Civitavese: "Il Toro non deve distruggere tutto. Bianchi? Lo terrei"

31.05.2011 14:40 di  Raffaella Bon   vedi letture
Civitavese: "Il Toro non deve distruggere tutto. Bianchi? Lo terrei"
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© foto di Federico De Luca

Il giorno dopo la debacle granata sono tante le domande che nascono spontanee, da dove ripartire, perchè è successo questo. Per il tifoso è necessario trovare un colpevole, su cui scagliare tutta la rabbia. Per l'occasione abbiamo sentito Civitavese, mental coach della Reggina, che in precedenza aveva già espresso il suo pensiero prima del match contro il Padova.

Si parla oggi di rivoluzione, è giusto?
A mio avviso no. Intanto bisogna capire quali sono state le cose negative e poi ripartire dalle cose che hanno funzionato bene. Non è giusto azzerare totalmente tutto. Intanto bisogna capire da quali giocatori è necessario partire e da quali no. Ad esempio io cercherei di trattenere facendo uno sforzo economico Bianchi. In questo momento bisogna lavorare seriamente e non in modo emozionale. Bisogna tenere i giocatori cardine e magari mettere qualche tassello importante e sono sicuro che quel punto il Torino sarà competitivo.

Ma le responsabilità sono tutte di Cairo?
Il Torino vive la stessa realtà della cugina Juventus. Non è facile azzerare e ripartire. la Juventus lo ha fatto con Calciopoli, il Torino lo sta facendo di continuo. Magari Cairo è stato anche costretto a fare certe scelte perchè non regge a quello che la piazza pretende. Mi sembra di rivedere quello che è successo con Moratti. Comprava grandi campioni, ma non vinceva. Quando ha deciso di tenere Mancini anche senza risultati raggiunti, ha iniziato a vincere. In campo poi non va lui, ma i giocatori.

Quindi la prima scelta è il tecnico?
Sì e se devo dare una colpa a Lerda è quella di averlo sempre visto con poca grinta. A questo punto bisogna che la società capisca se è il caso di andare avanti con lui o meno. Ma non sarebbe nemmeno sbagliato riconfermarlo, magari comprando i giocatori che chiede per il suo modulo di gioco. Io credo che comunque abbia portato un'identità alla squadra. Ad esempio quando è stato esonerato io non l'avrei fatto, lì sono stati persi dei punti preziosi. Se esoneri un allenatore non ha senso poi richiamarlo, in tante piazze ad esempio ci sono stati degli esoneri ma, o prendi un terzo allenatore, vedesi come è successo a Grosseto, dove il mister ha fatto molto bene, o prendi qualcuno che fa parte della società come è successo a Padova con Del canto. Ma se te non hai fiducia nell'allenatore è dura andare avanti.

Ma cosa è successo domenica?
Come avevamo detto anche prima è scattato quello che temevamo, sono stati vittime della loro paura. La paura di non farcela. Nel nostro cervello ci sono due parti, la parte razionale e quella irrazionale e a volte quella irrazionale ha il sopravvento come in questo caso.