ESCLUSIVA TG – Paradisi: “Sirigu potrà fare bene nel Torino, sa fare un po’ di tutto”

01.06.2017 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
ESCLUSIVA TG – Paradisi: “Sirigu potrà fare bene nel Torino, sa fare un po’ di tutto”
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© foto di Federico De Luca

Mario Paradisi è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Paradisi da giocatore è stato un portiere, poi, terminata la carriera agonistica è diventato allenatore dei portieri e attualmente lo è nel Fano. Dal 2009 al 2011 nel Palermo ha allenato Salvatore Sirigu. Con lui abbiamo parlato del portiere del Paris Saint Germain che nell’ultima stagione ha militato nel Siviglia e nell’Osasuna e che potrebbe diventare il prossimo estremo difensore granata.

Sirigu è il portiere giusto per il Torino che ha come obiettivo nella prossima stagione di qualificarsi per l’Europa League e, soprattutto, subire meno gol rispetto al campionato appena concluso nonostante avesse fra i pali Hart, il portiere della Nazionale inglese?

“Diciamo che i gol che ha subito il Torino in questa stagione non sono attribuibili solo al portiere, non si possono dare tutte le colpe a un singolo perché ci sono tanti fattori che intervengono in questi casi e riguardano tutta la squadra e non solo la difesa o il portiere. Sarà anche dipeso dal modulo e dal tipo di gioco che è stato fatto, ma queste sono cose che sa l’allenatore. Tornando a Sirigu, le premesse negli anni che l’ho allenato portano tutte a pensare che possa essere il portiere giusto per il Torino. Al Palermo dopo che divenne il portiere titolare continuò anche nella stagione successiva a esserlo perché faceva bene ed era in crescita tanto che fu preso dal Paris Saint Germain. In questi anni non l’ho più seguito tantissimo, ma giocare nel Paris Saint Germain vuole dire essere a un livello abbastanza alto e sicuramente in Francia non gli hanno regalato qualche cosa, quindi, tutto ciò che ha fatto se l’è sicuramente meritato. Penso che nel Torino possa fare bene e me lo auguro”.

Sirigu che tipo di portiere è?

“E’ un portiere che sa fare un po’ di tutto, non ha una qualità eclatante, ma ha qualità positive in molte cose. Quando lo allenavo era in crescita, però, son passati sei anni e non so esattamente che evoluzione ha avuto, ma, come dicevo, non si è il portiere titolare del Paris Saint Germain per quattro anni per caso”.

Caratterialmente che persona è? Sa farsi valere in campo?

“Giocando a certi livelli si devono avere qualità morali e mentali elevate, altrimenti non si riesce a giocare al Parco dei Principi. Le qualità le ha”.

Che cosa gli aveva permesso nel Palermo di diventare titolare?

“Parliamo di un ragazzo che aveva fatto delle esperienze che non sempre erano andate a buon fine, infatti, in precedenza aveva iniziato e poi per qualche motivo era stato accantonato, mentre nel Palermo ha fatto da subito molto bene ed è riuscito ad avere quella continuità che in passato non aveva avuto, ma ricordiamoci che parliamo di un ragazzo che allora aveva dai ventidue ai ventiquattro anni, mentre oggi ne ha trenta. Era nel momento della maturazione e aveva l’età giusta per fare progressi”.

Quanto potrà incidere il fatto che magari ha un po’ di sana voglia di rivalsa dopo che è stato mandato in prestito prima al Siviglia e poi all’Osasuna?

“Ha perso una piazza importante come quella di Parigi e sicuramente non ci sarà rimasto bene, quindi, se sarà preso dal Torino arriverà motivatissimo e spero che possa dimostrare tutto il suo valore e le sue qualità, non da solo, ma insieme alla squadra perché le positive prestazioni dei singoli vanno di par passo il buon andamento del gruppo. Il portiere può essere bravo finché si vuole, ma i risultati si ottengono solo se anche tutta la squadra gira bene. Hart quest’anno ha fatto delle ottime parate e in qualche occasione ha commesso qualche errore di troppo, anche per il cambio di modulo, di allenamento, di modo di giocare, di campionato e di lingua. Sono tanti i fattori che incidono sul rendimento. Sirigu sicuramente non avrà problemi d’ambientamento essendo italiano”.

Sirigu preferisce una difesa a quattro oppure diversa?

“Non saprei, ma credo che non ci sarebbero problemi o grosse differenze fra un modo di giocare o un altro. Per un portiere è importante essere sempre attento e parare tutto. Ci sono differenti accortezze a seconda che la difesa sia a quattro oppure no, ma sono marginali e non è preponderante se la difesa è a tre o a quattro, alla fine sono dettagli come la differenza di posizione un metro più avanti o indietro e contano anche le qualità dei singoli difensori e come l’allenatore vuole sviluppare il gioco”.

Alla fine del prossimo campionato ci sarà il Mondiale in Russia e Sirigu è stato nel giro della Nazionale, un altro stimolo in più per fare bene e magari tornare in Azzurro?

“Sicuramente potrebbe giocarsi la chance di tornare in Nazionale e al Torino avrebbe tutte le premesse per fare bene. Se il Torino e lui disputeranno un buon campionato dipenderà poi solo dalle circostanze arrivare a un posto in Nazionale. Fino a due anni fa Donnarumma non lo conosceva nessuno e adesso è il portiere della Nazionale, in particolare lo sarà per il futuro appena Buffon gli lascerà il posto. Se non usciranno dal cilindro altri Donnarumma, Sirigu può, facendo bene, avere la possibilità di rientrare nel giro della Nazionale”.

Parlando di lei, quest’anno ha allenato i portieri del Fano, nella prossima stagione continuerà?

“Spero di sì, ho dato una mano al Fano che è vicino a dove abito e mi alterno fra allenare i portieri e fare il nonno, ma continuo nel mondo del calcio e mi auguro di farlo con il Fano”.