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Torino, Petrachi: “Non abbiamo bisogno di vendere nessuno. Ekdal? Farebbe bene in granata”

di Diego Fornero

Ha parlato – in occasione della serata di festeggiamento per il decennale della testata online ToroNews – il ds del Torino, Gianluca Petrachi, ripercorrendo i suoi quattro anni e mezzo in granata: “E' passato diverso tempo, e non è stato semplice. Sono arrivato in un momento abbastanza brutto: quando sono arrivato io c'erano le bombe carta che mi aspettavano, ma abbiamo fatto un girone di ritorno straordinario, con 41 punti, perdendo la finalissima con il Brescia. Provai già allora a contattare Ventura, ma aveva appena concluso un campionato straordinario, e giustamente preferì restare al Bari. Dopo Ventura, provai a contattare Allegri, in uscita dal Cagliari, ma firmò proprio in quei giorni col Milan. Ventura ha iniziato subito bene, ricompattandoci e facendoci stare uniti. Io ho cercato di evitare alcuni errori: mi ricordo che ai tempi miei, quelli di Calleri, si scelse Rampanti che giocava con il 3-5-2, ma io ero un giocatore da 4-4-2, e il mio destino era segnato ancora prima che arrivassi. Ora con Ventura, già dai tempi di Pisa, la nostra forza è la sinergia: quando il mister mi chiede un giocatore, so già cosa cerca. I giocatori che arrivano al Toro sono visti e approvati da Ventura, e naturalmente dal Presidente”.

Un rapporto consolidato di fiducia, quello tra Ventura, Petrachi e Cairo, che ha aiutato il numero uno granata ad evitare di ripetere errori di inesperienza: “Il Presidente ha preso atto della grande unione tra me e Ventura, l'ha capito subito e si è fidato. In passato forse si erano commessi alcuni errori, dialogando con troppe persone, che pur si intendevano di calcio. Ci vuole esperienza nel calcio: persino Pozzo, all'Udinese, ci ha messo dieci anni per capire come lavorare. Nel calcio non c'è nulla di scontato”.

Un commento su Glik, simbolo di questo Toro: “Glik impersonifica il ruolo del vero capitano, e in questi anni ha capito il suo ruolo soprattutto come uomo. All'uscita di scena di Rolando Bianchi si è trovato in un ruolo che, forse, in quel momento, era ancora più grande di lui, e con umiltà, gradualmente, ha capito che cosa significa essere il capitano del Toro”.

I tifosi temono tante cessioni in estate, che cosa succederà? “Il Torino non ha la necessità di vendere Glik, né Darmian, né Peres. Fortunatamente produciamo plusvalenze, produciamo denaro, e non abbiamo alcun debiti con le banche. L'anno scorso abbiamo venduto Cerci e Immobile su volontà dei giocatori, questo è giusto ribadirlo. Essendo stato io giocatore, so che trattenere un giocatore che vorrebbe andare via sarebbe dannoso. A noi è dispiaciuto, noi li avremmo tenuti volentieri. Io devo essere sincero: ad oggi Glik non si è mai presentato chiedendoci di andare via, questo mi fa ben sperare sul fatto che voglia rimanere al Toro e noi siamo ben felici di mantenererlo”.

Tornerà alla base qualche ragazzo? “Ci sono ragazzi che stanno lavorando benissimo, è stata una nostra scelta mandarli a giocare per crescere. Io due anni fa ho imposto di mandare Parigini alla Juve Stabia, perché aveva bisogno di cambiare aria e prendere qualche “scappellotto” per ritrovarcelo pronto. Sicuramente qualche ragazzo ritornerà alla base, per quelli che non saranno ancora pronti, forse, ci sarà ancora un campionato di Serie B, perché poi dalla stagione ancora successiva sarà veramente obbligatorio”.

Può essere Ekdal un nome giusto per il Toro? “Ekdal è un giocatore molto interessante, non è più giovanissimo e in Italia ormai gioca da qualche annno, lo conosciamo bene, è un giocatore che sicuramente nel Toro ci starebbe alla grande”.