciplinare adottate in campo dall’Arbitro, o che siano devoluti all’esclusiva discrezionalità tecnica di questi ai sensi della Regola 5 del Regolamento del giuoco del calcio”: la Regola 5 del Regolamento sancisce “che l’Arbitro …. interrompe temporaneamente la gara, la sospende o la interrompe definitivamente a seguito di interferenze esterne, di qualunque genere”; P.Q.M. dichiara – ai sensi e per gli effetti dell’art. 29 co. 3 e 5 CGS - l’inammissibilità del reclamo proposto dalla Soc. Torino».

Tradotto in parole semplici: poiché Bianchi non ha fatto scrivere all’arbitro che il Torino riteneva che la partita non si stava svolgendo secondo le regole e in un primo momento la società granata ha accettato di giocare il resto della partita il pomeriggio seguente, il giudice sportivo basandosi sul quanto stabilito dalla regola 5 del regolamento del giuoco del calcio ha stabilito che il Torino non può chiedere la sconfitta a tavolino del Padova. Ovviamente per questo fatto non si può incolpare il capitano. Però la società Torino Fc che non ha suggerito a Bianchi che cosa doveva esattamente dire fa la figura del pollo o del contadino che chiude la stalla dopo che i buoi sono scappati. Una domanda sorge spontanea: ma è mai possibile che nessun dirigente presente a Padova abbia avuto un minimo spirito d’iniziativa e quando si è verificato il primo o al massimo il secondo black out non abbia pensato di collegarsi su internet al sito della Federazione Italiana Giuoco Calcio e andare a leggere il regolamento? Se questo fosse avvenuto sarebbe stato facile suggerire a Bianchi di dire all’arbitro che da parte granata vi era una riserva verbale sulla regolarità della gara, così il signor Calvarese lo avrebbe riportato sul referto e il giudice sportivo non avrebbe potuto far altro che dare la sconfitta a tavolino per responsabilità oggettiva al Padova.

Ora non resta altro che prenderla con filosofia: in privato recitare il mea culpa e farsi furbi la prossima volta e in pubblico far buon viso a cattivo gioco e andare a Padova forti dei quattro punti in più rispetto al Verona, secondo, che comunque non verrebbero erosi anche in caso di sconfitta. La scontata incavolatura serva ai giocatori del Toro per scendere in campo nel fatidico quarto d’ora con una voglia matta di togliere il ghigno beffardo che sarà sicuramente stampato sulla bocca di ogni padovano doc cercando, almeno di pareggiare così da dimostrare di essere più forti anche della propria dabbenaggine. E poi finita la farsa subito tutti concentrati sul Modena in modo da farsi il più bel regalo di Natale: guardare tutti dall’alto del primo posto in classifica e per di più con un buon margine di distacco e godersi le vacanze. Che la palla frulli fra i piedi dei granata!