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ESCLUSIVA TG – Mandorlini: “Il Torino può veramente puntare all’Europa League perché è forte”

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

Andrea Mandorlini è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Mandorlini è stato un giocatore del Torino dal 1978 all’80 e dell’Udinese dal 91 al 93, attualmente è un allenatore. Con lui abbiamo parlato della sfida di questa sera fra le sue ex squadre.

L’Udinese in quest’avvio di stagione ha vinto solo con il Genoa mentre il Torino è sesto in classifica, ma qualche punto per strada l’ha lasciato. Che partita sarà?

“Credo che il Torino sia una squadra forte e dopo quattro partite non ha ancora l’equilibrio e la consapevolezza della sua forza, ma, per me, il Torino può veramente puntare all’Europa League. In una partita può capitare, com’è accaduto con al Sampdoria, che non sfrutti in toto tutte le occasioni che ha creato, ma la squadra ha valori, una rosa importante e un allenatore bravo, quindi, credo che ci siano tutte le premesse perché faccia bene.
L’Udinese non è partita, però, credo che saprà riprendersi perché la squadra è buona, l’allenatore conosce l’ambiente e ha giovani importanti. Capita di non partire bene, ma è chiaro che questa sera, giocando in casa, ha un’occasione da sfruttare, però, ripeto, il Torino fa paura sia in casa sia in trasferta”.

Il Torino potrebbe correre il rischio di farsi distrarre dalla partita successiva con la Juventus?

“Mah, conoscendo Mihajlovic lui punta sicuramente alla partita con l’Udinese e poi avrà tempo e modo per preparare il derby, che comunque è già una di quelle gare che si preparano da sole. Adesso per il Torino è importante fare risultato a Udine e dare continuità a quanto fatto finora, poi, avrà il tempo per occuparsi della Juventus e basta dire derby per non dover aggiungere altre cose. L’Udinese è una squadra che, come si è detto, non è partita bene, ma in casa si può far valere e anche nella sconfitta con il Milan comunque aveva fatto la gara, anche se poi qualche situazione negativa l’ha avuta, ma stiamo parlando di una formazione di tutto rispetto”.

In questo momento quali sono i pregi e i difetti di Torino e Udinese?

“I pregi del Toro, come dicevo, sono che è una squadra forte dal punto di vista tecnico, su tutti gli attaccanti con Belotti e anche grazie all’arrivo di Niang senza dimenticare Ljajic e Iago Falque. Questi quattro hanno un grande potenziale offensivo e anche i ricambi sono importanti. I difetti, forse un po’ di superficialità, che si è vista anche domenica con la Sampdoria in occasione dei gol subiti, e, forse, il Torino non ha ancora la consapevolezza di sentirsi forte e di essere una squadra che, secondo me, può veramente disputare un campionato importante.
L’Udinese ha perso giocatori di valore come Théréau e Zapata, quindi, in attacco qualche problemino penso che possano averlo, non conosco tutti i ricambi che hanno, ma essersi privati di due giocatori così su questa squadra incide e questo è un difetto. I pregi sono che la società è solida, l’ambiente è positivo e l’allenatore è esperto e, quindi, devono solo trovare la forza per uscire da questo momento poco positivo”.

Le due squadre si può dire che giochino due campionati differenti? Il Torino per l’Europa League e l’Udinese per arrivare a metà classifica oppure no?

“Con i valori delle squadre che ci sono credo che l’Udinese punti a stare in quel “limbo di terra” che c’è fra chi lotterà per l’Europa League e chi per la salvezza. La società è ambiziosa e crede nel progetto di ringiovanimento della rosa, ma in questo frangente i punti sono pochi e quello che conta è muovere la classifica.
Il Torino, come dicevo, sono convinto che sia una delle squadre favorite per l’Europa League. Davanti vedo solo Juventus, Napoli e Inter e forse la Roma, ma il Toro è subito lì. Dipenderà solo dalla squadra raggiungere l’obiettivo perché i valori tecnici dei singoli giocatori sono alti come sono importanti quelli dell’allenatore e di conseguenza ci sono tutte le condizioni perché faccia bene. La squadra dal punto di vista della qualità è stata molto molto rinforzata è subito dietro le prime tre-quattro squadre. Basta leggere la rosa ed è evidente che l’obiettivo minimo, ripeto minimo, sia quello di andare in Europa League, altrimenti di cosa stiamo parlando? Il Torino ha investito, ha speso, ha tenuto un giocatore come Belotti e, quindi, deve assolutamente avere come obiettivo primario l’Europa, altrimenti non potrà essere contento di un altro esito del suo campionato”.

Il Torino, forse, si è anche un po’ sdoganato dall’essere Belotti dipendente, senza nulla togliere, ovviamente, al “Gallo”, ma adesso ci sono maggiori alternative in attacco e in generale in fase offensiva.

“Belotti non si discute, ma si tratta di una squadra che deve giocare come tale nella sua completezza di tutti i suoi elementi pensa di raggiungere l’obiettivo, che io credo sia quello minimo, Se un giocatore per quanto sia particolarmente bravo, ma è fine a se stesso alla fine non fa la differenza perché il risultato che conta è quello della squadra. E il Torino come squadra, attraverso le qualità di tutti i giocatori che ha, deve pensare di lottare per l’obiettivo minimo che è l’Europa League. Ci deve credere perché ha forza, ha qualità tecniche e un ottimo allenatore. Ribadisco la squadra è forte ed è dietro le prime tre-quattro, ma deve dimostrarlo sul campo”.

Un pronostico per Udinese-Torino.

“Il campionato italiano, magari, non sarà di grandissima qualità, ma è sempre duro perché in ogni campo c’è da lottare e non è scontato che chi ha valori maggiori vinca, ma il Torino può vincere con qualsiasi avversario e dare continuità senza pensare al derby o a chissà altro. La squadra granata ha qualità e caratteristiche importanti e a Udine deve giocare per vincere, anche se i friulani si trovano in un frangente dove devono rialzarsi subito”.

Parlando di lei, ha risolto il contratto con il Genoa, quindi, è in attesa di panchina?

“Sì a giungo ho risolto il contratto con il Genoa perché ho voluto essere libero vista anche l’esperienza ed era meglio fare così. Ringrazio la società e il presidente Preziosi per questo. Adesso, come tanti miei colleghi, aspetto una chiamata e intanto mi aggiorno”.


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