Dalle fasce non arriva l’apporto che serve al gioco di Juric per far volare il Torino

20.09.2022 08:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Wilfred Stephane Singo
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Wilfred Stephane Singo
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Aina, Lazaro, Singo e Vojvoda, ora infortunato, sono i quattro quinti di difesa di tutta fascia che ha a disposizione quest’anno Juric. Per il modo che ha il tecnico croato di far giocare il Torino aggredendo gli avversari senza schiacciarsi tutti all’indietro servono giocatori tecnici, ma soprattutto intensi capaci di interpretare bene le due fasi, difensiva e offensiva, occupando in maniera corretta gli spazi durante il possesso palla e in fase di non possesso aggredendo in avanti l’avversario per recuperare palla. Serve quindi che i giocatori abbiano intensità di corsa per attaccare la linea avversaria e capacità di condurre la palla sfruttando abilità tecniche nell’uno contro uno e poi avere un passaggio o un tiro preciso e forte.

Quello di Juric è un calcio dinamico e di movimento e non fa eccezione per gli uomini di fascia che devono saper difendere, a squadra schierata abbassarsi e quindi in alcuni momenti della partita difendersi bassi senza per forza andare a prendere troppo in avanti il proprio riferimento, e anche entrare in conduzione e sviluppare l’azione sfruttando tutta la lunghezza del lato lungo del campo fino al fondo. Spesso anche Juric chiede ai suoi quinti di spostare la manovra da un alto all’altro del campo per provare a scoprire la squadra avversaria e per questo devono sapersi inserire senza palla e quando poi hanno il pallone ingaggiare l’uno contro uno. Per riuscire a fate tutto ciò servono appunto corsa e intensità e l’arrivare sul fondo per poi crossare disegnando traiettorie precise per recapitare la palla ai compagni in area. Troppo spesso però gli uomini di fascia arrivati sulla trequarti offensiva si accentrano andando a sbattere contro il muro avversario che può rimanere più compatto non dovendo occuparsi di tutta l’ampiezza del campo. E quando viene utilizzato un centrocampista come prima punta devono attaccare la linea di difesa avversaria.

Il gioco chiesto agli uomini di fascia è dispendioso in termini di energie fisiche e mentali e richiede meccanismi e sincronismi giusti, oltre al non commettere errori, che permettano un’interpretazione corretta dei tempi e dei meccanismi d’inserimento cosa che, purtroppo, non sempre fanno Aina, Lazaro, Singo e Vojvoda. In particolare Aina, Lazaro e Singo vanno a corrente alterna e questo comporta, sia in fase difensiva sia in quella offensiva, che non venga dato quell’apporto indispensabile al gioco. In particolar modo in fase di spinta viene troppo spesso meno l’arrivo sul fondo e la precisione nel crossare e questo incide e non poco sulla farse realizzativa del Torino, che come dimostrano i sei gol fatti in sette partite è deficitaria. Le fortune della squadra granata passano anche da un maggiore apporto positivo di Vojvoda, Lazaro, Aina e Singo che permetta al Torino di volare.