Derby, gli episodi che hanno cambiato il match

02.12.2012 18:18 di  Marina Beccuti   vedi letture
Derby, gli episodi che hanno cambiato il match
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E' chiaro che il Toro ha buttato via un'occasione incredibile quando poteva andare in vantaggio con Meggiorini al 23' del primo tempo, un tiro bellissimo che però è uscito fuori, quando pochi centimetri ti cambiano la vita. Il solito Meggiorini, verrebbe da dire, certo non gli va molto bene in questa prima parte di stagione, con Ventura che continua dargli fiducia a dispetto dei tifosi che mugugnano. Ieri il mister è andato ad un passo dal tripudio, perchè segnare nel derby ti porta direttamente nella storia granata. Invece non è andata così. Andare in vantaggio allo Juventus Stadium sarebbe stato importante perchè avrebbe costretto la Juventus a buttarsi in avanti aprendo altri spazi per i granata, che comunque nel primo tempo ne hanno avuti a disposizione. Poi c'è stata l'espulsione di Glik al 36', l'episodio chiave della stracittadina. Possiamo discuterne fino a domani, il fallo c'è stato, duro, senza cattiveria, perchè il nostro Camillo non è di certo un killer, ma nel pathos del derby s'è lasciato andare. A dire il vero, qui bisogna dare ragione a Ventura, ha preso prima il pallone della gamba di Giaccherini, per cui poteva starci anche solo l'ammonizione. Tuttavia in un derby l'arbitro cerca sempre di non far degenerare la partita per questo ha optato per il rosso. Ad essere maligni si può pensare che lo stesso fallo fosse stato compiuto da un giocatore con l'altra maglia la decisione sarebbe stata più soft, ma comunque non è scandalosa l'espulsione, Glik è stato generoso, forse troppo.

Poi c'è Marchisio, il match winner, colui che ha interpretato nel modo migliore il derby, con signorilità, molto più dei suoi dirigenti che hanno permesso che entrasse uno striscione vergognoso su Superga. Pensando al ragazzo di Chieri, cresciuto tra i bianconeri, vengono in mente quei ragazzi che avevano costruito la bella promozione del 2005, quando poi il Torino Calcio fallì. In primis Balzaretti, torinese, cresciuto in granata, che avrebbe potuto ripercorrere una carriera simile a quella di Marchisio. Balza perchè indigeno del posto, così come Mantovani, ma c'erano anche i Sorrentino, lo stesso Quagliarella, per non parlare di Marchese, Acquafresca e tanti altri. Al Torino è rimasto solo Ogbonna, per fortuna che almeno lui è stato preservato, però è chiaro che quando si parla di derby, di sfide, di rimpianti e pensieri sparsi, non si può mai dimenticare il fallimento, che in un giorno ha spazzato via una storia che era durata 99 anni di fila. Con la continuità anche i derby sarebbero stati diversi. Ma con i sè e i ma non si va avanti. E magari sarebbe il caso che Ventura tornasse qualche volta sui suoi passi per domandarsi se è ragionevole continuare con il suo modulo in tutti i match e non provare qualche volta ad adattare la squadra agli avversari. Il motto è: la partita la facciamo noi, ma qualche volta adeguarsi non significa piegarsi e perdere in personalità, ma mettere in difficoltà l'avversario dove crede di essere più forte.