AAA Cercasi un po' di dignità, urgentemente

I giocatori non accettano di essere gli unici colpevoli della disastrosa stagione. La sfida col Frosinone è ultima occasione per dimostrare professionalità e dignità.
16.03.2011 14:01 di  Elena Rossin   vedi letture
AAA Cercasi un po' di dignità, urgentemente
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© foto di Alberto Mariani

Lo scaricabarile sembra essere l’atteggiamento che tutti hanno deciso di adottare al Torino. Nessuno accetta di assumersi la responsabilità di una stagione che non ha portato i risultati auspicati. Per la verità due persone il coraggio di dichiararsi pubblicamente responsabili degli insuccessi lo hanno avuto: Franco Lerda, che ha sempre difeso i suoi giocatori, che non ha mai cercato alibi negli infortuni, nelle direzioni arbitrali e negli ingaggi di giocatori non sempre adatti alla sua concezione del gioco del calcio; e Gianluca Petrachi che non si è mai lamentato del quasi inesistente budget a disposizione per allestire la squadra e dell’obbligo di sfoltire la rosa zavorrata da calciatori, arrivati prima del suo ingresso in società, non più graditi, ma con ingaggi eccessivi e poco mercato e che ha ammesso di aver scelto lui gli attuali giocatori. Papadopulo, ovviamente, è esente da questo discorso perché è l’ultimo arrivato, ingaggiato proprio nella speranza di agguantare in extremis i playoff e così aggiustare la stagione.
 

I calciatori, invece, non hanno per nulla gradito che il direttore sportivo sottolineasse che anche loro erano responsabili della situazione, che il nuovo allenatore - non ha nemmeno un secondo da perdere visto l’esiguo tempo rimasto, undici partite - avrebbe improntato le sue scelte su giocatori che avessero dimostrato di essere disposti a seguire le sue indicazioni, concentrandosi sul lavoro senza farsi distrarre da nulla e che i tifosi contestassero con fischi e insulti le pessime prestazioni in campo e l’atteggiamento troppo rinunciatario di fronte alle difficoltà, ritenendo che le parole di Petrachi e Papadopulo avrebbero favorito la contestazione dei supporter, come se quest’ultimi non avessero gli occhi e la capacità di giudicare da soli. Anziché arrabbiarsi con il mondo intero un bell’esame di coscienza sarebbe stato più opportuno e senza lamentarsi con amici, familiari, procuratori, conoscenti e quant’altro rimboccarsi le maniche, lavorare sodo per scendere in campo determinati a vincere e dimostrare con i fatti di saper reagire alle critiche.
 

Da ieri pomeriggio la squadra è in ritiro a Roma, alla Borghesiana, in vista della partita di sabato con il Frosinone - penultimo in classifica con ventinove punti frutto di sei vittorie, undici pareggi e quattordici sconfitte, trentadue gol fatti e quarantasei subiti; di quest’esiguo bottino in casa le vittorie sono state quattro, i pareggi sette e le sconfitte cinque, i gol realizzati sedici e quelli incassati diciotto – il tempo e la tranquillità per riflettere ci sono, ma soprattutto per decidere se si vuole reagire, perché la forza interiore o c’è o non c’è e non esiste allenamento che la possa forgiare. La dignità impone che se la forza interiore c’è va tirata fuori, se non c’è bisogna dirlo sinceramente.