Paolo Archetti Maestri: “Dal Toro abbiamo avuto più giustificazioni che gratificazioni”

09.12.2020 19:48 di  Marina Beccuti  Twitter:    vedi letture
Paolo Archetti Maestri: “Dal Toro abbiamo avuto più giustificazioni che gratificazioni”
© foto di IVANO A ANTONAZZO

Paolo Enrico Archetti Maestri, leader e vocalist della band piemontese Yo Yo Mundi, sta combattendo, come tutti gli artisti in questo periodo di pandemia in cui non possono fare concerti, contro questo periodo di disoccupazione forzata. E il morale non è tra i più alti.

“Siamo tra gli Invisibili, dobbiamo mettere qualche pezza, quello che vorrei dal Governo sono delle promesse che dovrebbero essere mantenute. Personalmente proporrei un fondo anticipato a tutto il nostro mondo, che possa essere considerato come un anticipo dei nostri concerti, da parte anche delle Regioni e dei Comuni. Non vogliamo un sussidio, che resta poi fine se stesso, ma una promessa di lavoro. Una promessa alle persone che verranno ad ascoltarci, perché tutti abbiamo bisogno di bellezza e gioia, di cibo per la mente. Come tornare allo stadio? Per i tifosi del Toro, vista l’attualità,  tutta questa distrazione non ci sarebbe”.

E veniamo proprio alla nota dolente del Toro, la tua grande passione. Cosa pensi della contestazione di martedì?

“La squadra non è stata costruita per l’allenatore che abbiamo preso, e questo è imbarazzante per chi conosce il calcio, come se io avessi sbagliato accordi o strumenti per far nascere il mio nuovo disco, è qualcosa di straniante. Le giustificazioni possono essere tante, ma in questi anni abbiamo avuto più giustificazione che gratificazione. Partirei dalle scelte sbagliate che i professionisti del settore non dovrebbero lasciare al caso, noi tifosi non abbiamo grandi pretese, essere del Toro vuol dire essere diversi, sempre. Ma vogliamo decoro e dignità. Che ci porta ad affrontare gli altri avversari a viso aperto, con organizzazione e professionalità al livello delle altre squadre italiane. Dare fastidio agli altri è il nostro compito”.

Come giudichi il comportamento di Segre?

“Diciamo che si è trattato di immaturità, tutti abbiamo avuto vent’anni, bastava spiegare bene la didascalia di quella foto. Mi rendo conto della gravità del gesto, ma il povero Jacopo, oltre ad essere cresciuto con altri valori rispetto ai giocatori del passato, ha fatto un’ingenuità, è un bel giocatore del Torino che verrà, averne giocatori come lui, considerando alcuni mercenari che abbiamo avuto in passato. La contestazione a Sirigu, ad esempio, è assurda, preferisco avere degli essere umani che sbagliano, piuttosto che una squadra disorganizzata. Quando prende gol si vede che non gli sta bene questa situazione, anche Nkoulou ha dimostrato di esserci, ma anche lui è entrato in questo frullatore di inadempienze, di errori di costruzioni e scarsa difesa dei nostri valori, una squadra molto disorganizzata. E’ un singhiozzo per tutto, se Cairo vuole continuare ad essere proprietario si cerchi un altro presidente, aumenti gli investimenti. Io mi affeziono a chiunque veste la maglia del Toro”.

Credi nella futura campagna acquisti di gennaio?

“Non mi aspetto nulla a gennaio. E vorrei dire a chi sa di Toro che deve dare consigli anche nelle piccole cose, come il collettino bianco stile Talmone che ha portato male”.

Petrachi poteva ancora essere utile alla causa?

“E’ andato via e ha lasciato delle cose in sospeso, come promesse di andare via, di nuovi contratti, creando malumori perché andando via lui non si sono verificati. Ha fatto bene il suo lavoro negli anni passati, portando giocatori importanti. Lui aveva anche buoni rapporti con i giocatori, ma questo giocare al risparmio e rimandare i contratti, può funzionare per Cairo nelle sue attività, non nel calcio”.

Nel tuo ultimo album c’è una canzone che sembra una dedica a Maradona.

Alle finte che nascondono il pallone, ci è sembrato giusto come dedica per Maradona, ma vale anche per il talento di Pulici, di Meroni, Mazzola, per andare ad uno come John Lennon, Fenoglio e per tutti i talenti dell’arte. Lennon, a quarant’anni dal suo omicidio, ci ha lasciato la meraviglia dei Beatles che ancora oggi riescono a stupirci. Ha scritto canzoni come Imagine, che possono cambiare il mondo con il pacifismo”.

Gli Yo Yo Mundi usciranno con il loro nuovo album “La rivoluzione del battito di ciglia”, che è il diciannovesimo della discografia della band piemontese. Arriva nell’anno in cui il gruppo celebra i 31 anni di attività, una carriera lunghissima che li ha visti realizzare anche musiche per numerosi spettacoli teatrali, colonne sonore per documentari, oltre che importanti sonorizzazioni e rimusicazioni di diversi film muti. Tra le più note quella di Sciopero, film di S. M. Ėjzenštejn, che è stata portata in scena circa duecento volte con numerose repliche oltre confine, compreso uno straordinario il tour in UK e Irlanda.

Per la cronaca Paolo ha aperto una pagina su Facebook contro il razzismo "Tifosi del Torino Fc uniti contro il razzismo".