Prove di salto di qualità per il Torino: la prima con l’Udinese

Giocare l’intera partita su livelli buoni senza concedere momenti o interi tempi agli avversari è il primo step che deve superare la squadra di Mazzarri per andare in Europa.
11.09.2018 11:12 di  Redazione TG   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Baselli e Mazzarri
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Baselli e Mazzarri
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Una frase molto in voga nel Torino Fc negli ultimi anni è stata: “Questa squadra può giocarsela con tutti”. Frase pronunciata il più delle volte dopo una partita giocata in modo discontinuo quando fronteggiando formazioni di livello si erano alternati momenti o persino un tempo negativo ad altri momenti oppure anche una frazione di gioco positiva e con la gara terminata con una sconfitta o con un pareggio che lasciava rammarico. Per la verità questa frase si è sentita anche al termine di match con squadre di pari o inferiore livello pronunciata per cercare di spostare l’attenzione sui momenti positivi e cercare di far passare in sordina quelli negativi che avevano influito sul risultato che era stato inferiore alle aspettative o comunque positivo, ma sofferto fino all’ultimo istante. Così è stato anche nelle prime tre partite di questo campionato, tutte e tre caratterizzate da primi tempi giocati dagli uomini di Mazzarri molto sotto tono e da riprese di livello decisamente superiore. Come si sa in queste tre gare il Torino ha affrontato Roma, Inter e Spal, alternando gare in casa e in trasferta, e ha racimolato tre punti: il pareggio con i nerazzurri e la vittoria con i biancazzurri. In assoluto potrebbe essere anche un avvio di campionato non male, ma resta l’enorme interrogativo sul fatto se il Torino avesse giocato anche i primi tempi come i secondi i risultati finali sarebbero stati gli stessi o superiori? E’ evidente che poi dire “Questa squadra può giocarsela con tutti” ha una sua logica, ma è anche altrettanto vero che non fotografa nel complesso ciò che è avvenuto in campo perché guardando da un’ottica opposta si potrebbe anche dire che la squadra fa fatica con tutti.

Mantenendo un atteggiamento positivo e volendo ripartire dai secondi tempi delle partite con Roma, Inter e Spal già domenica pomeriggio con l’Udinese il Torino è chiamato alla prima di tante prove per fare il famoso salto di qualità. Se in Friuli prima di tutto giocherà bene per tutta la durata della partita e se al termine porterà a casa anche i tre punti allora un primo passettino in avanti sarà stato fatto, pasettino che dovrà poi essere confermato in tutte le gare successive. Ovviamente non si pretende che gli uomini di Mazzarri vincano tutte le gare, ma che le disputino senza regalare agli avversari momenti o interi tempi questo assolutamente sì. Eccome se lo si pretende. Al Torino è bandito dire che l’obiettivo stagionale è arrivare a un posto utile per disputare l’Europa League, ma tutti sanno che è il segreto di Pulcinella e che questo traguardo è ciò che è stato chiesto ad allenatore e giocatori tanto più che il presidente Cairo mai prima di questa estate aveva speso tanto, ben cinquantuno milioni, per allestire la squadra. A fine stagione si potrà stabilire se i soldi sono stati spesi bene oppure no, ma per adesso l’aver tenuto Sirigu, N’Koulou, Baselli, Falque e Belotti, aver preso Izzo, Soriano e Zaza più alcuni giocatori di belle speranze come Aina, Bremer e Meïté (su Djidji non si può ancora dire nulla perché non lo si è visto in azione), fatto rientrare alla base Lukic e Parigini, promosso in prima squadra Ferigra e continuato a puntare sulla crescita di Edera comporta che si voglia che la squadra dia risultati superiori a quelli degli anni passati. Magari non sarà sufficiente per battere l’agguerrita concorrenza per l’Europa League, ma avere una maggiore continuità nelle prestazioni in ogni partita e non gettare alle ortiche punti con squadre alla portata è il minimo sindacale e su questo non si può transigere.