E' il Toro di Ventura

28.11.2011 08:58 di  Marina Beccuti   vedi letture
E' il Toro di Ventura
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Flavio Bacile

Il Toro torna alla vittoria e consolida il suo primato in classifica, battendo un Livorno ben organizzato in difesa, ma troppo poco propositivo. Contava fare risultato, dare una risposta di carattere, ed il Toro c’è riuscito a pieno, in una gara che forse è piaciuta poco a chi pensa che l’estetica sia tutto, e che invece racchiude tanta sostanza. Un Toro diverso solo nel modulo, che rispecchia sempre di più il carattere del proprio allenatore, padrone assoluto del centrocampo, nonostante il Livorno potesse contare su più uomini in questa zona, tosto, anzi tostissimo in difesa, con l’unico neo di un attacco che fatica a costruire palle gol. Intendiamoci, non era facile costruire gioco in attacco, il Livorno era venuto a Torino con l’intento di strappare un punto, e tranne uno o due calci d’angolo, mai ha messo in difficoltà la retroguardia granata, impostando una partita difensiva che sembrava perfetta. Il primo tempo del Toro è stato a mio parere di grande livello, con un’attenzione ai particolari che non vedevo da tanto tempo, con quella pazienza che hanno i forti, con quella capacità di far girare la palla che contraddistingue le squadre di Ventura. Ottimo a mio parere il primo tempo di Vives, schierato forse a sorpresa per uno Sgrigna febbricitante, con l’ex leccese che ha trovato più di una volta i tempi giusti per inserirsi e giocare tra le linee, buona anche la prova di D’Ambrosio e Parisi, che hanno appoggiato l’azione offensiva con una discreta continuità. È mancato l’attacco, è vero, e pur concedendo mille attenuanti agli avanti granata, è sembrato alla fine che mancasse qualcosa, che il Toro fosse meno bello di quanto invece era.

Alla fine c’è stata la prestazione, sono tornati i tre punti.

Tatticamente la partita l’ha vinta Ventura, non ci sono dubbi, anche quando ha operato i cambi il modulo tattico è restato lo stesso, che era poi quello giusto per mettere in difficoltà il sistema di gioco del Livorno. Il fatto che il gol sia arrivato solo a dieci minuti dalla fine è solo un caso.


Il Livorno poteva pungere solo in contropiede, ma con l’inserimento di Vives ed il sacrificio di Stevanovic, anche lui febbricitante, il Toro ha chiuso di fatto ogni velleità offensiva degli uomini di Novellino.  Questo, è vero, ha portato una certa sofferenza in fase offensiva, anche perché il Livorno raddoppiava sempre sul portatore di palla, si chiudeva con una certa rapidità e difficilmente concedeva campo. Antenucci è tornato a giocare da punta, ha avuto due buone occasioni sui piedi, una nella prima frazione, una, ancora più clamorosa, sul finale di partita. Secondo me ha disputato una discreta partita, poteva fare meglio, ma non ha deluso. Chi invece ha avuto una giornata da dimenticare è stato Ebagua, dal quale sinceramente mi aspettavo qualcosa in più.


Se qualcosa, della prestazione dell’ex giocatore del Varese, si può salvare nel primo tempo, mi riesce impossibile nella ripresa, dove praticamente è sparito. Un giocatore questo che va ritrovato, ha fisicità, corsa ed anche una buona tecnica, quindi in questo gruppo può starci, deve solo ritrovare un pochino d’autostima. Mi ha fatto un piacere enorme rivedere in campo Verdi, il fatto che abbia poi giocato una buona frazione di match, conferma quanto di positivo si era detto di lui. Il tempo gli darà ragione, è giovane e può solo crescere.

Ora avanti con il Padova. Il Toro sarà rimaneggiato a causa di squalifiche ed infortuni vari, questo però non significa che sarà meno “Venturiano” del solito, anzi, significa l’esatto contrario. Una partita, quella contro il Padova, che sarà profondamente diversa da quella giocata contro il Sassuolo, dove le due squadre hanno dimostrato di rispettarsi e di non voler concedere nulla all’avversario. Il Padova cercherà di mettere in difficoltà il Toro con il suo gioco, che è a mio parere abbastanza offensivo, il Toro dovrà sfruttare gli spazi che forzatamente gli uomini di Dal Canto dovranno concedergli, senza però rinunciare al “frulla-frulla” che è la caratterista principale del suo gioco.


Anche perché questo è proprio il Toro di Ventura, giorno dopo giorno, sempre di più.