ESCLUSIVA TG – Buongiorno: “Pronto al Mondiale. Moretti mi ha aiutato"

18.05.2019 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Alessandro Buongiorno
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Alessandro Buongiorno
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it, Alessandro Buongiorno ha vinto la Coppa Italia Primavera nel 2018 con il Torino, e ha esordito in Serie A il 4 aprile dello stesso anno. Attualmente in prestito al Carpi, il classe '99, 20 anni il prossimo 6 giugno, è stato convocato per il Mondiale Under-20 che si svolgerà in Polonia, dal 23 maggio al 15 giugno. Buongiorno è uno dei dieci giovani selezionati per la prima edizione del concorso “Speranza Granata 2019”, ideato e promosso dalla redazione di TorinoGranata.it. Per conoscere le modalità del concorso cliccare sul seguente link: https://www.torinogranata.it/editoriale/speranza-granata-il-vincitore-lo-scegliete-voi-88496. Con lui abbiamo parlato della sua stagione, del Toro, e delle prospettive future.

Come si è trovato al Carpi? È riuscito a raggiungere gli obiettivi che si era prefissato?

“Sono abbastanza soddisfatto di questa stagione. Il mio obiettivo principale era quello di collezionare più presenze possibili in Serie B, e da questo punto di vista sono contento perché sono riuscito a vivere una bella esperienza, a migliorare calcisticamente, e a crescere, soprattutto dal punto di vista umano, anche relazionandomi con colleghi e addetti ai lavori più esperti. Ho collezionato una ventina di presenze, e per il primo anno in Serie B è un buon numero. Specie da difensore, ruolo nel quale è più difficile subentrare a partita in corso”.

In cosa doveva migliorare, ed è effettivamente migliorato?

“Nei movimenti sul campo, che sono differenti da quelli che si fanno in Primavera. Gli attaccanti di B hanno malizie diverse, e, avendone incontrati di molto forti, sono cresciuto molto. I compagni più esperti, poi, mi hanno aiutato a inserirmi nella squadra”.

Lei arrivava dall'esperienza del ritiro estivo con la prima squadra, e si era già approcciato con un mondo diverso da quello della Primavera.

“Assolutamente sì! Già questo mi era servito per capire meglio i movimenti della attaccanti, e per saper leggere le partite, rispetto ai semplici allenamenti. In gara, le variabili sono molte di più, e il tempo che si ha per fare determinate giocate o affrontare certe situazioni è molto ridotto: dunque sono migliorato molto nella rapidità di pensiero, rispetto alla giocata da effettuare”.

Che tipo di difensore è? Tende a giocare d'anticipo o, piuttosto, a metterla sul piano fisico?

“Cerco di prendere spunto un po' da tutti i difensori, per non avere una gamma limitata di interventi nel mio repertorio. Moretti, ad esempio, mi ha aiutato tanto, e come prima giocata anch'io, come lui, cerco l'anticipo. Ma non evito lo scontro fisico, se non va a buon fine l'anticipo. Ci sono tante tipologie di situazione difensiva, ed è per questo che cerco di migliorare sotto tutti gli aspetti”.

Le capita di prendere tanti cartellini gialli?

“Direi di no. Quest'anno ne ho presi due o tre, e credo sia abbastanza positivo”.

Che cos’altro ha imparato a Carpi?

“Ho giocato anche da terzino, oltre che da centrale. Mi sono adattato molto, ed è un'altra cosa che ho imparato a fare. In precedenza da terzino avevo giocato poco, ma quest'anno ho avuto modo di cimentarmi più spesso in questo ruolo, che mi ha permesso di sviluppare altre qualità. Da difensore centrale si trovano attaccanti più fisici e strutturati, mentre sugli esterni si possono trovare attaccanti più brevilinei e molto rapidi; bisogna sapersi opporre a entrambe le tipologie di punte”.

Quindi lei può giocare sia in una difesa a tre sia in una a quattro?

“Sì. Prediligo il ruolo di centrale in una difesa a quattro, ma posso giocare anche a tre, sia in mezzo sia da sinistro”.

Se è stato spostato a fare il terzino deve avere anche un bel fiato e gamba.

“Esatto”.

Da terzino, le hanno chiesto di andare anche sul fondo a crossare, oppure il suo raggio d'azione è stato più limitato?

“Erano rare le occasioni in cui salivo. Qualche volta lo facevo, ma, anche per una questione di caratteristiche intrinseche, non accadeva spesso, perché ero chiamato a svolgere un lavoro prevalentemente difensivo”.

Il prossimo passo sarà aumentare la propensione offensiva?

“L'aver fatto il terzino quest'anno mi ha aiutato molto, e sarebbe un bene migliorare la mia spinta offensiva. Credo tuttavia che, essendo io in primo luogo un centrale, dovrò concentrarmi maggiormente sull'impostazione di gioco, con passaggi filtranti per trovare i compagni tra le linee, oppure con lanci precisi”.

Finito il prestito al Carpi tornerà al Torino. Che cosa prevede per il suo futuro?

“Non so ancora cosa accadrà. Adesso parteciperò al Mondiale Under-20, che sarà una svolta molto importante per me, e questo darà un indirizzo più preciso al mio futuro. Mi farebbe molto piacere far parte del ritiro della prima squadra, ma ancora non so cosa esattamente mi aspetti”.

Che cosa si aspetta dal Mondiale e quali prospettive pensa possa avere l'Italia?

“Sarà un Mondiale non facile, perché nel nostro girone ci sono Ecuador, Messico, e Giappone, tutte fra le prime del proprio continente. Come noi, che ci siamo qualificati grazie al secondo posto conseguito all'Europeo dell'anno scorso. Sarà sicuramente una grandissima esperienza, della quale tutti cercheremo di fare tesoro. Ci impegneremo per dare il massimo, cercando di arrivare più avanti possibile, e speriamo vada tutto per il meglio. Nicolato, il nostro CT, è un ottimo allenatore, che ci fa migliorare sotto tanti punti di vista. Il calcio si sta evolvendo, e quindi noi cerchiamo di stare al passo. Giocando con le altre Nazionali, anche solo europee, ci siamo accorti di aver di fronte avversarie molto forti e organizzate; noi dovremo cercare di esserlo altrettanto. A livello personale, naturalmente, spero di giocare il più possibile; segnare un gol o più, poi, sarebbe bellissimo, un'emozione unica. Per un difensore, in una competizione così importante, il massimo della felicità è riuscire a unire la soddisfazione personale del gol a un lavoro che impedisca agli avversari di segnare”.

Segna soprattutto di testa, o ha una propensione al tiro da fuori?

“Segno soprattutto di testa, soprattutto sui calci di punizione, o su quelli d'angolo. Anche perché sono alto e, quindi, mi spingo in avanti”.

Alla Glik, tanto per intenderci?

“Esatto. Provo a segnare di testa perché difficilmente, soprattutto sui calci d'angolo e sulle punizioni, tendo più ad andare in mischia a saltare, anziché a posizionarmi sul limite d'area".

Il Torino, a due partite dalla fine del campionato, è in corsa per l'Europa League. Domani con l'Empoli che cosa si aspetta?

“Il Toro dovrà fare la partita, e l'Empoli, che deve ancora ottenere la salvezza, farà di tutto per contendere la vittoria. Ma i granata dovranno cercare di fare risultato a tutti i costi, perché all'ultima di campionato ci sarà Lazio. E, secondo me, sarà quello il punto di svolta. La situazione è delicata, perché bisogna sperare che la Roma e il Milan perdano. Non sarà facile, ma sono fiducioso. Speriamo di arrivare in Europa”.

Arrivare in Europa significherebbe giocare più partite, e quindi anche i giovani come lei potrebbero avere più spazio.

“Assolutamente! Più partite e più spazio per tutti: i difensori titolari, nell'arco della stagione, potrebbero beneficiare di qualche giornata di riposo, e di conseguenza ci sarebbero possibilità maggiori anche per i giovani emergenti”.

La sfrutterebbe una possibilità così?

“Certo, assolutamente”.

Non pensa che, per l'età che ha, un altro anno in prestito a fare esperienza, giocando con continuità, le sarebbe ancora più utile?

“Come si diceva all'inizio, dipende da tanti fattori. In primo luogo, se il Toro dovesse andare in Europa ci sarebbero più partite; molto dipenderà dal mercato, e anche dal Mondiale, che per me potrebbe essere una bella vetrina. Sicuramente anche andare in prestito per giocare con più continuità non sarebbe male. Adesso c'è il Mondiale; poi mi piacerebbe andare in ritiro con la prima squadra, e in seguito si vedrà”.

La Primavera di Coppitelli è alla penultima giornata prima della fase finale del torneo, i playoff, ed è terza. Vuole mandare loro un messaggio?

“Vorrei semplicemente dire in bocca al lupo ai ragazzi e al mister, e spero possano arrivare più in alto possibile. Lo auguro a Coppitelli, che è un ottimo allenatore: ho lavorato con lui l'anno scorso, e anche l'anno precedente ha contribuito al mio percorso di crescita. È sicuramente anche grazie a lui se sono riuscito quest'anno ho totalizzato tutte queste presenze, a Carpi. Avrei tante altre persone da ringraziare, tra cui, sicuramente, tutti gli allenatori che ho avuto: in questi anni, da ognuno di loro ho appreso qualcosa, e ognuno di loro mi ha dato qualcosa di diverso”.

Lei fu sfortunatissimo nel suo esordio in Serie A, perché si ruppe un braccio. Non pensa di avere un conto in sospeso con la massima divisione?

“Ringrazio sempre Mazzarri, per l'opportunità che mi ha dato. Purtroppo la gioia immensa per l'esordio è stata affiancata dalla sfortuna immensa per l'infortunio. Ho sentito dire che il mio è stato definito un esordio da Toro, perché gioia e felicità sono state accompagnate dalla sfortuna e dalla tristezza per l'infortunio”.

Allora al Toro deve tornare per chiudere il cerchio.

“Ci proveremo, sicuramente”.