Dai cento milioni per Belotti Cairo non può e non vuole discostarsi

Offerte per il “Gallo” diverse dalle condizioni poste dal presidente del Torino sono destinate a ricevere solo dei “no, grazie”.
09.06.2017 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Dai cento milioni per Belotti Cairo non può e non vuole discostarsi
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Qualsiasi offerta che giunga al Torino per Belotti deve valere cento milioni, decisamente meglio se in contanti e un po’ meno allettante se contemplasse altre formule, ma comunque sarebbe presa in considerazione se la cifra fosse un po’ inferiore e la contropartita tecnica colmasse il divario. Per colmare il divario, ça va sans dire, deve essere offerto un giocatore che sia funzionale al gioco di Miahjlovic, ricopra un ruolo che il Torino deve potenziare, sia fisicamente e atleticamente idoneo, abbia la giusta età che coniughi esperienza e dinamismo, sia dotato di carattere, abbia un ingaggio che sia compatibile con quanto la società granata è disposta a sborsare. Qualunque altra offerta sarà rifiutata.

Tutto questo può sembrare esagerato, ma non lo è. Quando il presidente Cairo a dicembre ha fissato la clausola di cento milioni valida per l’estero - non significa assolutamente che in Italia il giocatore potrà essere ceduto a una cifra inferiore - è sembrata ai più eccessiva. Per il curriculum e l’età di Belotti è legittimo pensarlo, ma si sa che il calcio ormai sotto certi aspetti è fuori controllo e Belotti non è l’unico giocatore ad avere una quotazione molto elevata e diciamo pure eccessiva. Stando a questi parametri tutto diventa, quindi, normale. Ed è normale che anche i club, stranieri o italiani, interessati al “Gallo” cerchino di abbassare il prezzo, fa parte delle consuetudini delle contrattazioni.

Cairo sicuramente aveva messo in conto che pur a fronte di prestazioni ottime di Belotti, e i ventisei gol segnati sono un eccellente biglietto da visita, chi avrebbe bussato alla sua porta per trattare gli avrebbe chiesto uno sconto. Concederlo è, però, se non impossibile decisamente fuori luogo perché se Cairo cedesse farebbe la figura di chi l’ha sparata grossa e, poi, appena gli viene fatto vedere un bel gruzzoletto allunga la mano e l’afferra spingendo con l’altra Belotti verso il nuovo proprietario del suo cartellino. Un imprenditore capace non agirebbe così e che Cairo lo sia lo prova anche l’ennesimo riconoscimento che mercoledì gli è stato conferito: “Il Premio Socrate” per l’ingegno unito alla costanza quotidiana sul lavoro. Ecco perché il presidente del Torino non cambierà assolutamente parere e non si smuoverà da quanto ha pianificato.

Anche il “Gallo” e il suo entourage sanno benissimo che non ci sono margini di trattativa e che solo una contropartita tecnica gradita può far abbassare la cifra sulla carta perché, di fatto, il valore del cartellino, senza essere gonfiato ad arte, del giocatore aggiunto ai contanti deve fare comunque cento milioni. Le dichiarazioni rilasciate dal direttore sportivo Petrachi quando ha ricevuto il premio “TMW AWARDS 2016”, come miglior direttore sportivo votato dai lettori, sono eloquenti, infatti, interrogato sul futuro di Belotti e su un’offerta del Milan per l’attaccante aveva detto: “Il Milan se vuole Belotti deve pagarlo bene, al di la di quanto possa piacere il giocatore alla fine ci vuole la moneta, a oggi (era il 6 giugno, ndr) offerte importanti per il giocatore da parte del Milan non sono arrivare. Il Milan ha qualche giocatore che potrebbe interessare al Toro, Mihajlovic li conosce bene”. Ma quello che ha detto Petrachi per il Milan vale per qualsiasi altra società, ovviamente, che si chiami Manchester United o Inter.
Se ne facciano una ragione tutti e i tifosi del Toro siano certi che Belotti andrà via esclusivamente a queste condizioni, se poi ciò avverrà oppure no è un’altra storia perché dipenderà solo dal fatto se ci sarà un club disposto a stare alle condizioni fissate da Cairo.