Quando i cronisti riescono a rendere l'Italia più antipatica

Lo stesso Chiambretti "bacchetta" Caressa.
23.06.2013 20:12 di  Marina Beccuti   vedi letture
Quando i cronisti riescono a rendere l'Italia più antipatica
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Bisogna sempre premettere che il tifo è qualcosa che nasce dalle nostre simpatie personali, più o meno pilotate dai media e dalla pubblicità. C'è chi ama scegliere i top team per sentirsi meno frustrato dalle vicende quotidiane e chi invece va verso le squadre che hanno una storia diversa, magari non fatta solo di vittorie, ma anche di qualcos'altro che rimane profondo negli anni, anzi nei secoli, come il Torino. Poi c'è la Nazionale del proprio paese, quella per cui tutti si fermano quando gioca, soprattutto per le partite che contano, come Europei, Mondiali e anche in questa Confederations Cup. Poi ci sono coloro che non guardano mai una partita di calcio se non quelle della propria Nazionale e pensano di conoscere il calcio e di esaltarsi quando segna, al punto da diventare i più antipatici quando urlano.

Non tutti però si sentono così nazionalisti da amare l'azzurro, magari perchè in questo momento l'Italia, parlando in termini politici, economici, morali e culturali, non ha niente da offrire se non rabbia e spesso anche vergogna. Così anche la Nazionale di calcio, fatta spesso di giocatori che magari li vediamo come nemici in campionato, ci può essere antipatica, soprattutto perchè un tifoso granata amerebbe vedere anche Cerci in campo, che certamente non sfigurerebbe, visto che Prandelli si ostina a far giocare Buffon che ormai è ai titoli di coda come super portiere. Comunque sia possono esserci italiani che amano altre nazionali, che magari hanno esultato per la vittoria dei verde-oro, anche se non hanno disputato una grande partita e l'Italia nella ripresa ha fatto il suo dovere. Ma ogni volta che il cronista di Sky, come della Rai, passando da un canale all'altro per vedere quale dei due era più sportivo, urlava saliva il nervosismo verso il loro commento più da Istituto Luce che da cronisti di calcio, dove è comprensibile parteggiare per il proprio paese, ma che a volte li rende poco attraenti e molto parziali, come vedere in ognuno dei quattro gol brasileri un fallo, un fuorigioco, un'anomalia, anche se l'arbitro non era nella sua giornata migliore. Il massimo è stato quando Caressa su Sky ha detto che le simulazioni di Neymar (favoloso mezzo indio verde-oro) in Europa sarebbero state punite più severamente e lui per risposta ha segnato un golasso su punizione dal limite al povero portiere juventino. Come se in italia non conoscessimo la parola simulazione.

Lo ammetto, il gesto dell'ombrello verso la televisione l'ho fatto e virtualmente ho abbracciato quel Neymar che riaccende la passione per il calcio ogni volta che scende in campo. Alla faccia dei cronisti esageratamente di parte, spesso davvero pesanti da sopportare, allora è meglio abbassare il volume e godersi del bel calcio in silenzio, a parlare ci pensano loro che vanno in campo. Un noto tifoso granata come Piero Chiambretti ha scritto su Twitter: "Ieri Caressa ha dato il meglio. Quasi come la difesa della nazionale". Inguaribili bastian contrario i tifosi del Toro!