L’impuntarsi di Cairo sulle richieste (alte) per le cessioni è un boomerang che può far male al Toro

05.06.2021 10:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Urbano Cairo
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Urbano Cairo
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Ci risiamo, ma c’era da aspettarselo e chi pensava che in questa sessione di calciomercato andasse in onda un nuovo film non conosce Urbano Cairo e negli ultimi quindici anni, ormai quasi sedici, probabilmente ha vissuto in una galassia lontanissima dove non sono arrivati gli echi delle trattative che il Torino ha intavolato per la cessione dei suoi giocatori, soprattutto di quelli che hanno mercato. Ovviamente, in primis, stiamo parlando dello stallo sul rinnovo del contrato con Andrea Belotti e di chi come la Roma si è ri-fatta sotto per averlo. Offerta di 15 milioni di euro più tre di bonus, come riportato da Tuttosport, e indignazione da parte del patron granata che ha fatto sapere che ne vuole non meno di 30. Cairo può anche avere ragione sul fatto che il cartellino di Belotti valga di più di quanto abbia offerto la Roma, ma dal 1 febbraio 2022 il “Gallo” può accordarsi con chiunque e andare via a costo zero per chi lo prenderà. Ed ecco che allora il presidente del Torino si è impuntato è ha fatto sapere, anche all’entourage del giocatore, che se non arriverà qualcuno con i soldi che richiede Belotti resta al Torino ancora un anno come da contratto.

Che Cairo faccia gli interessi del Torino è del tutto normale, ma che si arrivi proprio con Belotti, il capitano, l’uomo simbolo, colui che anche in questi ultimi due anni di salvezze arrivate all’ultimo si è sbattuto in campo, seppur nell’ultimissimo periodo senza grandi squilli, per la causa granata è almeno un atteggiamento privo di riconoscenza. Il tempo per rinnovare il contratto con il giocatore c’era e c’è ancora e non si può biasimare Andrea se per il rinnovo pretende che la squadra sia più competitiva e che ambisca non solo a salvarsi e neppure ad arrivare nella prima metà della classifica, ma almeno a disputare l’Europa League senza approdarci per non ammissione di altri club e poi al più uscire ai preliminari. Dopo sei anni il “Gallo” sa benissimo come vanno le cose al Torino e che le promesse poi non coincidono con i fatti. 

Cairo dovrebbe ricordarsi che ha già perso Nkoulou a parametro zero per non parlare di tutto quello che è accaduto dall’estate del 2019 con il difensore camerunense, dalla sconfitta con il Wolverhampton, all’ammutinamento e alle innumerevoli partite mal giocate. Di certo Belotti non si comporterebbe così, ma trattenerlo solo per una sorta di quella che sarebbe una ripicca è assurdo, inconcepibile, ingiusto.

Il Torino già fatica a “liberarsi” di giocatori che non rientrano nel progetto tecnico, leggasi Verdi e Zaza, ma non solo loro e in passato ce ne sono stati altri. Ed il problema è sempre lo stesso: le richieste eccessive del Torino per giunta relative a giocatori che non hanno tutto questo mercato. I tempi delle grasse plusvalenze, Ogbonna, Maksimovic, Darmian, Zappacosta giusto per citarne alcune, sono finiti, soprattutto se poi si tratta di calciatori costati parecchio come Verdi, 23 mln al Napoli, o Zaza, 15,6 inclusi gli oneri accessori e i contributi di solidarietà al Valencia.
Impuntarsi sulle richieste è un boomerang che fa male al Toro perché così si rallenta il mercato delle entrate, visto che vige la regola del prima si incassa e poi si spende persino se si tratta di giocatori funzionali, ma normali quali sono Gunter o Messias, che con 12,5 mln, forse anche un po’ meno, si porterebbero a casa in un batter d’occhio facendo felice Juric.
Cari tifosi del Toro, caro Belotti, caro Juric e “povero” Vagnati mettetevi l’anima in pace e al più sperate in un miracolo: questo è Cairo, bellezza!