ESCLUSIVA TG – Condò: “Per Belotti c’è un interessamento del M. United, ma punterei sul fatto che resterà al Torino”

11.06.2017 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
ESCLUSIVA TG – Condò: “Per Belotti c’è un interessamento del M. United, ma punterei sul fatto che resterà al Torino”
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Paolo Condò è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Condò, unico giornalista italiano a far parte della giuria per l’assegnazione del Pallone d’Oro, attualmente lavora per Sky Sport. Con lui abbiamo parlato degli scenari di mercato del Torino e in particolare di Belotti.

Da esperto di calcio estero, quanto il Manchester United e altri club inglesi sono interessati a Belotti?

“Facciamo una premessa, non ho nessun tipo di notizia in tal senso, ma posso fare delle deduzioni logiche conoscendo abbastanza bene il mercato internazionale. Detto questo, ci sono alcune società internazionali, e il Manchester United è una di queste, che stanno cercando attaccanti perché ne hanno bisogno. Ad esempio, il Barcellona no perché avendo Messi, Suarez e Neymar ne ha già, al massimo può essere interessato a un attaccante di riserva disposto a starsene in panchina e se poi uno di questi tre dovesse farsi male o essere stanco entrare e sostituirlo. E’ chiaro che il profilo di un attaccante che possa accettare un ruolo del genere o è uno ormai “anziano” che va, quindi, a cercare l’ultimo ingaggio della carriera in uno dei club più prestigiosi oppure è un ragazzino che vuole imparare all’ombra di questi tre campioni, ma uno come Belotti non potrebbe mai andare in questo momento al Barcellona perché di regola non giocherebbe. Una cosa certa che posso dire è che il Manchester United aveva un accordo con Griezmann fino a un po’ di tempo fa, ma quando l’Uefa ha confermato, diversamente da quanto tutti pensavano, il blocco del mercato dell’Atletico Madrid automaticamente il club spagnolo ha tolto dal mercato il giocatore che ha rilasciato delle dichiarazioni dicendo che accetta il fatto che nella prossima stagione non potrà andare via. Un giocatore del livello di Griezmann, anche se a gennaio l’Atletico Madrid potrà tornare a operare sul mercato, molto difficilmente si muove a metà stagione, in più l’Atletico gioca la Champions e ha ambizioni in Liga e non va dimenticato che il 2018 è l’anno del Mondiale. Nell’anno del Mondiale i giocatori che si trovano bene in un posto magari rinunciano a cambiare per andare a guadagnare di più perché è sempre meglio non avere problemi d’inserimento e anche cambiare spogliatoio può essere un problema poiché dove si è già si ha feeling con tutti i compagni, ma andando altrove bisogna ricrearlo e questo può far perdere dei mesi e si rischia di finire in panchina nel nuovo club e di conseguenza di perdere anche il posto per il Mondiale. Bisognerebbe fare uno studio statistico, ma generalmente nella stagione del Mondiale i giocatori si muovono meno rispetto agli altri anni”.

Belotti, però, rientra nel gruppo di attaccanti che potrebbero cambiare club?

“Belotti è nella decina di attaccanti internazionali che sono monitorati, oltre a lui ci sono Lukaku, Morata, Mbappé del Monaco, Alexis Sánchez, Diego Costa, Aubameyang, Lacazette. Questi giocatori sono monitorati da tutti i club che stanno cercando qual è il miglior profilo dal punto di vista del prezzo, dell’età che è molto importante e della qualità. Credo che in questo momento l’oggetto del desiderio massimo sia Mbappé perché ha diciotto anni e ho letto che l’Arsenal ha offerto 150 milioni. Io, però, credo abbastanza poco alle valutazioni che vengono sparate così sui giornali perché sono sempre un po’ gonfiate. E per quel che riguarda Belotti, sarei curioso di vedere, poiché si parla di offerte del Manchester United, del Milan e dell’interessamento dell’Inter, se in questo momento sulla scrivania di Cairo esiste un’offerta esecutiva che nel caso Cairo e Belotti dicessero entrambi sì comporterebbe la cessione del giocatore. Secondo me, siamo ancora a livello di pour parler, d’interessamenti. E’ un mondo di pescecani questo e ci sono degli agenti che pur non avendo la titolarità di un determinato giocatore lo offrono a destra e a manca e poi, una volta verificata una certa disponibilità derivante dal loro sondaggio, vanno dal vero agente del calciatore dicendo che possono portare il giocatore al Real Madrid, al Barcellona o al Bayern Monaco. La catena nutre troppe persone e in questo senso è difficile anche per il giornalista che si occupa di mercato discernere qual è la notizia vera, l’offerta vera che è stata fatta e quale, invece, è solo millantata. A mio parere, fino alla fine del mese alcune trattative non si sbloccheranno perché ci sono alcuni club, come ad esempio l’Inter, che devono chiudere il bilancio al trenta giugno con delle cessioni per essere in linea con il fair play finanziario e, quindi, devono prima incassare determinate cifre per poi poter spendere dal primo luglio, sono delle storture del sistema dei bilanci che si chiudono il trenta giugno. Per tornare alla domanda iniziale, non so se esiste un’offerta del Manchester United per Belotti, ma sicuramente c’è un interessamento perché l’attaccante ha segnato ventisei gol nel campionato italiano e se anche quest’anno c’è stata una fioritura di gol come da anni non succedeva, si tratta pur sempre di un giocatore che merita ampiamente l’attenzione di tutti i grandi club del mondo”.

Interessamenti a parte, Belotti forse non è fra le prime scelte dei club stranieri, ma solo uno dei giocatori che sono presi in considerazione?

“Come dicevo prima il giocatore più ambito è Mbappé per l’età e perché ha dimostrato oggettivamente un talento fulminante, poi, se si vuole andare su un centravanti potente ci s’indirizza su Lukaku, se, invece, si cerca un attaccante agile si pensa ad Aubameyang. Noi italiani sappiamo che Belotti è bravissimo e siamo convinti che possa ulteriormente crescere, però, l’attaccante del Torino non ha ancora giocato una partita in Champions League e questo conta nelle valutazioni. Morata, ed esempio, è uno che ha già vinto due Champions anche se non da titolare con il Real Madrid e che nell’anno in cui è stato alla Juventus ha segnato nelle due partite della semifinale e anche nella finale. Morata, quindi, è un giocatore di cui ci si può fidare anche nelle occasioni più importanti e per questo motivo è più ambito, anche perché Belotti ha un prezzo notevolissimo. Generalmente un giocatore che è molto promettente, ma che non ha ancora giocato una partita in Champions League, può essere una scommessa da parte del club che è interessato a lui perché così si ha la possibilità di risparmiare qualche soldo, ma non è il caso di Belotti. Se si va a vedere il prezzo di partenza sembra che Belotti costi più di Morata”.

Solo l’ingaggio di Belotti è inferiore a quello degli altri attaccanti, ma forse questo non basta a pareggiare i cento milioni della clausola fissata da Cairo per l’estero che possiamo estendere anche all’Italia?

“Certamente, è così. Con tutta la stima che ho per Belotti non credo che si presenterà al Torino nessuno con cento milioni per acquistare il suo cartellino. La scelta che dovrà fare Cairo sarà fra un cash, che non so quantificare onestamente, più una serie di giocatori. In questo senso aveva un costrutto l’idea che potesse esserci il Milan poiché i rossoneri hanno giocatori che Mihajlovic conosce molto bene e il mister sa chi di loro potrebbe essere utile oppure no per migliorare il Torino”.

Alla luce di quanto detto, è più probabile che Belotti sia ceduto a un club italiano oppure che resti al Torino?

“Se dovessi puntare dieci centesimi su una delle due opzioni, direi che Belotti resterà al Torino. Belotti è il centravanti titolare della Nazionale italiana in questo momento e in questa condizione si sta avvicinando al Mondiale, l’Italia deve ancora conquistare la qualificazione, ma, secondo me, alla fine almeno attraverso lo spareggio ci arriveremo. Il centravanti della Nazionale italiana - che è più competitiva di quella di un paio d’anni fa e che ha una bella prospettiva - è in una situazione che, secondo me, vale la pena di mantenere ancora per dodici mesi e questo vale anche per tutte le altre parti in causa. Non credo che fra un anno il valore di Belotti sarà inferiore, magari non salirà, ma non scenderà. Se anche Belotti il prossimo campionato non segnerà ventisei gol, ma solo diciotto non penso che rischi di perdere il posto di centravanti titolare della Nazionale poiché non vedo altri che possano rubargli il posto in questo momento. Nel caso l’Italia arrivasse fra le prime quattro al Mondiale in Russia e Belotti segnasse cinque gol allora il suo valore effettivo e comprovato passerebbe a 150 milioni. Viceversa se l’Italia uscisse al termine del girone iniziale e lui non segnasse neppure un gol e perdesse il posto da titolare in azzurro non varrebbe più cento ma cinquanta. Da questo punto di vista, però, come gioco d’azzardo avendo abbastanza fiducia sul giocatore e sulla Nazionale punterei sul fatto che come minimo il valore di Belotti non verrebbe ridotto”.

In Italia non è mai facile ripetersi per un giocatore emergente anche se bravo e tanti ex giocatori sottolineano questa possibilità, lei, quindi, non concorda con queste opinioni?

“Come ho detto ho fiducia in Belotti, è un attaccante che mi piace molto e mi ha sempre ricordato Vialli fin dall’inizio, mentre Petagna mi ricorda di più Bobo Vieri per movenze e caratteristiche. Immagino che ai tifosi granata il paragone non possa fare piacere, ma Vialli è stato un grande attaccante del nostro calcio. Per essere chiari, se al Torino arrivasse qualcuno con cento milioni Belotti andrebbe venduto perché la cifra è molto importante e fino a tre anni fa con quei soldi si comprava Bale. C’è l’inflazione e i prezzi sono saliti, però, cento milioni sono veramente una quantità di denaro enorme con la quale il Torino potrebbe riorganizzarsi completamente. Mi verrebbe da dire che con cento milioni la prima cosa da fare sarebbe un centro sportivo, ma il Torino ha appena inaugurato il Filadelfia, che è meraviglioso, e quindi non ha bisogno d’investire i soldi in questo. Quest’anno l’Atalanta incasserà circa cento milioni perché cederà Gagliardini, Kessié e Caldara e con questi soldi ha comprato lo stadio. Quando si prende una quantità di denaro così enorme e non si è il Real Madrid, la Juve o il Bayern Monaco che obbligatoriamente devono reinvestire tutto per prendere giocatori poiché devono mantenere un certo livello, riorganizza l’intera società, aumenta le strutture, aggiunge squadre giovanili per rilanciare il vivaio e far formare altri giocatori di grande livello. Ovviamente se un club come il Torino incassasse cento milioni vendendo il suo centravanti non utilizzerebbe tutti i soldi solo per ristrutturare la società, ma per questo ne investirebbe una parte, mentre l’altra la dovrebbe spendere per comprare un nuovo attaccante e rifondare la squadra”.

Cairo dovesse incassare questi cento milioni prenderebbe un altro attaccante come il Belotti di due stagioni fa, che arrivato dal Palermo ha avuto bisogno di mezzo campionato per ambientarsi e iniziare a diventare quello che oggi è, oppure prenderà un centravanti di comprovata esperienza e qualità?

“Non prenderebbe un attaccante di comprovata esperienza e qualità, ma non sarebbe colpa di Cairo bensì del fatto che il Torino non gioca le coppe europee e di conseguenza i centravanti molto forti, al di là dell’ingaggio poiché penso che il Torino non sarebbe disposto a pagare 7-8 milioni l’anno a un giocatore anche se ne ha incassati cento, non andrebbero in un club che disputa solo il campionato italiano e la Coppa Italia. Il profilo dovrebbe essere quello di uno come il Belotti di due anni fa, perché già fanno fatica i club che disputano l’Europa League a prendere giocatori di un certo livello in quanto tutti i calciatori forti vogliono giocare in Champions. Per questo motivo Petrachi dovrebbe essere bravo a trovare il profilo di un attaccante giovane che possa ripercorrere le orme di Belotti”.

Però un attaccante sul quale si scommette come si concilia con la volontà di Mihajlovic di portare il Torino a conquistare un posto utile per l’Europa League?

“Se si rinforza la rosa con cinque elementi si può andare anche su un attaccante forte, ma non fortissimo. Non saprei definirne il profilo, ma penso che sarebbe meglio orientarsi su un italiano. Con tre difensori tra cui un grande portiere, si rinforza un reparto nel quale il Torino ha evidenziato problemi nella stagione appena conclusa. Non si avrà più l’attaccante da ventisei gol, ma uno normale da dodici-quattordici reti, però, la difesa incasserà la metà dei gol dell’anno scorso”.

Magari anche un paio di centrocampisti?

“Certo, con cento milioni si può rinforzare l’intero scheletro della squadra. Prendiamo il Napoli, una volta costretto a lasciare andare via Higuain con i soldi incassati ha rinforzato tutti i reparti e alla fine è arrivato terzo per un punto, ma pur avendo perso Higuain è andato a un passo dal ripetere il piazzamento della stagione precedente”.