Mihajlovic: "L'impiego di Belotti? Vedremo tra oggi e domani"
A Sinisa Mihajlovic, in conferenza stampa pre-partita del match di domani contro il Chievo, viene subito chiesto come sta Belotti. "Ieri stava un po' meglio. Vediamo tra oggi e domani".
Barreca? "Sta bene".
Cairo ha detto che la clausola per Belotti vale quella di Higuain, già oggi Belotti può essere considerato un top player?
"Il valore di un giocatore lo fa il mercato, ma adesso tutte le valutazioni sono esagerate. Se valessero così tanto in ogni partita dovrebbero fare 3-4 gol. Se c'è qualcuno che li paga, bene, ma le cifre sono esagerate, il valore non è reale. Se avessi giocato adesso e non 20 anni fa, anch'io per le caratteristiche che avevo sarei valso 100 milioni. Se un giorno andrà via, l'Importante è che con i soldi incassati si rifaccia la squadra, che rimanga almeno fino a quando resterò io".
Con il Chievo quali insidie ci saranno?
"Il Chievo è un'ottima squadra che sa difendere e ripartire, è una formazione molto fisica e gioca in casa o in trasferta nella stessa maniera. Verranno qui per vincere e noi dovremo fargli sentire l'effetto del Grande Torino, il nostro stadio deve essere un fortino. Se li battiamo sulla grinta il resto lo farà la qualità, non sarà facile. Il Chievo va sfidato con la massima concentrazione".
Il campo molto bagnato può favorire il Chievo?
"Hanno messo i teloni, penso che sarà buono. Su un campo bagnato forse si trovano meglio i giocatori più leggeri. Noi dobbiamo attaccare e fare il nostro gioco, ed è meglio se il campo è in buone condizioni. Sfrutteremo le nostre caratteristiche".
In settimana ha visto reazioni da parte dei suoi giocatori?
"Non ero contento al di là del risultato perché non abbiamo fatto quanto dovevamo, poco movimento senza palla. Con possesso palla sterile e gioco lento. I ragazzi si allenano sempre bene. Certe partite sono difficili e sapevo che il Crotone non avrebbe giocato e che il pressing era difficile come sarà domani, dovremo giocare sulle seconde palle. Dovremo essere forti e cattivi più di loro, dobbiamo migliorare rispetto a domenica scorsa giocando con più intensità e agonismo".
I messaggi che manda in conferenza li manda anche all'interno dello spogliatoio?
"I miei giocatori sono ragazzi intelligenti e capiscono da soli di essere fortunati e sanno che fanno un lavoro che piace a loro, sono famosi, sono giovani e guadagnano tanto rispetto ad altre categorie di lavoratori. Ma devono sapere che la carriera è corta e devono fruttarla crescendo come uomini, se fanno così risultano giocatori migliori. I giocatori di oggi sono più professionali di quelli della mia epoca, solo giocano troppo con i videogiochi e comunicano poco e lo si vede anche in campo. Noi giocavamo a carte e parlavamo di più, non ci messaggiavamo a un metro di distanza, ma è la vita di oggi. Non so se hanno la stessa passione nostra".
Come mai dubita sulla passione?
"La passione riguarda tutto lo sport, non solo il calcio. Quando giocavo guardavo le partite e sapevo sempre chi era il mio avversario, eravamo più preparati. Se chiedo ai giocatori quali sono i prossimi tre avversari, non sanno dirlo. Non l'ho mai chiesto da quando sono al Torino, il discorso era generale".
La prova con il Crotone è stata comunque una crescita?
"L'ho detto anche ai ragazzi che essere cinici è un sinonimo di forza. Se giochiamo come sappiamo nelle partite difficili con avversari alla portata, dobbiamo trovare un modo per vincere. Le squadre davanti a noi corrono tutte e non possiamo permetterci passi falsi. Dobbiamo pensare a noi stessi essendo umili ma ambiziosi negli obiettivi, lavorando duro. Dobbiamo giocare con la mente libera e domani non possiamo fallire. Questo non ci deve caricare ma dare consapevolezza".
La classifica forse è la cosa meno bella che c'è stata finora, visto i tanti complimenti che ricevete?
"I complimenti li fate voi, non io. Avremmo potuto avere una classifica migliore con meno infortuni, ma bisogna andare avanti. Ai ragazzi ho detto che non devono montarsi la testa, quando si vince la gente si abitua bene e poi quando si perde arrivano le critiche. Io non mi faccio influenzare e loro devono fare altrettanto".
Le partite si devono guardare però?
"Una volta sono andato a vedere Guardiola, poi siamo andati a mangiare fuori e abbiamo visto la partita dei successivi avversari. Lui mi ha detto che i suoi giocatori quella sera erano tutti a cena fuori ma hanno tutti guardato la partita, il giorno seguente l'avrebbero commentata. Ecco, questo è molto importante e fa capire la passione, se si ha curiosità si va avanti".
Continua a dire che la partita con il Chievo sarà difficile, è un segnale che manda ai giocatori perché può essere anche più difficile delle prossime partite?
"Dobbiamo pensare partita per partita, l'atteggiamento e l'approccio devono essere al massimo perché - se non vinciamo con il Chievo - il ciclo che ci aspetta è difficile e rischiamo di non rimanere in linea. Dobbiamo concentrarci sempre e dare il massimo".
Ha un pensiero per le persone colpite dalle catastrofi naturali?
"A Genova avevo già vissuto situazioni di questo tipo, non so ma sembra che spesso le popolazioni non siano preparate a simili eventi. Si deve prevedere e prendere le giuste misure. Dispiace che le persone stiano male e muoiano, anche in Serbia succedevano queste cose poi ci siamo attrezzati per evitare il peggio. Se lo abbiamo fatto in Serbia si può fare anche in Italia".