ESCLUSIVA TG – Agostinelli: “Il Torino deve ritrovarsi nell’aver fame di vincere a tutti i costi”

04.12.2014 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
ESCLUSIVA TG – Agostinelli: “Il Torino deve ritrovarsi nell’aver fame di vincere a tutti i costi”
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Andrea Agostinelli è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Agostinelli è un allenatore, attualmente è commentatore delle trasmissioni sportive di Mediaset, con lui abbiamo parlato del momento che sta vivendo il Torino e della difficoltà a segnare e a fare punti.

 

Nel mese di novembre il Torino ha racimolato un solo punto in campionato con l’Atalanta e uno in Europa League con il Club Brugge e entrambe le volte ha pareggiato senza segnare. Domenica nel derby ha perso pur giocando parecchio bene. Cosa deve fare per uscire da questa situazione?

“Con la Juventus ho visto un bel Torino però quando passa l’euforia per la prestazione resta il risultato e purtroppo per i granata è stata una sconfitta dovuta a un errore che ha penalizzato, quindi per uscire da questa situazione deve tirare fuori la cattiveria, intesa in senso sportivo, e il masticare amaro dovuto al gol subito dalla Juventus negli ultimi secondi della partita. E’ chiaro che la rabbia non può svanire in qualche giorno e di conseguenza deve essere riversata e trasformata in energia positiva per la gara con il Palermo. Solo così si esce da periodi negativi, non serve giocare di fioretto o puntare sulla tattica, ci vuole la fame di voler vincere a tutti i costi”.

 

Come potranno impostare la partita Ventura e Iachini per conquistare punti?

“Il Torino deve togliersi dalla testa il campionato dello scorso anno perché nell’ultima stagione i granata non hanno lottato per evitare i bassifondi della classifica e quando si è in questa condizione serve la cattiveria agonistica, che nello specifico fa avere un po’ di timore del Palermo e fa di ogni palla in campo la palla della vita. Non deve pensare di essere il Torino che disputa l’Europa League, che nel derby ha effettuato una grande partita, adesso ci deve solo essere la voglia di tirarsi fuori il più presto possibile da una situazione difficile perché a due soli punti di distanza c’è il Chievo, che è terz’ultimo in graduatoria.
Il Palermo sta facendo bene e ha il morale alto e soprattutto in Dybala e Vazquez, che non giocherà con il Torino perché squalificato, ha due ottimi calciatori, in articolare Dybala è un ragazzo che è migliorato così tanto che è ormai un uomo mercato a livello europeo e non solo italiano. Il Palermo con il Torino giocherà in contropiede sfruttando la rapidità di Dybala. Quindi ci vorrà tanta attenzione in fase difensiva in modo da non lasciare il minimo spazio agli attaccanti granata, intendo Quagliarella e Amauri, perché possono fare male poiché sono due ottimi giocatori”.

 

Nonostante Quagliarella e Amauri il Torino ha il problema del gol, come può essere tamponato in attesa del mercato di gennaio?

“Io do a questo problema due spiegazioni. La prima, con tutto il rispetto per Quagliarella, Amauri, Larrondo e Matinez, l’anno scorso Immobile e Cerci avevano segnato trentacinque gol in due e se alla fine le reti saranno la metà saranno anche molti meno i punti in classifica. Al di là di questo mi vorrei soffermare sulle caratteristiche delle punte. L’anno scorso il Torino era concepito, poiché c’erano Cerci e Immobile, sulle grandi ripartenze: si rubava palla all’avversario e con verticalizzazioni velocissime si metteva l’altra squadra in gravi difficoltà e su questo Ventura ha costruito la sua fortuna. Quest’anno, invece, con Quagliarella e Amauri, che sono punte che hanno bisogno della manovra della squadra, se si gioca puntando sul contropiede il Torino finisce per essere penalizzato. I granata dovrebbero fare di più la partita, ma paradossalmente fanno anche più fatica perché non hanno delle ali vere bensì dei difensori come Darmian e Peres che puntano l’uomo e mettono la palla dentro anche bene, c’è quindi maggior bisogno per gli attaccanti di un gioco più corale della squadra. E sotto questo profilo si è cambiato molto e non solo per i trentacinque gol”.

 

Per fare un gioco più corale è stato confermato El Kaddouri, ci sono Vives, Gazzi e Farnerud, e sono stati presi Sanchez Miño, Benassi, Nocerino, ma quest’ultimo è infortunato, e anche Ruben Perez. Non mancherebbero gli interpreti.

“E’ vero, però ad esempio El Kaddouri, che è forse il più tecnico di tutti, non è il classico regista che fa girare la squadra e detta i tempi, è più un trequartista, uno che va con la palla al piede. Per intenderci se io giocassi con Amauri e Quagliarella due belle ali le vorrei e se li servo con esterni di ruolo non dico che segnerebbero trentacinque gol, ma ci si avvicinerebbero. Invece se penso di far giocare la squadra in contropiede come lo scorso anno allora metto i due attaccanti in difficoltà e la squadra viene penalizzata”.

 

Quindi è un problema più di gioco che d’interpreti?

“Questa è stata la mia idea dalle prime giornate di campionato, era ovvio che non sarebbe stato facile sostituire Cerci e Immobile, ma non perché Quagliarella e Amuri non siano forti bensì per il tipo di gioco. Credo che Ventura questo lo sappia e l’abbia capito e allora, probabilmente, a differenza dello scorso anno quando la squadra andava diretta in porta centralmente quest’anno ha bisogno di aggirare l’avversario e tenere il pallino del gioco in mani e forse non è una squadra costruita per questo perché è ancora una squadra che è più propensa ad agire sulle ripartenze”.

 

Bruno Peres potrebbe essere utilizzato in posizione più avanzata e un po’ diversa in modo da apportare un qualche cosa in più in attacco?

“Quando ho visto il suo gol nel derby mi sono alzato in piedi davanti alla televisione e ho pensato alla società, che dopo questa rete si è vista aumentare di 7-8 milioni di euro il valore del giocatore, perché uno che fa una giocata così fisica e tecnica ed è giovane desta l’attenzione dei grandi club. Peres potrebbe giocare anche più avanti, ma dovrebbe farlo con le spalle alla porta ed essendo un esterno alto potrebbe incontrare delle difficoltà. Io dico che partendo da distante è il suo ruolo, anche se mi sono accorto che a livello difensivo non è irreprensibile e deve molto migliorare. Collocato più avanti potrebbe fare la sua figura, però bisognerebbe vedere quanto spazio gli danno e come sa muoversi con il terzino avversario che gli sta alle costole e indubbiamente sfrutterebbe meno la corsa rispetto a quando può partire da dietro”.

 

Meglio quindi sfruttare Peres per le sue doti naturali?

“Sì, però migliorarlo nella fase difensiva”.

 

Fosse al posto di Ventura che cosa chiederebbe a Cairo come rinforzi a gennaio?

“Mi piacerebbe avere una punta velocissima in modo da non dover far fare troppi investimenti al presidente, altrimenti dovrei chiedergli due ali, una destra e una sinistra, cambiando così il tipo di gioco. Per non cambiare molto allora, come ho detto, una punta molto veloce e un centrocampista di qualità. Per intenderci il centrocampista di qualità dovrebbe essere un regista alla Pirlo e l’attaccante uno come Suazo, che Ventura ha avuto ai tempi del Cagliari”.