Al Torino si chiede di: entrare in partita, essere meno prevedibile e reggere fino alla fine

Le difficoltà della squadra granata perdurano da tempo e c’è la necessità di superarle. Giocatori e allenatore devono trovare in loro stessi le risorse per rimettersi in carreggiata.
12.02.2016 10:49 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
Al Torino si chiede di: entrare in partita, essere meno prevedibile e reggere fino alla fine
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il Torino deve in qualche modo svoltare in positivo, i problemi non si cancellano nel tempo di un battito di ciglia, quindi domenica contro il Palermo è inutile pretendere chissà che cosa, però, tre richieste si possono fare a Ventura e alla squadra: entrare in partita, essere meno prevedibili e reggere fino alla fine. La prima, entrare in partita, è quello che dovrebbe fare qualsiasi squadra ogni volta che scende in campo, la concentrazione attiene al singolo, se ognuno è concentrato lo è anche la squadra nel suo complesso. Per qual che riguarda Ventura deve ovviamente capire se qualche giocatore dà segnali di minor attenzione e nel caso non inserirlo in formazione, fosse anche il più titolare fra i titolari.

La seconda, essere meno prevedibili, dipende soprattutto dall’allenatore, lui prepara la partita e gli schemi, quindi trovi soluzioni alternative che siano adatte ai giocatori che ha. La squadra soffre di questo grave problema dell’essere prevedibile ormai da mesi e Ventura ha avuto tutto il tempo per studiare come sopperire, si spera con soluzioni semplici che non prevedano settimane di apprendistato e che lascino almeno un po’ i giocatori liberi in campo di prendere l’iniziativa per trovare la giocata migliore da eseguire, anche se non è stata provata e riprovata in allenamento, sta poi agli altri compagni essere attenti e seguire chi sta proponendo lo spunto per creare la superiorità numerica sia che si tratti di fase offensiva sia che si tratti di fase difensiva.

La terza, reggere fino alla fine, è quasi un obbligo morale per evitare di gettare alle ortiche quanto fatto oppure per recuperare una situazione. I giocatori sono dei professionisti e sanno che i cali di concentrazione si pagano cari. Ventura dal canto suo deve essere tempestivo nei cambi e sapere se è il caso di mutare l’assetto della squadra oppure no e chi ha bisogno di essere sostituito, con la sua esperienza leggere la partita e valutare la sua squadra e gli avversari non è un problema, o almeno non dovrebbe esserlo.

Giocate semplici, che spesso risultano le più efficaci, non sbagliare i passaggi e vincere i duelli uno contro uno completano il bagaglio di risorse che il Torino ha l’obbligo di sfruttare per non ripetere più prestazioni ben al di sotto dell’accettabile per una formazione di serie A. I giocatori mercoledì sera si sono ritrovati tutti a cena e questo può aver aiutato il gruppo a ritrovare serenità e armonia, Ventura ieri sera era al Teatro Ariston di Sanremo per assistere al Festival. Staccare per rilassarsi sicuramente è utile per tornare ancora più carichi, non è sinonimo di superficialità o menefreghismo, anche queste piccole cose possono aiutare ad andare in campo con quella dose di leggerezza che tiene lontano i pensieri cupi che ultimamente hanno gravato e peggiorato le prestazioni del Torino.