ESCLUSIVA TG – Condò: “Il Torino ormai è diventato un trapezista che volteggia senza rete di protezione. Serve un altro attaccante”

05.01.2020 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Paolo Condò
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Paolo Condò

Paolo Condò è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Condò, unico giornalista italiano a far parte della giuria per l’assegnazione del Pallone d’Oro, attualmente lavora per Sky Sport. Con lui abbiamo parlato del Torino che questa sera affronterà la Roma provando a superare le difficoltà della prima parte di stagione. Con Condò abbiamo anche affrontato il tema del mercato in entrata dei granata.

Il 2020 per il Torino deve essere una svolta rispetto alla seconda parte del 2019 e i granata devono “aggiustare” tutto ciò che si è un po’ rotto anche il rapporto con l’ambiente, vero?

“Credo che ci sia stata una svolta negativa purtroppo in questa stagione che è stata il play-off di Europa League, dove il Torino ha avuto la sfortuna di trovare una squadra molto forte com'è il Wolverhampton e di uscire in maniera direi abbastanza netta dalla competizione al culmine di un'estate che era stata colma di grandi speranze. È normale, e lo dice la storia del nostro calcio recente, che le squadre che sono impegnate nei play-off estivi e che devono accelerare la loro preparazione poi pagano qualche cosa quando arrivano i mesi di ottobre-novembre. Però se gli sforzi che sono stati fatti in estate vengono premiati dalla partecipazione alla coppa, parlo sia dei preliminari di qualche anno fa di Champions sia degli attuali di Europa League, i risultati permettono sempre di tamponare bene moralmente certe situazioni fisiche difficili. Al Torino non è successo e difatti è partito in campionato facendo bene le prime due partite, quando ancora godeva della grande preparazione atletica estiva, e poi, dopo la prima pausa del campionato, è caduto e probabilmente ha anche sentito il contraccolpo psicologico dovuto alla mancanza dell'Europa dopo averla inseguita e sognata e da lì la squadra non è più riuscita a tirarsi su perché ha fatto sì un paio di risultati positivi, però, poi non è riuscita a dare quel colpo d'ala che sarebbe stato necessario per riprendersi davvero. E devo dire che tutto sommato la classifica lo mostra ancora in maniera relativa perché complice anche la crisi di altre squadre di grande nome, come Napoli o come il Milan, il Torino è sempre lì e la possibilità di inseguire quel posto di Europa League non è del tutto tramontata, però, è chiaro che non può farsi rimontare dal Verona quando sta vincendo tre a zero e finire per pareggiare tre a tre, questo non è proprio possibile. Oppure anche perdere come avvenuto con la Spal in casa nell'ultima partita prima delle vacanze natalizie. Non possono succedere queste cose nel momento in cui si ha la sensazione di essere ripartiti bene e lo dico perché avevo visto la partita contro il Brescia, che era stata dominata dal Torino al di là dell'espulsione del giocatore biancazzurro. Quello doveva essere il momento in cui Torino ripartiva e, invece, così non è stato, anche perché l'alibi della preparazione atletica è una cosa che può essere tenuta in conto ad ottobre-novembre, ma non a dicembre”.

La Roma è forse uno dei peggiori avversari che possa capitare adesso al Torino?

“Certo, non c’è dubbio su questo. Detto che è la prima partita dopo la pausa natalizia e può essere differente rispetto a quelli che possono essere i valori tecnici sulla carta, ma è chiaro che la Roma è una delle squadre più in forma in questo momento e, quindi, andare a giocare a casa sua non è certamente un impegno agevole. Però il Torino si è messo ormai nella condizione di non poter più scegliere, è ovvio che non si scelgono mai quali sono le partite in cui ci si impegna o altro, ma ormai è diventato un trapezista che volteggia senza rete di protezione e, quindi, deve cercare di fare risultato anche a Roma”.

Oltretutto il Torino arriva alla gara con i giallorossi con più di un giocatore indisponibile tra squalifiche ed infortuni e questo acuisce la difficoltà  dell'impegno.

“Già, non è al completo per niente. Se dovessi dire quale segno metterei sulla schedina dico 1, ma questo lo dico da osservatore esterno. La squadra invece deve fare di tutto, da Mazzarri ai giocatori, per far sì che il risultato sia un X-2. Però è chiaro che di partenza il caso normale è che vinca la Roma”.

Anche la Roma ha qualche giocatore infortunato, però, forse la cosa che deve temere di più è se stessa e l’euforia da fine e inizio anno?

“Ha un'altro entusiasmo. Certamente deve temere se stessa, ma la Roma in questo momento sta correndo in discesa perché ha superato, direi anche abbastanza rapidamente, i problemi iniziali dovuti al cambio di allenatore e alla rosa profondamente mutata, quindi, devo dire che per il Torino il vero derby è con Petrachi in questa partita perché al di là di tutte le questioni regolamentari sulle quali c'è stata la polemica con Cairo, e sulle quali non entro perché sanno loro come erano i tempi e come erano gli accordi, però, al di là di questo Petrachi ha fatto un grande lavoro in questo suo primo mercato per la Roma e basta vedere la Roma come sta filando”.

A proposito di mercato, il Torino nelle ultime due sessioni di gennaio non ha fatto nessun acquisto e semmai ha sfoltito la rosa. In questo momento c'è bisogno di qualche innesto?

“Secondo me, il Torino ha bisogno di un secondo giocatore in grado di segnare un buon numero di gol come Belotti. Zaza non lo è stato e per questo dico che un secondo giocatore che segni un discreto numero di gol è fondamentale. Serve una seconda bocca da fuoco, un giocatore che vada in doppia cifra. Verdi è un ottimo giocatore che farà bene e ha già fatto vedere alcune cose, ma anche lui non è un goleador perché è più uomo da ultimo passaggio. Serve un giocatore più leggero da affiancare a Belotti. L'Identikit - sapendo che gioca in Cina e ha guadagni certamente fuori portata e non sapendo la sua situazione perché tante volte chi va in Cina vuole poi tornare indietro - è El Shaarawy, tanto per intenderci. Un attaccante esterno che ha dieci gol nei piedi: il Torino avrebbe bisogno di un giocatore così adesso. Uno che possa anche un po' sgravare Belotti, nel senso che se sono una squadra che affronta il Torino e ho messo due uomini nella zona di Belotti e riesco a limitarlo nella maggior parte dei casi la sfango perché non c'è non c'è Iago Falque che riusciva a segnare lui e non avendo più il problema di un giocatore così è più facile per gli avversari contrastare la pericolosità del Torino. Sicuramente Berenguer ha delle eccellenti qualità, ma anche lui almeno per adesso non è un giocatore da dieci gol e non lo è Verdi. L'identikit tecnico porta a un giocatore come El Shaarawy, ma, ripeto, non so quale sia la sua situazione in Cina in questo momento”.

Il centrocampo e la difesa non hanno bisogno di qualche rinforzo?

“La difesa è in difficoltà in certe situazioni, però, è composta da uomini che in un passato molto recente, parlo di Izzo e Nkoulou soprattutto, hanno dato grandissime prove di affidabilità e, quindi, non li butto a mare, magari studio qualche accorgimento per proteggerli di più, ma si tratta di giocatori che per me ritroveranno le loro capacità. Ovviamente il Torino è una società che ha capacità d'investimento ben definite e non può permettersi di prendere un giocatore tanto per il gusto di comprarlo e, quindi, la difesa non è il settore nel quale andare ad investire adesso e mi fiderei delle capacità di Izzo e Nkoulou, che non hanno ripetuto finora la stagione precedente, di tornare quelli che erano.
Per quel che riguarda il centrocampo, un uomo in più può sempre servire, ma io in questo momento il Torino lo vedo problematico davanti e sapendo che probabilmente si ha un one shot a disposizione me lo gioco con un attaccante esterno”.