Le grandi trattative del Torino - 1991, Casagrande è il bomber per il Toro d'Europa di Mondonico

07.05.2020 16:00 di  Emanuele Pastorella   vedi letture
Le grandi trattative del Torino - 1991, Casagrande è il bomber per il Toro d'Europa di Mondonico
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca

Quattro anni con il bianconero dell’Ascoli per farsi conoscere in Italia, poi la chiamata del Torino alla quale non ha potuto dire di no: la carriera di Walter Casagrande nel Belpaese si smezza tra le Marche e il Piemonte, le uniche due tappe non brasiliane oltre alla parentesi in Portogallo al Porto. Un bomber vero, un rapace dell’area di rigore, che a suon di gol portò i bianconeri alla promozione e i granata a sognare in grande. L’Ascoli lo porta in Italia nel 1987, quattro anni dopo il brasiliano è acquistato dal Torino: sono oltre 5 i miliardi messi sul piatto dal presidente Gian Mauro Bersano, nell’estate del 1991 il tecnico Emiliano Mondonico può contare su un nuovo attaccante. E saranno le stagioni più intense dagli anni Novanta ad oggi.

Casagrande non segnerà tantissimo, appena 18 gol in 69 apparizioni complessive nei due anni in granata, ma saranno reti pesantissime. E soprattutto indimenticabili, per lui e per il popolo granata. Il mese da sogno è l’aprile 1992, è in quei 30 giorni che diventa un eroe. Perché prima segna il fondamentale gol del 2-1 al Bernabeu contro il Real Madrid, poi con una doppietta stende le Merengues al ritorno al Delle Alpi regalando la finale di coppa Uefa, in mezzo altre due marcature per il 2-0 nel derby contro la Juventus. Casagrande è il bomber di Mondonico, lo confermerà anche in finale contro l’Ajax: realizza il secondo gol 2-2 casalingo contro gli olandesi, un risultato che lascia speranze per il ritorno. In Olanda, però, si materializza il dramma del Toro, con i tre pali colpiti che inchiodano il risultato sullo 0-0 e permette ai lancieri di conquistare il trofeo. Uno dei legni fu centrato proprio da Casagrande, quello resta il suo più grande rimpianto.

Dopo due anni in granata torna in patria, in Brasile, dove tra Flamengo, Corinthians, Paulista e Sao Francisco chiuderà la carriera nel 1996. Casagrande ha anche scritto un’autobiografia, “Casagrande e i suoi demoni”, in cui ha raccontato il dramma della sua dipendenza dall’alcol. Ne è uscito, superando anche un infarto che lo aveva colpito nel 2015.