Duncan, un anno (e più) dopo. Non solo Toro sulle sue tracce

30.12.2020 10:12 di  Claudio Colla   vedi letture
Duncan, un anno (e più) dopo. Non solo Toro sulle sue tracce
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca

Approdato in quel di Firenze quasi esattamente un anno fa, dopo un lungo corteggiamento da parte del Toro (iniziato in realtà un paio d'anni prima), Alfred Duncan, centrocampista ghanese "di lotta e di governo", non è riuscito a ritagliarsi la posizione auspicata, in maglia viola. I soliti infortuni muscolari di piccolo-media entità hanno finito per minarne, soprattutto per quanto riguarda la stagione in corso, minutaggio e rendimento: appena quattro presenze in campo (più una in Coppa Italia), per un totale di 183 minuti. In un reparto, peraltro, che certo non si può dire non sia affollato, seppur tra tanti innesti finora ben al di sotto delle aspettative; dall'ex-Hellas Amrabat al cavallo di ritorno Borja Valero, passando per "Jack" Bonaventura, altro nome scippato al Toro, col solo Castrovilli, ormai giovane veterano della squadra, capace di brillare, sotto il segno di quelli che furono i De Sisti, gli Antognoni, i Rui Costa.

Pari a 17 milioni di euro l'investimento complessivo effettuato dai gigliati sul suo cartellino, Duncan, secondo Transfermarkt.de, vale già il 30% in meno della suddetta della cifra. Una dozzina di pippi, cifra di per sé quasi ragionevole, al netto della scarsa disponibilità un po' di tutti i club in circolazione, a partire dai giganti europei (dal Barcellona alla Juve, passando per Real, Bayern, e City), a privarsi di liquidità, per ovvie ragioni di crisi economica - causa pandemia - imperante. Per tale ragione, la Fiorentina starebbe pensando a impiegare l'ex-Samp in uno scambio: con la Lazio, per arrivare a Caicedo (ma il mediano ghanese non sembra suscitare alcun interesse nei biancocelesti, che guardano invece al laterale mancino Cristiano Biraghi), o con l'Inter, per coronare il sogno Radja Nainggolan, pallino di Commisso (e ai neroazzurri non sembra dispiacere l'idea di Duncan come vice-Gagliardini, specie considerato lo status di elemento del vivaio neroazzurro dell'atleta africano, aspetto che consentirebbe a Conte di inserirlo nelle liste per campionato e coppe - ormai in vista della prossima stagione -  senza dover escludere un altro elemento della rosa). Oltre alla pista indiretta legata al Cagliari, dimensione in cui Duncan, presumibilmente, potrebbe riacquisire il minutaggio dei suoi anni migliori al Sassuolo: se l'accordo tra Inter e isolani per lo stesso Nainggolan finisse per saltare, per quanto i rossoblù appaiano al momento in ottima posizione, nell'ottica di portare il trentaduenne centrocampista belga in Sardegna per la terza volta, un gentleman's agreement con i viola aprirebbe le porte a un approdo del Ninja - allettato dall'idea di giocare al fianco di un campione del calibro di Ribery - a Firenze, con Duncan contropartita indiretta in direzione Cagliari.

E il Toro, se facesse sul serio? Cosa avrebbe da offrire al giocatore e alla Fiorentina? Un campionato sì da protagonista, al netto degli infortuni, per il ventisettenne di scuola neroazzurra, certo, ma dalle sponde tutt'altro che ambite di quell'ultimo posto in classifica attualmente occupato. Col rischio che le sabbie mobili della retrocessione inghiottano inesorabilmente la squadra, rendendo decisamente meno rosee le prospettive individuali dei suoi elementi, a partire da quelli di spicco. Per i gigliati, invece, la proposta potrebbe essere quella di un prestito, magari di diciotto mesi, con diritto di riscatto obbligatorio (e tale durata del trasferimento temporaneo consentirebbe ai viola, per non incappare in una minusvalenza, di mantene il costo finale del cartellino, presumibilmente dopo il versamente di una cifra tra gli uno e i due milioni di euro al momento della cessione, al di sotto dei dieci milioni complessivi), tendenzialmente in cambio di un'opzione da esercitare nel prossimo futuro su uno tra Belotti, Singo, e Bremer. Ipotesi coraggiose in ballo: quel che è certo è che il Toro ha bisogno di linfa nuova in mezzo al campo, per giocarsi seriamente le proprie carte salvezza.