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Allenarsi a breve? E' da irresponsabili. C'è uno scudetto solo da vincere, quello della guarigione dal Coronavirus

di Marina Beccuti

Il calcio scalpita per tornare almeno ad allenarsi, mentre il Governo sta pensando a regole più restrittive, in quanto il contagio di Coronavirus non si arresta, ma cavalca verso numeri impressionanti. Il calcio non deve essere esente da questa emergenza perchè ha dimostrato di essere vulnerabile come la vita dei normali cittadini. In proporzione il numero di calciatori contagiati è basso rispetto alle persone che di mestiere fanno altro, questo perchè chi decide dall'alto ha avuto il buonsenso di non far giocare le partite, altrimenti sarebbe stato assai peggio.

Ci sono state persino liti tra presidenti sulla ripresa degli allenamenti come Lotito con Marotta. Il presidente della Lazio è colui che vuol far tornare in campo la sua squadra già lunedì prossimo, sfidando tutti i divieti che, probabilmente, saranno intensificati nei prossimi giorni. Lotito ha promesso che saranno prese tutte le precauzioni del caso, ma darebbe il cattivo esempio a tutta l'Italia e sarebbe uno schiaffo al buonsenso, che fino ad ora è stato esemplare.

Il Torino non è stato toccato, al momento, da nessun contagio e Urbano Cairo non ha ancora deciso una data per la ripresa della preparazione. Così altre squadre.

Lotito vorrebbe far cominciare prima degli altri la sua squadra per anticipare la preparazione rispetto alla Juventus, vista la lotta scudetto. Ma in questo momento, siamo certi, nella mente di tutti, pensiamo anche dei giocatori, l'unico scudetto che si vuole vincere è quello della guarigione dal Coronavirus, tornare ad una vita normale, dove anche un pizza da mangiare insieme agli amici diventa un obiettivo per ritrovare delle vecchie abitudini. Solo un mese fa sarebbe stato impensabile arrivare a questi livelli, quando si aspettava il weekend per godersi una bella partita e magari un aperitivo distensivo. Ne usciremo tutti più forti, magari più sobri, consci che tutto quello che sembrava ormai un'abitudine comune, adesso non lo è più.