ESCLUSIVA TG – Caso: “Lazio-Torino sarà decisa da chi vincerà i duelli uno contro uno a centrocampo”

13.04.2022 11:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Domenico Caso
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Domenico Caso

Domenico Caso è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Caso è un ex calciatore che giocò tra gli altri club nel Torino dal 1983 al 1985 e subito dopo nella Lazio fino al 1988, terminata l’attività agonistica è diventato allenatore e dirigente ed ora si diletta da esteta a osservare il calcio. Con lui abbiamo parlato della partita di sabato sera fra le sue ex squadre.

Che partita ci si può aspettare fra la Lazio, che a parte il derby ha vinto quattro delle ultime cinque gare, e il Torino, che è galvanizzato dal pareggio con il Milan e che aveva già ripreso a fare risultato prima vincendo con la Salernitana?

“Sono due squadre che stanno bene sotto gli aspetti sia fisici sia psicologici. Juric nel Torino ha fatto un grandissimo lavoro mettendo in piedi un mosaico straordinario se si pensa alle due precedenti stagioni dei granata. E’ stato l’artefice, fin dall’inizio con le dichiarazioni che ha fatto, dell’aver smosso tutto l’ambiente e a messo la società nella condizione di mettergli a disposizione dei calciatori che poi, penso, l’abbiano veramente soddisfatto creando un cammino e facendo delle prestazioni veramente importanti. Infatti ora il Torino gioca a briglie sciolte e lo abbiamo visto con il Milan: ha tenuto testa alla capolista e addirittura quasi ha messo sotto i rossoneri. Per quel che riguarda la Lazio, credo che la brutta batosta subita nel derby sia stata passata, sia dimenticata e penso abbia ambizioni di poter entrare nel gruppo delle squadre che disputeranno l’Europa League. Quindi direi che sono due formazioni che potranno sfoderare una partita altamente spettacolare, anche perché sul piano tattico propongono due moduli prettamente offensivi per questo mi aspetto una partita alla grande da parte di tutte e due le squadre. Chiaramente dire chi sarà il favorito non è semplice, ma facilmente Lazio e Torino daranno vita a una gran bella gara”.

La Lazio realizza molti gol, finora 64, a differenza del Torino che ha un gioco offensivo, ma non ha facilità a segnare, 35 reti. Mentre sotto l’aspetto difensivo i biancocelesti subiscono abbastanza gol, 47, e i granata meno, 30. Che risvolti potranno esserci sabato sera tenuto conto di questi aspetti?

“Il gioco di Juric è molto simile se non uguale a quello di Gasperini e infatti il Toro gioca uomo contro uomo e accetta questa sfida in tutte le zone del campo per cui direi che la Lazio deve fare grandissima attenzione. Bisogna però dire che la Lazio ha grandissimi palleggiatori che nei duelli possono metter e in difficoltà gli avversari. In questi casi bisogna vedere chi sta meglio sul piano psicologico, ma penso che entrambe stiano bene. Sarà importante vedere chi vincerà i duelli soprattutto nella zona centrale del campo perché da questo dipenderà chi creerà gioco e svilupperà la fase offensiva e sotto questo aspetto ha maggiore facilità a farlo la Lazio, ma il Toro è un avversario ostico per qualsiasi squadra e per questo parlavo di una partita altamente spettacolare perché oltre alle tematiche tattiche c’è qualità tecnica da una parte e dall’altra che può dare spunti importanti”.

A centrocampo il Torino potrebbe di nuovo non disporre di Mandragora per cui Juric potrebbe riproporre Lukic e Ricci con Pobega più avanzato sulla trequarti che però in fase difensiva dà una mano spostando indietro il suo raggio d’azione. Questo è uno scenario proponibile anche con la Lazio?

“Assolutamente. Gli allenatori come Juric che hanno la capacità di far giocare le proprie squadre in questo modo e che entrano nella testa dei calciatori riescono a farli esplodere. Ricci ha davanti a sé un futuro straordinario perché anche con il Milan, nonostante sia giovanissimo, ha dimostrato di avere una grandissima personalità e soprattutto ha preso grande confidenza con il calcio di alto livello. Pobega è stato una grandissima sorpresa: l’avevo visto giocare in Serie B e adesso in un ruolo che forse non è il suo dove infatti spesso va sul play degli avversari e poi attacca gli spazi. Di questa sua capacità va dato grande merito all’allenatore che è riuscito a dargli un’identità straordinaria. Anche Lukic è stato una sorpresa straordinaria, era già al Torino nelle stagioni precedenti, ma il suo attuale rendimento è stato veramente sorprendente. Juric gli ha dato grande fiducia e gli ha fatto capire come deve giocare e il ragazzo sta facendo cose straordinarie e credo che sia il centrocampista più importante nel triangolo di centrocampo del Torino. Quando vedo i calciatori che cambiano rendimento e si esprimono a così alto livello do sempre grandissimo merito all’allenatore e Juric ha fatto un lavoro straordinario. La chiave di lettura con la Lazio potrebbe essere proprio questa: se Pobega limiterà Lucas Leiva e se Ricci e Lukic andranno su Sergej Milinkovic-Savic e su Luis Alberto il Toro avrà grandi chance. Chiaramente non si gioca solo a centrocampo, ma i duelli in questo reparto possono indirizzare la partita da una parte o dall’altra. E il Toro in questo momento a centrocampo ha tre giocatori straordinariamente in forma e che sanno stare molto bene in campo. La Lazio invece gioca più di palleggio. Sarà affascinante vedere questa partita”.

Da una parte c’è Belotti e dall’altra Immobile, entrambi reduci dalla delusione con al Nazionale, ma che sono fondamentali per le loro squadre. Chi la spunterà fra Ciro e Andrea?

“Dopo la grande delusione per la mancata qualificazione dell’Italia al Mondiale in Qatar Belotti e Immobile stanno ritrovando verve e forma. Immobile con il Genoa ha dimostrato segnando la tripletta di essere in grande spolvero. Belotti per ciò che è abituato a fare con il Milan ha fatto un lavoro straordinario: andava a pressare tutti, come richiede l’allenatore e lo ha fatto benissimo tant’è che è uscito dal campo stremato. Sono due giocatori che stanno ritornando a livelli massimali e sono le punte di diamante nel gioco delle loro squadre che hanno bisogno di calciatori così importanti. Sono due finalizza tori che godono dell’espressione del gioco della propria squadra”.

A suo giudizio, Belotti può essere un po’ condizionato dal sacrificarsi e per questo non sempre poi è micidiale sotto porta e finisce per segnare meno di quanto potrebbe?

“No, non credo. Di certo fa un lavoro incredibile, ma oggi i tecnici chiedono agli attaccanti di essere i primi difensori, quindi oltre ad andare concludere l’azione devono partecipare attivamente alla fase difensiva per cui fanno un lavoro massacrante. Belotti con il Milan è uscito dal campo stremato proprio perché rincorreva un po’ tutti. Questo lavoro improbo può far perdere lucidità sotto porta, però il calcio di oggi è questo. Belotti si sacrifica e si adatta a questo molto bene”.