Più che da Juric la formazione anti Venezia è decisa dall’infermeria, ma il suo Toro deve adattarsi e dare il massimo senza lasciare altri punti per strada

27.09.2021 12:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Ivan Juric
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Ivan Juric
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

I nodi vengono sempre al pettine. E Ivan Juric, senza cercare alibi preventivi, di certo non nasconde i problemi del Torino che possono essere riassunti in una parola: infortunati. Già perché l’infermeria è affollata e se non bastasse con più di un giocatore che può fare la differenza: Belotti, Pjaca, Praet, Zaza e Edera. E per giunta, per motivi personali, Aina sarà assente per la partita di questa sera con il Venezia. Che dire, una bella iattura per una squadra che sta cercando di ingranare e crescere con risultati che stanno arrivando, segno quindi il lavoro del mister è positivo. Ma è difficile lavorare se mancano gli strumenti.

E meno male che la panchina del Torino è lunga altrimenti con partite ravvicinate, in 21 giorni (dalla gara con la Salernitana al derby di sabato) 5 match, l’emergenza sarebbe ancora maggiore. Juric dovrà inventarsi qualche cosa per schierare un attacco confacente alla sua idea di calcio e al suo 3-4-2-1. Pobega e Lukic per caratteristiche tecniche non sono trequartisti e Verdi e Brekalo neppure e in rosa tenuto conto che Belotti e Zaza sono infortunati l’unica altra punta è Sanabria che di conseguenza è costretto a fare gli straordinari visto che non ci sono in rosa mezze punte che in casi come questi possono sopperire.

Juric, obtorto collo, modificherà non tanto il modulo quanto il modo di interpretarlo. L’assenza di Aina comporta che Ansaldi giochi dal primo minuto e se poi avesse bisogno del cambio, i suoi muscoli di cristallo hanno bisogno di non essere sottoposti a fatiche eccessive, Rodriguez può essere spostato sulla fascia tanto ci sono Izzo, Zima oppure Djidji, a seconda di chi parte titolare, e Buongiorno che sono atti a comporre insieme a Bremer il trio difensivo a protezione di Milinkovic-Savic. In mezzo al campo Mandragora è il punto fermo e Pobega, Lukic, Rincon e Baselli, seppur abbiano caratteristiche differenti, sono idonei ad affiancarlo. Sono in cinque quindi anche i cambi sono assicurati. Sulla trequarti Linetty e Brekalo sono candidati a un posto da titolare, Verdi può poi dare il cambio al croato e se il polacco è a corto di benzina e fiato nella seconda parte della ripresa potrebbe toccare a Warming. E Sanabria non può che fare gli straordinari e al più se la partita prendesse la piega auspicata nel finale tra centrocampo e attacco qualcuno giocherà fuori ruolo. Come ultima ratio può essere mandato nella mischia qualcuno della Primavera, magari il giovane Stojkovic o anche Kone che hanno svolto una parte del ritiro a Santa Cristina e sanno che cosa vuole Juric in campo. Il mister l’ha detto chiaramente ieri in conferenza stampa quando si prendono giocatori negli ultimissimi giorni di mercato questi poi cambiano modo di allenarsi e rischiano di più gli infortuni e se poi la rosa è formata da alcuni giocatori con problemi fisici cronici il rischio è ancora maggiore.

Comunque mister Juric non si abbatte e men che meno deroga dal suo credo: “Avremo meno soluzioni, ma bisogna adattarsi e dare il massimo e cercare ugualmente di essere più cattivi sotto porta e non avere cali di attenzione. Abbiamo preso due gol all’ultimo minuto (con Atalanta e Lazio, ndr) che ci hanno fatto perdere tre punti. Mi brucia”. Figurarsi quanto gli brucerebbe tornare dalla partita con il Venezia - una neo promossa che per quanto giochi bene, sia solida e pericolosa sta ancora cercando la quadra per provare a competere in Serie A – con un bottino scarso o peggio ancora a mani vuote.