Torino, dopo il derby è cambiato tutto

26.05.2015 11:42 di  Marina Beccuti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Flavio Bacile per TorinoGranata twitter @ flavio_bacile
Torino, dopo il derby è cambiato tutto
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Finisce a San Siro, in quello che era una volta il tempio del calcio italiano, il sogno europeo degli uomini di Ventura, con una brutta sconfitta, poco gioco, tiri in porta praticamente assenti, e punteggio pesante da portare a casa. Di fatto, questo risultato, chiude la stagione agonistica dei granata, manca è vero una partita, che può essere considerata alla stregua di un’amichevole, e che nulla può aggiungere al campionato del Torino e del Cesena.

Guardando alla stagione del Toro si può tranquillamente affermare che è stata piuttosto altalenante, dal punto di vista del rendimento, del gioco e dell’equilibrio tattico.

Volendo si può spezzare in tre tronconi il cammino dei granata nel campionato, con il derby di Torino, che nel primo e nel secondo caso, resta il punto di svolta della stagione.

Ovviamente i tre tronconi sono puramente indicativi, anche perché in un campionato lungo come il nostro, è francamente difficile mantenere gli stessi standard di rendimento per tutta la stagione. Comunque, sono numeri e considerazioni che possono risultare interessanti.

Prime 13 partite di campionato, derby d’andata compreso, tre vittorie, tre pareggi, sette sconfitte, 12 punti fatti, media punti\partita 0,923, che fanno "in prospettiva" 35 punti in 38 partite.

Il che avrebbe significato una salvezza sofferta, tante polemiche e una marea di difficoltà,

Dalla sconfitta alla vittoria nel derby, 19 partite, nove vittorie, otto pareggi, due sconfitte, 35 punti fatti, media punti\partita 1,842, che fanno "in prospettiva" 70 punti in 38 partite. In questo caso il risultato non solo sarebbe stato strabiliante, ma persino incredibile a credere, vale a dire, secondo posto in solitaria, alle spalle della capolista, piena zona Champions, con una squadra che tecnicamente si era impoverita, ma che evidentemente aveva trovato degli equilibri importanti. Ultimo troncone, post vittoria nel derby (manca comunque la gara interna contro il Cesena), 5 partite, una vittoria, un pareggio, tre sconfitte, 4 punti fatti, media punti\partita 0,8, che fanno 30 punti in 38 partite.

Quindi un cammino che avrebbe portato alla retrocessione, tenendo comunque presente, che cinque partite sono poche per tracciare un trend statisticamente accettabile.

Vale comunque la pena ribadire che questo è il periodo peggiore dei granata.

C’è da chiedersi quale sia il vero Toro, quello perennemente in lotta per non retrocedere del primo periodo, quello dei settanta punti che batte la capolista, della seconda frazione, o quello di queste ultime cinque giornate, che amaramente sarebbe retrocesso. Come sempre la verità sta nel mezzo, e forse, mai come quest’anno, la classifica è veritiera per i granata. Insomma nè Cairo, nè Ventura, e nemmeno i tifosi, possono lamentarsi di quello che si è fatto, che personalmente credo rispecchi il valore di questa squadra. Qualcuno, è vero, può recriminare per il gol regolare annullato a Maxi Lopez, partita contro il Palermo poi terminata 2-2, ma questo non basta a giustificare il tonfo casalingo contro l’Empoli, i cinque gol subiti a Genova, e la sconfitta contro il Milan di Inzaghi.

Questo è l'altro rovescio della medaglia, e non ho dubbi che le parole di Ventura siano più che veritiere, comunque da valutare quanto, e forse anche di più, degli episodi a sfavore.

Cosa aspettarsi ora?

Francamente non lo so, ho delle mie idee precise, almeno su quello che sarà l'indirizzo del mercato del Toro, e le tengo per me.

Come però ho già detto più volte, nessuna società italiana ha la forza, ma forse anche la volontà, di respingere certi attacchi, fatti con milioni sonanti, specialmente in questo periodo dove il calcio giocato è l’ultimo pensiero, purtroppo, di chi il calcio lo amministra.

Quanto al Toro, Cairo prima, Petrachi poi, hanno ribadito che non parte nessuno dopo il 30 di giugno, almeno di quelli che hanno mercato. Personalmente penso sia una cosa giusta, di difficile, anzi difficilissima attuazione, anche perché, e il caso Cerci lo insegna, l’offerta irrinunciabile, può arrivare in qualsiasi momento.

Ripropongo quindi un concetto, se volete anche una specie di slogan, guardando al mercato dei granata, sarà utile, "tenere un occhio aperto su chi parte, e due su chi arriva".

Magari si sbaglia anche meno nei giudizi.