Laxalt resta un nome. "Vibrazioni" ok: si può chiudere per una cifra onesta

20.08.2019 11:44 di  Claudio Colla   vedi letture
Laxalt resta un nome. "Vibrazioni" ok: si può chiudere per una cifra onesta
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© foto di Federico Gaetano

Time is running out, per dirla con i Muse: due settimane scarse alla chiusura del mercato, e tante squadre, in giro per l'Europa, impegnate a riempire i buchi dei propri organici, e a rimediare alle carenze emerse nel corso del precampionato, di fatto ancora in corso per le italiane. Sfumata, causa infortunio, la pista Fares, per il Toro resta in piedi la necessità di integrare, forse l'innesto a venire più importante di tutti, un nuovo laterale sinistro. La statistica, purtroppo, dice chiaramente che Ansaldi più di qualche gara la salterà, e i granata, specie di fronte all'ipotesi di tre fronti aperti, non possono ritrovarsi nella posizione di adattare giocatori nel ruolo cruciale di esterno nel 3-4-2-1/3-4-3 ormai adottato da Mazzarri.

Il nome caldo è quello di Diego Laxalt. Ancora giovane, ottima conoscenza del campionato di Serie A, capacità di disimpegnarsi anche da mezzala (proprio come l'argentino), e persino da ala, il 26enne nazionale uruguagio è tatticamente un perfect match per il tecnico granata, ragione per cui, fin dall'approdo dello stratega toscano sulla panchina del Toro, l'idea di uno sposalizio tra il club e Laxalt, portato in Italia dall'Inter ed esploso in maglia Genoa, è stata coltivata. Sondato, si diceva, da numerose società, il Toro per lui rappresenterebbe un approdo ideale, come detto in più sedi. Anche a lungo termine. E la richiesta di 15 milioni di euro, apposta sul suo cartellino dal Milan, può assolutamente calare: Laxalt, preso dal Genoa un anno fa, per 14 milioni di euro, è ora a bilancio per 11 e mezzo, e non è su di lui che il club rossonero, ragionevolmente, dopo una stagione molto al di sotto delle aspettative, punta per una plusvalenza. A Giampaolo, che ha affidato la mancina del suo 4-3-1-2 al nuovo arrivato Theo Hernandez, interessa di più, dovendo scegliere tra una serie di giocatori che non lo entusiasmano, tenere in rosa, come alternativa, Ricardo Rodriguez: lo svizzero ex-Wolfsburg è più difficilmente collocabile altrove, causa ingaggio elevato, e la sua capacità di ricoprire, all'occorrenza, anche il ruolo di centrale difensivo, lo rende elemento decisamente più godibile, rispetto ai bisogni tattici del tecnico ex-Samp ed Empoli.

Mentre il Toro spera di poterla "tirare lunga" fino alla fine, e ottenere Laxalt con un disperato prestito con diritto di riscatto prima del gong, l'affare potrebbe invece chiudersi prima, in maniera redditizia per entrambe, intorno ai 12 milioni di euro, cifra peraltro che corrisponde alla valutazione su Laxalt effettuata da Transfermarkt.de. Il Milan andrebbe fondamentalmente a pàro, rispetto al bilancio, con l'investimento effettuato, ripulendo la propria rosa da quello che al momento risulta un esubero. E Laxalt potrebbe ricominciare, in un contesto pressoché ottimale, decisamente più adatto alle sue caratteristiche rispetto al progetto tattico offertogli da Fiorentina, Betis, Marsiglia (tutte difese a quattro, con tridenti e/o quartetti offensivi, non il massimo per l'uruguagio ex-Bologna), e di maggior prestigio rispetto a Fenerbahçe e SPAL. C'è l'Atalanta, certo, che però nel suo ruolo ne segue un'altra mezza dozzina. Tante le valutazioni in corso, ma Laxalt-Toro è un matrimonio che, per certi versi, appare scritto nelle stelle. La fattibilità dal punto di vista prettamente pragmatico, tuttavia, è un altro paio di maniche.