Il Torino tra le insidie bresciane ed il caso Falque: alla ricerca di ossigeno

07.11.2019 12:06 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Tmw
Iago Falque Silva
TUTTOmercatoWEB.com
Iago Falque Silva
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Una trasferta insidiosa per chiudere un ciclo terribile. Il Torino, vada come vada l’impegno del Rigamonti contro il rinnovato Brescia di Fabio Grosso, non uscirà bene dall’ultimo ciclo di impegni a cavallo tra le due soste del campionato, ed è chiamato a dare una risposta concreta nell’ambito degli ultimi novanta minuti disponibili prima che il torneo si fermi di nuovo. Un risultato positivo consentirebbe in primis a Mazzarri di poter lavorare con gli effettivi che resteranno a disposizione con un pizzico di serenità in più rispetto alle ultime travagliate settimane, ed in secondo luogo alla società di tenere fede alle ultime dichiarazioni di Urbano Cairo programmando con il coinvolgimento totale di tutte le parti in causa le migliorie in vista della seconda parte della stagione, scrive Gianluigi Longari su Tuttomercatoweb. La sfida contro le Rondinelle, intanto, si porta dietro un ennesimo caso: quello legato a Iago Falque. Lo spagnolo, potenzialmente indispensabile per la compagine granata, si è infatti fermato di nuovo a causa di nuove noie fisiche che si vanno ad aggiungere alla sequela di problemi che ne hanno minato rendimento ed impiego in questa prima parte di stagione. Un problema da risolvere vista l’importanza capitale che il giocatore ha dimostrato di poter assumere nello scacchiere di Mazzarri. La lesione muscolare alla coscia sinistra che lo terrà fermo presumibilmente per un mese, ritarda nuovamente il lavoro che si poteva predisporre sul progetto di 3-4-3 al quale presumibilmente aspira il tecnico di San Vincenzo per risolvere il problema della prevedibilità della manovra che ha inibito risultati e prestazioni di questo primo scorcio di campionato. Anche per questo una boccata di aria fresca, traducibile con un successo nel prossimo turno, sembra davvero indispensabile per normalizzare una situazione controversa che sembra sempre sull’orlo di poter esplodere di nuovo.