Longo ne è convinto: “Ce la faremo”, ma non si deve entrare nel loop “a un passo dalla retrocessione”

Un mese fa il Torino era a due punti dal sesto posto e oggi, per quanto sia in caduta libera, è quasi la stessa squadra di allora. La mentalità da perdenti va bandita.
12.02.2020 17:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Moreno Longo
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Moreno Longo
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Nessuno nega che la situazione del Torino sia molto difficile e neppure che la squadra granata sia scivolata in classifica avvicinandosi alla zona dove c’è chi lotta per non retrocedere, anche perché farlo sarebbe da babbei e da  incompetenti, ma ha ragione Moreno Longo che ieri, prima dell’inizio dell’allenamento, in risposta a un tifoso che gli diceva in modo colorito di dare una scossa ai giocatori ha risposto: “Ce la faremo”. Si può esserne certi che la risposta del neo allenatore del Torino non sia stata solo di circostanza e chi lo conosce anche solo un pochino lo sa. Ne è convinto ovviamente, anche perché per quanto la squadra sia in caduta libera, quattro sconfitte nelle ultime quattro partite di campionato con sedici gol subiti e due soli fatti di cui uno un autogol e c’è da aggiungere l’eliminazione dalla Coppa Italia con altre due reti incassate e va detto due realizzate e una tenuta atletica precaria, il Torino è pur sempre quasi la stessa squadra (a parte le cessioni di Falque, Bonifazi, Laxalt e Parigini) che alla fine del girone d’andata, quindi esattamente un mese fa, era a due punti, sì proprio due punti, dal sesto posto.

Oggi il Torino ha otto punti in più della terzultima e in mezzo ci sono quattro squadre, Fiorentina e Udinese a due lunghezze, Sampdoria a quattro e Lecce a cinque e con le prime due il Torino deve ancora giocare così come con le ultime tre, Genoa, Brescia e Spal. Il “Ce la faremo” di Longo sicuramente include anche queste considerazioni. Però a iniziare dall’ambiente intorno al Torino e tanto più i giocatori nessuno deve entrare nel loop del “Siamo a un passo dalla retrocessione” perché è una mentalità da perdenti e chi ha questa mentalità inevitabilmente finirà per perdere e quindi per retrocedere. Un conto è essere consapevoli delle grandi difficoltà, un altro è pensare che oramai non ci sia più nulla da fare. Bando alle sciocchezze! Al termine del campionato mancano quindici partite e ci sono quarantacinque punti in palio.

I giocatori di motivazioni ne hanno e basta che le sfruttino. Sirigu e Belotti e anche Izzo fanno parte del gruppo di Roberto Mancini e a giugno ci sarà l’Europeo ed è impensabile che si giochino la convocazione in Nazionale facendo male nel Torino, a meno che non siano masochisti e assolutamente non ambiziosi. Ansaldi e Rincon, se sono in forma fisicamente, per mentalità non sono due che mollano. Millico, Edera e Singo sono giovani e vorranno sfruttare le chance che saranno concesse loro da Longo. Lyanco, Bremer, Lukic e Berenguer così come Aina e Meïté sapranno che se non sfoderano prestazioni positive la loro carriera prenderà una piega di secondo o anche terzo piano. De Silvestri è in scadenza e se vuole rinnovare con il Torino o trovare una collocazione soddisfacente altrove deve dare il massimo. Verdi se non si rilancia nel Torino finirà per essere considerato un calciatore per squadre di medio tendente alla bassa classifica. Baselli, Zaza e Djidji sono giocatori dall’andamento altalenante e per età (hanno rispettivamente 26, 28 e 27 anni) non sono più considerabili promesse, ma non sono neppure così vecchi da essere già nella parte discendete della loro carriera per cui fare bene in granata per loro è fondamentale. Nkoulou deve cancellare l’onta dell’ammutinamento che resta agli occhi di tutti, quindi anche fuori dal Torino, una macchia che dà da pensare sul suo modo di agire. E chi vuole andare via dal Torino ha bisogno di mettersi in mostra con prestazioni positive se vuole avere richieste da altri club che non siano inferiori a quello granata per obiettivi e monte ingaggi.
Il “Ce la faremo” di Longo deve diventare quello di ogni giocatore e anche dei tifosi, che sono quelli che soffrirebbero di più insieme a Longo e Asta per un esito della stagione infausto.