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Alle solite

di Matteo Maero
Fonte: Stefano Gurlino

“Guarda Stefano, siamo questi qua”. È con questa massima zen che il granatissimo amico Marco ha sintetizzato il solito, insulso pareggino che la banda Toro ha strappato sul temibile campo del Chievo Verona. Che poi, guai ad offendere i clivensi: non saranno mai stati da Scudetto ma questo per loro è il settimo campionato di fila in Serie A. Per utilizzare un modo di dire, mica pizza e fichi.


Il problema è che siamo alle solite. Squadra scialba, già stanca, paurosamente vuota. È la solita routine granata che torna a far visita in migliaia di cuori che l’anno scorso erano almeno contenti di riempire lo stadio e tifare una squadra, con i suoi pregi e difetti. Ma andiamo per ordine e cerchiamo di mettere a posto qualche tassello.


Il mercato non lo fa Ventura. Almeno, la scorsa Estate il suo zampino si è visto poco, guardando chi c’è sulla lista dei partenti in questa finestra di Gennaio. I casi forse più eclatanti rimangono Ruben Perez, sempre più scaricato di settimana in settimana e Sanchez Mino, l’investimento più tarato che nel giro di un mese è diventato un oggetto così misterioso che forse, seguendo la logica che corre qui, è meglio farlo scoprire ad altri. Per quanto riguarda le cessioni, cerci era così voglioso di approdare nel calcio che conta che l’unica cosa che ha contato erano le pettorine della panchina madrilena e i gol del Sassuolo nel suo esordio rossonero, a testimonianza che spesso, un bel bagnetto di umiltà non fa mai male a nessuno.

Gli attaccanti non segnano e Quagliarella pare il fantasma di quello che a malincuore si sacrificava ad inizio campionato. Serve un bomber a questa squadra? Si. Ciononostante, l’unico che era sul mercato ha preferito andare a Bergamo. Non siamo più appetitibili. Dire che a Febbraio giochiamo pur sempre in Europa League.

Il tifoso del Toro in questo momento si sente tradito. Ha ripreso a respirare lo scorso campionato e ora la maschera dell’ossigeno gli è stata sottratta con violenza. Un peccato per una piazza che dimostra con poco di essere tra le migliori d’Italia ed è portatrice sana di granatismo. Qualcuno dovrebbe smettere di cavalcare a sproposito sbandierando una crescita che si è interrotta e sembra al momento senza via d’uscita.