LIVE - Vagnati: "Fare punti e mettere la squadra e lo staff tecnico nelle condizioni migliori. Non si pensi al mercato". Cairo: "Vagnati tempo fa mi stava un po' sulle palle. Invenzioni i nomi del post-Longo, noi lo appoggiamo"

23.05.2020 12:59 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Torino Channel
Davide Vagnati
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Davide Vagnati
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Il neo direttore sportivo del Torino, Daniele Vagnati, fra poco sarà presentato in conferenza stampa riservata ai giornalisti della carta stampata e trasmessa in diretta su Torino Channel, canale 234 di Sky. Ad accompagnare Vagnati anche il presidente Urbano Cairo

PER PRIMO PRENDE LA PAROLA CAIRO - "E' bello poter tornare tornare allo stadio, l'ultima volta che sono stato qui era il 7 marzo per un'amichevole contro l'Alessandria. Mi ero ripromesso di venire più spesso a Torino per stare vicino alla squadra e incitare i ragazzi, ma purtroppo il Coronavirus ha imperversato e c’è stato il lockdown. L'8 marzo mi contattò l'Ansa per chiedermi cosa ne pensassi e dissi che bisognava pensare al paese e non al campionato. La situazione è complicata. Lessi un'intervista di Galli che diceva che il trend poteva portare al raddoppio dei contagi ogni 4 giorni e facendo un conto veloce calcola che si rischiava di passare a quasi 100mila contagi entro il 27 marzo e che si rischiavano 50mila morti. Bisognava ferare tutto per arrestare il contagio. Il lokcdown è servito ad arginare il contagio ei tanti paesi non lo hanno fatto ora ne stanno pagando le conseguenze e hanno problemi notevolissimi. E' una situazione senza precedenti, si deve tornare ai tempi della spagnola per problematiche simili. E' una situazione grave anche dal punto di vista economico Se riuscissimo ad arginare i contagi tutto sarebbe più controllato e si potrebbe ripartire in sicurezza"..

Il presidente passa a presentare Vagnati: "Siamo qui per presentare Vagnati e sono contento di poterlo fare. Devo essere sincero: mi stava un po' sulle palle. Nel 2016 ci eravamo incontrati  per Alfred Gomis: noi prendemmo Hart e con Vagnati per Alfred trattò Petrachi. E' stata durissima, da subito mi è stato  antipatico. Ma quando incontro persone che durante le negoziazioni mi fanno disperare mi fanno una buona impressione, infatti, da subito mi è sembrato bravo. Con il tempo abbiamo fatto altre operazioni per Bonifazi e Valdifiori. Ci siamo conosciuti meglio e ne è nato un rapporto positivo per questo ho pensato a lui per ciò che voglio per il prossimo anno. E' giovane, fa fame ed è voglioso di fare bene, ma è anche una persona umile, ha un atteggiamento giusto e non fa voli pindarici stando con i piedi per terra. E’ una caratteristica che piace anche ai tifosi".

Come sta vivendo in questo periodo?
"La prossima settimana verrò a Torino per incontrare i ragazzi che vogliono ricominciare bene. Dobbiamo finire il campionato facendo ciò che avevamo fatto di buono in precedenza. Dobbiamo ritrovare compattezza perché non abbiamo tanti punti e ne abbiamo buttati via tanti. Dobbiamo ricominciare da quella fame che è fondamentale. Crediamo in Longo, l'avevo scelto a febbraio e poi non ha avuto il tempo per lavorare. C'è grande fiducia e stima nel mister, l'ho sentito spesso in questo periodo”.

Sul possibile cambio di allenatore:  “I nomi che ho letto sono totalmente inventati e sono di fantasia. Non ci sono notizie e allora bisogna aiutarsi e lavorare di fantasia, ma si è andati al di là dell'immaginabile. Siamo in totale appoggio a Longo".

Cosa ne pensa della rosa e del campionato che sta facendo la squadra?
"Si deve far rendere al meglio i giocatori. Negli anni passati le rose hanno dato probabilmente più frutti di quanto si potesse sperare, tranne forse l'ultimo anno di Ventura. Con Mihajlovic eravamo partiti bene e l’anno scorso con Mazzarri è stato fatto un campionato di grande livello. Quest'anno abbiamo iniziato prima per i preliminari d’Europa League e c’è stato l'inciampo con il Wolverhampton che era la squadra peggiore che ci potesse capitare, e in campionato si sono verificati troppi up and down rispetto agli investimenti fatti e al monte stipendi. Non si è verificato quanto ci saremmo aspettati. Tutti hanno responsabilità, anche la società. Non so cosa sia successo. Ci eravamo rafforzati rispetto all’anno precedente, ma le qualità si sono viste soltanto a sprazzi. Non basta indossare la maglia del Toro affinché arrivino automaticamente i punti, semmai, forse, è più difficile".

Che sensazioni ha sul futuro del campionato?
"Si naviga a vista, adesso sono ripresi gli allenamenti collettivi. Bisognerà capire quali saranno le decisioni del Governo sulla ripartenza e se ci sarà. E poi si dovrà sapere cosa fare nel caso ci fosse un altro stop. Si leggono tante cose, ma deve essere tutto ben codificato e regolamentato per i organizzarsi. Cambiare le regole in corso non è mai cosa giusta. Play-off e play-out avvengono in altri campionati e altri sport, ma non condivido il modificare le cose in corsa. Non credo sia giusto. Vedremo cosa accadrà, oggi è difficile dirlo".

Cosa l’ha spinta a cambiare direttore sportivo visto che la stagione è in corso?
"Prima della fine di maggio è il momento in cui un direttori sportivi cominciano a lavorare in vista della nuova stagione. Si può decidere di tenere tutti i giocatori, ma poi serve la capacità di gestire chi magari ha idee diverse. Una volta le rose restavano le stesse per diversi anni, ma oggi non è più così. Ringrazio la Spal per avere lasciato libero subito Vagnati, questo gli permetterà di conoscere l'ambiente. Serve il suo supporto subito e credo sia un buon modo per ricominciare chiudendo bene e ripartendo ancora meglio".

Lo stop forzato può aver mandato un messaggio sbagliato ai giocatori?
"Sono una persona positiva e ho mantenuto una grande attività visto che sono nel settore dell'informazione, ma è anche giusto vedere che cosa c'è tutto intorno Qualora ripartissimo dovrà esserci una feroce determinazione da parte di tutti in modo che si facciano le cose al meglio presentandoci alla prima partita nelle condizioni migliori. Si deve cambiare marcia rispetto agli up and down che abbiamo avuto in precedenza. Dovremo dare tutti l'anima come fossimo un sol uomo, in modo da ottenere il risultato migliore".

Si giocherà a porte chiuse, come sarà un calcio senza tifosi?
"Mi adatto velocemente alle situazioni e ai momenti per cui non mi fa effetto.  Speriamo di poter riprendere al più presto una vita normale, ma viviamo una situazione senza precedenti. Dall'8 marzo ogni sera vado al Corriere per stare vicino al direttore e dargli il mio appoggio. Lo faccio perché tutti devono sapere che il loro editore è in prima linea, è un valore importante. Il popolo italiano è stato straordinario in questo periodo , ha dimostrato d avere una grande coscienza civica. Il nostro paese potrà ripartire bene, ci sono imprenditori con grande creatività. Tutto riprenderà alla grande, ci credo e lavoro in questa direzione".

LA PAROLA A VAGNATI

"Come prima cosa vorrei ringraziare la Spal. Al Torino ho una grande responsabilità dovendo lavorare per una società così importante impone. In questi giorni ho cercato di farmi conoscere da tutti i collaboratori, anche da quelli del settore giovanile. Da ragazzo quando giocavo ho perso spesso contro il Torino perché qui si fa un grande lavoro sui ragazzi e sulla programmazione. Questa è stata una settimana di conoscenze, ho parlato con tutti i giocatori. Siamo pronti a partire, se ci faranno ripartire".

Ci racconta i primi giorni al Torino?
"Volevo conoscere le persone che lavorano in questa società, la volontà è di cercare di migliorare il più possibile. Ho spiegato le mie idee e la voglia di costruire qualcosa per cui cercheremo di tirare fuori il meglio da tutti. Ho cercato di responsabilizzare i giocatori che devono avere l'obiettivo di salvarsi. Serve indossare il caschetto, non è scontato salvarsi. Solo con la maglia non si fanno i punti, ma occorre il sudore e la vicinanza al mister. Ho letto tanti nomi di allenatori, ma non fanno bene. Il bene per tutti è fare più punti possibile. Siamo convinti di avere il miglior allenatore possibile per l'obiettivo che abbiamo, c’è grande fiducia nel mister e nei ragazzi. Dobbiamo restare uniti e portare a termine la stagione".

Longo sarà l'allenatore del futuro?
"Nel calcio siamo tutti in discussione ogni giorno. L’unico indispensabile è il proprietario che mette i soldi. Tutti possiamo guadagnarci o meno la fiducia della società, ma non bisogna dare nulla per scontato. I professionisti s valutano sul campo e noi valuteremo. Sono i risultati a fare la differenza: non solo quelli numerici, ma anche quelli relativi alla condivisione del progetto e alla valorizzazione dei giocatori. Io non sono preoccupato perché il Toro ha una grande squadra e questo è un dato oggettivo. Saranno gli altri a doversi preoccupare quando affronteranno il Toro, questo è ciò che ho cercato di far capire ai ragazzi. L'anno scorso non è stato un caso e va solo ripreso il cammino. Starò vicino ai giocatori perché il loro valore reale non è quello che si è visto sul campo in questa stagione".

Il mercato come cambierà?
"Quando si attraversa un periodo di crisi come questa che è a livello mondiale c’è un punto interrogativo sulle risorse e sugli sponsor. E' evidente che lo scambio di calciatori potrà essere un qualcosa di vantaggioso. La creatività o anche prendere magari giocatore meno sconosciuto saranno cose molto importanti, così come sarà altrettanto importante lo scouting".

Cosa le ha chiesto il presidente?
"Fin da subito abbiamo parlato di cose concrete. La programmazione sarà fondamentale, ma adesso è fondamentale fare punti e mettere la squadra e lo staff tecnico nelle condizioni migliori. Ci stiamo concentrando per raggiungere questo obiettivo per cui esorto tutti a non pensare al mercato, ma solo a stare vicino ai ragazzi".

Come ha organizzato il suo scouting?
"Lo scouting è importante per tutte le società. Mi piace andare a vedere partite all'estero. Il direttore sportivo più bravo è quello che sbaglia meno per cui semmai voglio sbagliare con i miei occhi".

Ha un modello di riferimento?
"Quando ho smesso di giocare i miei ex compagni mi dissero che ero portato per fare il direttore sportivo. Non avevo un idolo, posso dire che ne sono alcuni che ce ne sono di molto bravi, ma non mi sembra corretto fare nomi".

Come inposterà il mercato?
"Il mio lavoro è a 360 gradi e non farò mai dei nomi. Serve rispetto per chi sta lavorando. Con Cairo devo essere a disposizione anche di notte, devo essere sempre pronto. Un buon dirigente deve stare sempre e costantemente sul pezzo. Adesso dobbiamo avere fiducia in questi ragazzi".

Ci racconta il suo primo incontro con Belotti?
"Gli ho parlato e mi ha fatto vedere con i fatti la sua professionalità e il suo attaccamento ai valori del Toro. E’ in una condizione psico-fisica importante e si sta allenando molto bene. E’ in ottime condizioni".

Ha riscontrato carenze nella rosa dopo i primi allenamenti?
"Sono un discreto podista, ma non mi occupo di parte atletica. Lo staff sta lavorando affinché la squadra raggiunga una condizione accettabile. Piano piano bisognerà ri-condizionare tutti i ragazzi. Non è mai successo che il campionato si fermasse e si ritornasse a giocare a temperature altissime, è una cosa strana. Dovremo farci trovare subito pronti. L'aspetto più importante è quello psicologico e ho visto ragazzi consapevoli della loro classifica e vogliosi nel cercare di dimostrare il loro valore".

C'è preoccupazione in vista della ripresa?
"Non ho preoccupazioni, sono convinto che abbiamo una squadra forte, ma che deve capire il proprio valore. Non sono preoccupato, ma soltanto voglioso di far capire ai ragazzi che devono togliersi determinate paure".

La conferenza è terminata