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Gravina: "La norma sulla quarantena in caso di contagio andrà rivista"

di Marina Beccuti

Nella trasmissione Tutti Convocati, in onda su Radio 24, ha parlato il presidente della Figc Gabriele Gravina, che ha spiegato così la ripartenza dei campionati professionistici.

"Premetto che sono stato sempre convinto che la base di preparazione fosse la meno impegnativa. Io sono realista, mi rendo conto che esistono dei rischi ancora molto attivi, legati non solo all'andamento della curva epidemiologica, ma anche ad aspetti culturali che predominano all'interno del nostro mondo, della nostra società civile e sportiva. L'esperienza di questi ultimi due o tre mesi ha fatto sì che ciascuno sviluppasse degli anticorpi, abbiamo accumulato energie che ci consentiranno con equilibrio, politico, etico e morale, di proporre delle soluzioni che ci consentiranno di arrivare a una chiusura di questo torneo, o di questi tornei se preferite".

Sulla quarantena da applicare in caso di contagi, che potrebbero verificarsi nelle varie squadra, Gravina ha aggiunto: "Il calcio non ha mai chiesto scorciatoie o sconti. Oggi esistono delle norme chiare, che consentono di poter continuare l'attività, isolando un atleta o un professionista dello staff, continuando gli allenamenti. Sappiamo che è prevista questa norma, l'auspicio è che a breve, una settimana prima dell'inizio dei tornei, quindi della Coppa Italia, si possa rivalutare: manderemo una nuova proposta, nella speranza che questa norma venga rivisitata. Oggi, teoricamente, ma probabilmente anche in pratica, crea grande ansia e preoccupazione".

Infine il presidente della Figc ha anche commentato l'algoritmo che ha creato Repubblica per ricomporre la classifica senza ripartenza: "Sì, qualcuno diceva che l'aquilone si alza controvento. In questo momento, l'aquilone è il mondo del calcio: sappiamo che ci sono dei problemi, dobbiamo dimostrare che siamo in grado di proporre soluzioni credibili, condivisibili e di facile applicazione".

Sul rapporto con il Ministro dello Sport Spadafora, Gravina ha risposto: "Ottimo, costante, di confronto. La sua prudenza è stata un atteggiamento strategico, tattico se volete, che ha consentito al calcio di arrivare nelle migliori condizioni per poter dire oggi che si può partire. Insieme abbiamo condiviso due principi fondamentali: che il calcio doveva ripartire quando ripartiva tutto il nostro Paese, non abbiamo mai chiesto canali preferenziali. E poi con prudenza, tutelando la salute di tutti. Questi due elementi, messi insieme, hanno ispirato il ministro. È inutile nascondere che dei momenti di tensione ci sono stati, ma è avvenuto perché c'era voglia di accelerare in un processo che, devo dire, oggi sarebbe stato dannoso per il nostro sistema, considerati alcuni rischi di positività. Oggi il risultato è arrivato anche grazie al determinante lavoro del ministro Spadafora e ai contributi del CTS. Mi auguro che, con la stessa capacità di dialogo e di confronto, soprattutto nel caso di CTS, si arrivi a limare ulteriormente qualche piccola restrizione che oggi ancora pesa sul nostro capo".