Niang ha deluso: tenerlo? Mah. Collocarlo altrove? Non sarà facile

L’attaccante è il giocatore che finora è costato di più a Cairo. Né con Mihajlovic e neppure con Mazzarri ha reso per quanto avrebbe potuto e dovuto.
08.05.2018 10:51 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Niang ha deluso: tenerlo? Mah. Collocarlo altrove? Non sarà facile
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Con il Napoli Mazzarri ha dato una grande possibilità a Niang di far vedere quello che può valere, ma lui non l’ha sfruttata appieno perché se da una parte è vero che soprattutto nel primo tempo era isolato là davanti avrebbe, comunque, potuto fare di più per cercare di mettersi al servizio della squadra. Poi nel secondo tempo, fino a quando è rimasto in campo, ha indubbiamente fatto un po’ meglio arrivando a mettere in apprensione la retroguardia partenopea scaraventando, però, la palla sull’esterno della rete e non dentro. Nel complesso è stato farraginoso quando aveva la palla e frenetico quando doveva difenderla dimostrando di non saper leggere con freddezza e lucidità le situazioni, avrà anche in più di un’occasione ripiegato per dare una mano ai compagni, ma a tratti è pure stato avulso dal gioco. Magari Mazzarri gli darà ancora altre chance nelle restanti due gare di campionato contro la Spal e il Genoa, squadre di livello ben più modesto rispetto al Napoli, però, dopo una stagione con più alti che bassi non basterebbero due prestazioni anche più che positive per far dire che Niang non sia stato una delusione, sia all’inizio con Mihajlovic che lo aveva scelto sia adesso con Mazzarri, e di conseguenza far pensare che, se il Torino vuole veramente nel prossimo campionato puntare a un posto che lo riporti in Europa, un giocatore come lui sia del tutto adatto, pur avendo doti fisiche, atletiche e anche una discreta tecnica.

Niang è stato il calciatore che è costato di più da quando Cairo è presidente del Torino, infatti, l’estate scorsa è arrivato in granata con la formula del prestito oneroso, due milioni di euro, e con l’obbligo di riscatto fissato a dodici più uno eventuale di bonus che dovranno essere pagati a fine stagione, quindi, fra poco. Il giocatore ha ventitré anni e di conseguenza può riuscire a dare una svolta in positivo alla sua carriera che si sta avviando, se continuerà come ha fatto nelle ultime stagioni al Milan, al Watford e poi anche in questa al Torino, ad annoverarlo fra le eterne promesse del calcio. Proprio prima della partita con il Napoli Mazzarri aveva detto di lui che: “Si allena bene, è su di morale e da quando gli è nata la bambina è più presente e attento e si comporta bene”, segnali incoraggianti, ma che in campo non lo fanno ancora esprimere sui livelli che ci si aspetterebbe. Non è dato sapere se Mazzarri voglia puntare su di lui per il prossimo anno, ma nel caso dicesse alla società che può cederlo o collocarlo altrove non sarà facile. Cederlo vorrebbe dire che il Torino accetta di fare una minusvalenza perché è ben difficile che qualche club decida di pagare per lui anche solo la stessa cifra che alla fine costerà ai granata. Darlo in prestito nella speranza che si rilanci e di conseguenza si valorizzi per essere ceduto senza perdita economica è altrettanto arduo. In Italia è molto difficile per non dire improbabile che ci sia qualcuno disposto a dargli una chance e dall’estero non c’è la fila. Oltretutto Niang ha rotto con il suo procuratore il potente Mino Raiola ed è stato lo stesso giocatore a renderlo noto su Twitter lo scorso tre maggio: “Je n’ai pas pour habitude de m’exprimer sur ce sujet mais pour que cela soit clair, je ne suis pas représenté par Mino Raiola et bien par ma famille” (“Non è mia abitudine esprimermi riguardo a questo argomento, ma al fine che sia chiaro io non sono rappresentato da Mino Raiola bensì dalla mia famiglia”). Non resta che aspettare gli eventi, ma una cosa è certa: il Torino non può permettersi il lusso di avere in rosa un Niang come quello che si è visto in questa stagione.