Ventura: "Costruite le fondamenta si deve erigere l'edificio"

Bisogna stabilire se si vuole costruire una casa rurale o un grattacielo. Il Bari si chiuderà come fanno tutte le squadre che affrontano il Torino. Dubbi per il ruolo di Antenucci: punta o esterno. Piacere per l'esordio in Nazionale di Ogbonna.
12.11.2011 15:22 di  Elena Rossin   vedi letture
Ventura: "Costruite le fondamenta si deve erigere l'edificio"
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© foto di Luigi Gasia/TuttoNocerina.com

Torino-Bari tra presente e passato per Ventura che nella consueta conferenza stampa che precede la partita ha in parte celato le tante emozioni che affollano la sua anima in queste ore e che solo il fischio dell’arbitro, che sancirà l’inizio della partita, accantonerà per ritornare poi alla fine. “La partita con il Bari – dice Ventura – mi permetterà di rivedere degli amici, ma è una partita come le altre (tutti gli perdoneranno questa veniale bugia, ndr) e sarà quindi difficile perché loro, come hanno finora fatto praticamente tutte le squadre che abbiamo affrontato, chiuderanno tutti gli spazi. Il Bari, malgrado le vicissitudini societarie, sta facendo bene, soprattutto in trasferta, e se non avesse perso un paio di partite sarebbe in piena zona playoff. Il periodo trascorso a Bari fa parte del mio bagaglio e alcuni momenti sono sotto la voce emozioni e nessuno potrà cancellare i rapporti umani che ho instaurato in quella città. Momenti che ricordo in modo particolare sono stati gli esordi in Nazionale di Ranocchia e Bonucci e il primo gol di Kutuzov in serie A e di aneddoti ce ne sono tanti, ma voglio lasciarli stare perché ricordare è una cosa da vecchi (ride, ndr). Di Bari mi manca il mare e il sole e a quest’epoca c’è ancora gente che va in spiaggia in costume da bagno, però qui a Torino c’è il Valentino e tutti gli altri bellissimi parchi che conosco già talmente bene, che potrei scrivere un libro perché li ho esplorati andando in bicicletta. Le esperienze passate mi hanno portato qualche cosa che mi ha arricchito e gli errori che ho fatto a Bari non li rifarò mai più, ne potrò fare degli altri, ma non quelli”.

 

“Domani ai miei giocatori chiederò un’ulteriore crescita. Lo dico sempre che sono orgoglioso di loro per quello che fanno durante la settimana, perché la crescita avviene attraverso il lavoro e poi durante la messa in opera nella partita di quello che si è appreso. I miei giocatori ora lavorano per se stessi e per il Torino, molti di loro se andranno in A faranno bene e lo dico adesso in tempi non sospetti. A questo punto si può dire che le fondamenta sono state poste, ora bisogna stabilire se si vuole costruire una casa rurale o un grattacielo. I ragazzi hanno capito che dentro di loro hanno tanta roba e devono tirarla fuori, in questo momento c’è chi li aiuta a farlo, ma in futuro non sempre ci sarà chi farà questo e allora devono imparare a tirare fuori da soli quello che hanno”.

 

“Domani sera non so se vinceremo o meno, però c’è la voglia di fare. Il Bari ha organizzazione, un allenatore in crescita ed è una squadra che se sbagli ti castiga, infatti hanno vinto quattro partite in trasferta (Modena 0-1, Sassuolo 1-2, Crotone 0-1, Grosseto 0-1, ndr) e ha un organico di giocatori importanti come Forestieri, Defendi, De Falco e Donati, che non giocherà, e giovani interessanti quali Caputo e De Paula. A fronte delle quattro vittorie in trasferta ci sono state anche tre sconfitte (Padova 1-0, Reggina 3-1, Juve Stabia 1-0, ndr), per questo dico sempre che in B non si possono fare previsioni e che incontrare il Bari è come incontrare le altre squadre  che chiudono tutti gli spazi, forse l’unica che non lo farà con noi sarà il Pescara che gioca sempre per vincere, e per fare risultato dobbiamo essere sostanziosi come è accaduto quando abbiamo vinto. Finora la nostra miglior partita è stata quella con l’Ascoli, alla prima di campionato, quando abbiamo creato una decina di palle gol, poi a sprazzi mi sono piaciute le gare con Nocerina, Reggina e Verona. La formazione non posso dirvela perché non ho ancora deciso chi giocherà anche perché nel Bari sembra che siano tutti infortunati, forse partiranno per Torino in quattro (ride, ndr). A parte i lungodegenti Guberti, Surraco e Suciu, tutti gli altri stanno  bene. Devo valutare se Antenucci giocherà come punta o da esterno, visto che Verdi ha recuperato e Iori sarà uno dei quattro centrocampisti ”.

 

“In B vedere gioco spumeggiante e arioso è molto difficile perché non ci sono gli spazi. Se si attacca scriteriatamente si prendono gol. Io mancavo da questa categoria da due anni e ho notato che prima si poteva giocare un po’ di più, infatti mi ha un po’ sorpreso che sia così difficile provare a giocare, chiunque può prenderle da chiunque. I campionati si vincono con organizzazione, mentalità, compattezza della squadra, solidità mentale che vuol dire che se si perde una partita e anche quella successiva non bisogna abbattersi, bensì lavorare per migliorare. Nel calcio, come nella vita, ci vuole equilibrio: non ci si abbatte per una sconfitta e non si crede di aver già vinto tutto per una vittoria. Una squadra per vincere ha bisogno del sostegno di tutte le componenti, infatti Liedholm  quando vinse lo scudetto della stella con il Milan ringraziò tutti i giornalisti e in particolare quelli della “Gazzetta dello Sport”, che all’epoca erano i più autorevoli, dicendo che lo scudetto era loro; questo un po’ per piaggeria, ma soprattutto perché in quell’anno (1978-79, ndr) Rivera iniziava la sua parabola calante e infatti giocò meno di Antonelli, ma nessuno mise in piedi una polemica sul fatto che il grande campione non giocava sempre”.

 

“Sono contento per l’esordio in Nazionale di Ogbonna, soprattutto per lui. Gli ho mandato un sms dicendogli che era ora che esordisse, ma che facesse in fretta a tornare. Sul retropassaggio a Buffon era l’unica cosa che potesse fare  e nell’occasione il portiere ha avuto un attimo di ritardo nel muoversi. Esordire con la maglia azzurra crea sempre un po’ di emozione, per questo dico che se Angelo verrà utilizzato martedì tutti potranno vedere chi è realmente Ogbonna”.