Torino, può e deve crescere

20.09.2014 10:22 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: Flavio Bacile per TorinoGranata twitter @ flavio_bacile
Torino, può e deve crescere
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Premessa, nessuno a Torino, penso almeno, critica il lavoro di Ventura.

Ma alcune precisazioni vanno fatte.

Portato a casa un buon pareggio contro il Bruges, dove, per parte del secondo tempo i granata hanno giocato meglio dei padroni di casa, resta però il fatto non opinabile, che il Toro non abbia fatto un solo tiro degno di nota in 90’, e che il rientrante Gillet abbia salvato il risultato con due prodezze.

Dal punto di vista offensivo lo stesso score di Genova, dove Viviano, mi sembra, non ha fatto una sola parata. Vero che il Toro può, e deve, crescere, ma questo può tranquillamente valere per la Sampdoria, per l’Inter, per il Verona e anche per il Bruges, insomma sono tante le squadre che hanno il cantiere ancora aperto. Ventura ha anche parlato di critiche costruttive e non fatte a priori, non so personalmente a cosa si riferisse, sarebbe giusto chiederlo a lui direttamente. Ipotizzo. Quelle fatte a priori riguardano, forse, le sue scelte in attacco, insomma si è andati a vedere le statistiche dei giocatori, quello che hanno fatto negli anni precedenti, presenze e gol, e non quello che fanno in campo nelle partite con il Toro. Purtroppo fino a questo momento, le prestazioni danno ragione alle statistiche, c’è poco da offendersi.

Di fatto, il pedigree di un giocatore influenza molto la sua valutazione, specialmente quella economica, chiaro che se compri Messi ti aspetti da lui gol, assist e spettacolo, se prendi compri Neuer, ti aspetti grandi parate, insomma ti aspetti che giochino su un certo livello, almeno il loro, se prendi mister x, ti aspetti che mantenga il suo livello, che è x. In realtà penso che le critiche fatte all’attacco del Toro, non siano state fatte perché ha giocato Larrondo, oppure Barreto, oppure Amauri, ma semplicemente perché non solo nessuno di questi ha segnato nelle ultime partite, ma neanche creato quanto ci si aspetta da una squadra allenata da Ventura. Quanto alle critiche costruttive, le ho già fatte lo scorso campionato, quando Immobile nelle prime partite giocava spesso lontano dalla porta, se non erro dissi alla Barreto, più a costruire per i compagni che non a finalizzare, auspicando che potesse giocare più vicino ai sedici metri, e magari tirare anche in porta. Questo senza nulla togliere al lavoro di Ventura e alla voglia di Ciro di stupire e fare bene.

Diciamo allora, che il Toro in questo momento è una discreta squadra fino a quando la palla non supera il centrocampo, e molto meno bella negli ultimi 25 metri, che però sono quelli determinanti per vincere le partite. Rivedibile anche il gioco a palla ferma, sembra un vituperio, ma non lo è, perché se fai fatica, per vari motivi a creare gioco, bisogna proprio migliorare in queste situazioni.

Personalmente penso che da Brugge qualcosa si debba e si possa salvare, vedi l’ottima prova di Jansson, alcune intuizioni di Miño, il ritorno di Gillet, quello di Darmian che paga forse le scorie del mondiale, la grinta di Gazzi, e il discreto impatto sul match di Martinez. Altre invece devono essere riviste, esempio la prova non propriamente positiva di Molinaro, quella di Quagliarella, che mi sembra faccia fatica a trovare una posizione in campo tale, da potergli permettere di mettere in auge i suoi colpi, quella discreta solo per impegno di Amauri, Benassi, El Kaddouri.

Insomma, il Toro deve lavorare ancora molto, e purtroppo, per come la vedo io, gli impegni contro Verona e Cagliari (mercoledì) non sono propriamente i più agevoli in questo periodo. Il primo perché si affronta una squadra che con Mandorlini ha trovato, ormai da anni, una quadratura e uno stile di gioco riconosciuto, il secondo, contro una squadra che con Zeman ha completamente cambiato modulo e idea di gioco, che come idea di base non si accontenta mai del pareggio. È vero, questo potrebbe essere un limite, ma anche un pregio. Se poi il Toro dovesse vincerle entrambe, sarò lieto di pagare dazio per le mie critiche, che spero siano profondamente costruttive.