Il dilemma: meglio giovani emergenti o giocatori esperti?

Una squadra formata in modo equilibrato, da non più di ventotto elementi, con giocatori d’esperienza e giovani può senza problemi disputare un campionato con obiettivi che vanno un po’ oltre la semplice salvezza.
14.06.2013 12:36 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Il dilemma: meglio giovani emergenti o giocatori esperti?
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© foto di Federico De Luca

Rodriguez, Almiron e Calaiò oppure Sorensen, Marrone e Immobile, i nomi sono per fare un esempio e sono presi fra i calciatori che nell’ultimo periodo più sono stati accostati al Torino. Rodriguez, difensore centrale uruguaiano e all’occorrenza terzino sinistro predilige calciare con il piede destro, ha ventinove anni e ha dimostrato di poter sostituire Ogbonna. Almiron, centrocampista centrale argentino che in caso di bisogno può essere posizionato più arretrato davanti alla difesa o più avanzato come trequartista calcia con il piede destro, ha trentadue anni ed è già stato allenato da Ventura. Calaiò, punta centrale italiano utilizza il piede sinistro, ha trentuno anni ed è cresciuto nelle giovanili del Torino dove ha giocato in prima squadra dal 1999 al 2002 e ha avuto Ventura come allenatore per una settimana prima che il tecnico fosse esonerato dal Napoli. Sorensen, difensore centrale danese e all’occorrenza terzino destro predilige calciare con il piede destro, ha ventuno anni ed è in comproprietà fra Juventus e Bologna. Marrone, centrocampista centrale italiano che in caso di bisogno può essere posizionato più arretrato davanti alla difesa o come difensore centrale calcia con il piede destro, ha ventitre anni ed è di proprietà della Juventus. Immobile, punta centrale italiano utilizza il piede destro, ha ventitre anni  ed è in comproprietà fra Juventus e Genoa.

Chi sarebbe meglio per il Torino del prossimo anno? La strategia vincente per formare una squadra che raggiunga obiettivi un po’ superiori a quelli dello scorso campionato deve puntare su giovani emergenti che già hanno fatto vedere qualche qualità e che nella scorsa stagione hanno giocato in serie A oppure su calciatori più esperti e magari ben conosciuti da Ventura? Non è per nulla facile dare risposte a queste domande. A prescindere che debbano essere veramente graditi all’allenatore e non solo accettati perché non si riesce a trovare di meglio, d’istinto verrebbe da dire che si rischierebbe meno puntando su giocatori che hanno più esperienza, ma è fondamentale che abbiano l’approccio giusto di voler dare al Torino quanto hanno appreso finora in carriera e che non considerino l’approdo in granata come l’ultima spiaggia, che garantisce una buona visibilità, prima di appendere gli scarpini al chiodo. Puntare invece su giovani emergenti, sempre se graditi all’allenatore, appare più rischioso, ma dà ottime garanzie per quel che riguarda l’impegno e la voglia di emergere, anche se c’è il rischio che se arrivano in comproprietà siano solo di passaggio. E’ chiaro che se la squadra è formata in modo equilibrato i giovani trovano l’ambiente ideale per dare il meglio, però se la coperta è troppo corta o si è dovuto ripiegare su seconde o terze scelte c’è il rischio che chi ha minore esperienza sia mandato allo sbaraglio e che non possa disputare un campionato secondo le aspettative, quindi in questo caso forse chi ha alle spalle una carriera più lunga può sopperire alle lacune collettive con le capacità e i trucchi del mestiere maturati negli anni.

Il Torino, non lo si sa ufficialmente perché nessuno lo ha mai dichiarato a parte l’auspicio esternato prima della fine dello scorso campionato da mister Ventura, per la prossima stagione avrebbe l’obiettivo di qualche cosa in più della salvezza senza fare il passo più lungo della gamba e arrivare a parlare neppure di lotta per l’Europa League. Se effettivamente gli intenti fossero questi è evidente che la squadra dovrà essere costruita in modo da amalgamare in tutti i reparti, nell’undici titolare così come per le riserve, giocatori con maggiore esperienza e giovani emergenti. Il top sarebbe avere per ogni ruolo un giocatore d’esperienza e un giovane in modo da poter sfruttare, a seconda delle occasioni, le migliori caratteristiche di entrambi, tanto più che adesso in panchina si possono portare dodici calciatori, anche se al massimo continuano ad esserci tre sostituzioni, però l’allenatore ha la possibilità di cambiare per ragioni tattiche, di stanchezza o d’infortunio qualsiasi giocatore avendo a diposizione almeno un sostituto per ogni ruolo.  Con un organico di non più di ventotto giocatori, compreso il terzo portiere, la squadra è fatta e può posizionarsi fra l’ottavo e il dodicesimo posto. Oggi il Torino della squadra che ha disputato lo scorso campionato ha sotto contratto anche per la prossima stagione Gillet, Alfred Gomis, Di Cesare, Ogbonna, D’Ambrosio, Gazzi, Vives, Meggiorini e Diop, nove giocatori in tutto più Padelli dal primo luglio, mentre altri sette in comproprietà, Darmian, Glik, Basha, Bakic, Cerci, Stevanovic e Barreto. Buon lavoro a Cairo, Ventura, Petrachi e Comi, intanto i tifosi aspettano e sperano.

 

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