ESCLUSIVA TG – Asta: “Quagliarella o Gilardino, ma il Toro non scordi i suoi giovani”

26.06.2014 07:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
ESCLUSIVA TG – Asta: “Quagliarella o Gilardino, ma il Toro non scordi i suoi giovani”
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© foto di Jacopo Duranti/TuttoLegaPro.com

Antonino Asta è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Asta, attuale allenatore del Bassano, ha militato nel Torino dal 1997 al 2000 e, dopo una breve parentesi di qualche mese al Napoli, ha continuato a giocarci fino al 2002. Terminata la carriera da calciatore dal 2005 al 2012 ha allenato prima gli Allievi Regionali, poi quelli Nazionali ed infine la Primavera del Torino. Con lui abbiamo parlato del mercato della squadra granata e della sua nuova avventura con il Bassano.

 

Kone, Nocerino, Fausto Rossi, Cigarini e tanti altri giocatori sono stati accostati al Torino, ma chi di loro sarebbe il più adatto oppure sono altri i calciatori da dover prendere?

“Tutti questi giocatori sono validi, a me piace molto soprattutto Cigarini perché è un giocatore che oltre a saper difendere è bravo anche a inserirsi negli spazi e ad arrivare sotto porta. Nocerino abbina sia la quantità sia la qualità. Al Torino forse manca proprio a centrocampo un giocatore che riesce ad attaccare bene gli spazi e Kone, che è anche lui un buon giocatore, ha caratteristiche un po’ più offensive, mentre se si vuole dare maggior equilibrio Cigarini o Nocerino sarebbero ideali in quanto sono duttili poiché possono giocare sia in un centrocampo a due sia in uno con tre uomini. Entrambi anche se hanno avuto esperienze diverse sono due nomi di prim’ordine: tutti conoscono la carriera di Nocerino e Cigarini a livello italiano è diventato importante, per questo dico che andrebbero a completare un reparto che in questo momento a livello numerico presenta delle difficoltà”.

 

Anche in attacco ci sono lacune benché siano stati riscattati Larrondo e Barreto e c’è Cerci che però non è una prima punta di ruolo. Qualche nome da suggerire?

“E’ indubbio che davanti manca l’attaccante da quando è stato ceduto Immobile. Se Ventura continuerà con il 3-5-2 una prima punta di ruolo ci vuole, anche se è vero che ci sono Barreto e Larrondo, ma a mio avviso sono dei rincalzi che durante la stagione possono dare una mano. Chiaramente disputando anche l’Europa League ci vuole una rosa di venticinque giocatori e prima di scegliere l’attaccante bisogna fare attente valutazioni perché non si può sbagliare, oltretutto il Torino arriva da una stagione che ha visto un suo giocatore piazzarsi al primo posto della classifica cannonieri. Ventura e Petrachi negli ultimi anni sono sempre riusciti a “scovare” giocatori che magari nella stagione precedente non sono riusciti a fare al meglio e che poi nel Torino riescono, come si dice, ad esplodere, quindi sono fiducioso che allenatore e direttore sportivo anche in questa occasione individuino l’uomo giusto. Di nomi c’è ne sono, si è parlato di Quagliarella e il suo sarebbe un ritorno, è un giocatore che se sta bene ha esperienza maturata anche in ambito europeo e può essere l’attaccante giusto anche perché in granata potrebbe rilanciarsi”.

 

Che caratteristiche dovrebbe avere l’attaccante giusto per il Torino?

“Visto che il Torino ha già Barreto che può fare la seconda punta, Larrondo che è capace di abbassarsi e attaccare lo spazio e che Cerci è un esterno sono dell’avviso che sia indispensabile una prima punta per qualsiasi sistema di gioco vorrà adottare Ventura. Sono dell’idea che ci vuole un “ariete” che in area di rigore sappia muoversi bene e un giocatore così adesso manca”.

 

Ci vorrebbe quindi un attaccante che conosca bene il campionato italiano e che abbia già maturato una certa esperienza a livello internazionale più che un giocatore “scommessa”?

“Sì, io per gli obiettivi che ha il Toro e per la qualità di cui ha bisogno mi orienterei su un giocatore che ha già dimostrato quanto può dare. Poi durante il campionato ci sarà spazio e tempo per far crescere dei giocatori che o non conoscono ancora bene il calcio italiano o sono giovani, però non in Europa League, in un torneo internazionale dove non si può sbagliare la scelta dell’attaccante numero uno. Ci vuole un uomo che dia certezze e solo chi ha esperienza può garantirle. Una tipologia di giocatore come Luca Toni del Verona, anche se non è più giovanissimo, ha però caratteristiche tecniche che possono tornare utilissime”.

 

Gilardino, ad esempio, si adatterebbe al gioco di Ventura e potrebbe interagire bene con Cerci?

“Assolutamente sì, è un’ipotesi che ha fondamento perché con la sua esperienza anche in stagioni non brillantissime è sempre arrivato a sfiorare la doppia cifra ed è un attaccante che garantisce spessore tecnico. Anche Gilardino come Toni può essere inserito in qualsiasi sistema di gioco e interagire positivamente con i compagni di reparto e con tutta la squadra”.

 

Nella lista per l’Europa League bisogna inserire anche quattro giocatori cresciuti nel vivaio, lei che ne ha “allevati” tanti chi consiglierebbe?

“Quest’anno la Primavera si è comportata non bene, ma benissimo e lo aveva fatto già l’anno scorso e certe scelte che sono state fatte sono difficili da comprendere. Vita, che ho avuto nel Monza, è un ’93, è nazionale Under 20 di Lega Pro, è capitano, ecco perderlo alle buste per il  Torino mi fa pensare, senza voler criticare, che negli ultimi anni non sia cambiato molto per quanto riguarda la valorizzazione dei propri giovani. Io Vita l’ho allenato per due anni e penso sia un calciatore di prospettiva e spero per lui che sarà così il suo futuro. Chiosa è un giocatore che inserirei ad occhi chiusi nella lista dell’Europa League, è un ottimo difensore centrale come ha dimostrato nel Bari e può fare anche l’esterno. Sperotto che ha giocato nel Carpi in serie B ed è un ’92 non è mai stato considerato. Ci sono parecchi ragazzi, però nel Torino arrivano fino ad un certo punto e poi per tanti motivi non vengono portati in prima squadra. Devo essere sincero, sono stupito delle valutazioni fatte sui giovani. Negli ultimi due campionati la Primavera ha fatto cose eccellenti piazzandosi fra le prime in Italia e Aramu, Barreca e Gyasi non sono dei bidoni e almeno qualche spezzone di gara potevano disputarlo in serie A, è vero che nell’ultima stagione il Toro si è giocato fino all’ultimo la qualificazione all’Europa League, però questi ragazzi non avrebbero sicuramente sfigurato o danneggiato la squadra. Adesso ci sono molte squadre di serie B e di Lega Pro che se li contendono perché non sono gli ultimi arrivati. Il Torino deve avere la forza, la convinzione che il settore giovanile serve non solo perché si deve averlo, ma perché può tornare utile, quindi si dovrebbe effettuare un’attenta programmazione in tal senso e invece, a mio avviso, non viene sfruttato a dovere l’eventuale potenziale che si ha. E’ chiaro che quando si parla dei giocatori del settore giovanile non si hanno delle certezze però per quello che alcuni hanno fatto vedere si sarebbe potuto dare loro una chance. Forse in tal senso le strategie del Toro sarebbero da rivedere, ma questo è un mio ragionamento, le altre società non hanno certi giovani e se li vanno a prendere, mentre noi ce li abbiamo e invece andiamo a prendere altrove i ragazzi. Non è facile per un giovane disputare la serie A, ma Aramu e Barreca, i primi due nomi che mi vengono in mente, non avrebbero sfigurato se qualche volta fossero comparsi in prima squadra giocando quanto meno degli spezzoni di partita”.

 

Cambiando argomento e parlando di lei, che cosa s’aspetta dalla nuova avventura nel Bassano e quali obiettivi stagionali vi siete posti?

“Con la riforma del campionato di Lega Pro ci saranno delle difficoltà maggiori rispetto al passato, ma ci sarà anche una bellezza ulteriore perché sarà una serie B 2 a tutti gli effetti. Spero che disputeremo un bel campionato, ma non si può nascondere che ci saranno tante squadre importanti e tutte vorranno provare a vincere il torneo. Non so se lo spettacolo sarà accresciuto, ma sicuramente la riforma contribuirà a valorizzare i giovani poiché si innalzerà il valore e ci saranno anche tanti calciatori che proverranno dalla serie B e anche dalla A. Sono curioso anch’io di vedere questa nuova Lega Pro e soprattutto la mia nuova squadra all’opera. La rosa del Bassano all’ottanta per cento è stata mantenuta e su questa base dovremo inserire tre-quattro acquisti per provare a dire la nostra. Per quel che riguarda gli obiettivi vedremo strada facendo, ma non c’è dubbio che la proprietà – che è importante perché la famiglia Rosso, quelli dell’abbigliamento Diesel, da vent’anni gestiscono la società – è ambiziosa e seppur si mantenga un profilo basso è giusto cercare di disputare un bel campionato. In organico ci sono dei giovani interessanti e cercheremo di valorizzarli il più possibile e allo stesso tempo proveremo a toglierci delle soddisfazioni, ma come dicevo strada facendo si valuterà meglio quali sono gli obiettivi che possono essere raggiunti”.