Buon Natale, e speriamo che Cairo finalmente inverta la marcia e rinforzi la squadra

25.12.2020 08:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Urbano Cairo
TUTTOmercatoWEB.com
Urbano Cairo
© foto di Image Sport

Il pareggio del Torino con il Napoli ha portato un briciolo di speranza che i granata possano, seppur a fatica e lentamente, incamminarsi sulla strada della salvezza. Certo è andata in scena l’ennesima rimonta, per la precisione siamo a nove in quattordici partite, e il gol di Insigne è il numero trentadue che è stato incamerato e seppur sia stato una perla da cineteca il giocatore partenopeo doveva e poteva essere fermato prima che tirasse, ma per novantuno minuti il Torino è stato complessivamente superiore al Napoli, per la verità non in un buon periodo però comunque questo non deve prevalere sul giudizio. Ed è questo il barlume che riaccende un po’ di speranza insieme al fatto che i giocatori sono apparsi meno concentrati sul proprio orticello e che non sembrano aver voltato le spalle al loro allenatore, Emblematico in tal senso l’abbraccio a Giampaolo di Izzo dopo il gol segnato e visto che arrivava da un giocatore che aveva fatto tanta panchina e veniva tenuto in considerazione come terzino e non come difensore centrale, suo vero ruolo, un significato importante il gesto lo ha tanto più che in partita il mister lo aveva riportato a giocare nella posizione consona.

E’ triste che nonostante tutto il Torino sia rimasto all’ultimo posto in classifica solo soletto proprio quando si è intravisto il barlume che riaccende un po’ di speranza, ma anziché deprimere questo deve essere uno stimolo positivo per la squadra, per l’allenatore e soprattutto per Cairo. Sì, proprio per Cairo perché adesso tocca a lui capire se Giampaolo ha la forza di far risalire la china al Torino e soprattutto è lui il primo a dover invertire la marcia e rinforzare per davvero la squadra senza farsi influenzare dalla fiammellina che con tanta fatica e non senza errori il mister e i giocatori stanno tenendo accesa. Proprio perché si tratta di una fiammellina deve essere alimentata per non spegnersi e il mercato che aprirà il 4 gennaio è l’ancora di salvezza di questo Torino.

Serve un confronto franco tra i giocatori e il presidente: chi vuole essere ceduto lo dica chiaramente. Poi in base a questo toccherà a Cairo mettere mano al portafoglio e comprare i calciatori di qualità che servono all’allenatore e vendere appunto chi vuole andarsene. Non farlo e per giunta non essere tempestivi soffocherebbe la fiammellina. Non è tempo di giocare d’azzardo e Cairo non faccia come negli scorsi mercati di gennaio che non ha comprato oppure quando lo ha fatto ha preso giocatori che non hanno dato nessun contributo. Per essere chiari i Carlão e gli Iturbe non servono. I giovani promettenti, su tutti Buongiorno e Singo, devono essere tenuti e fatti giocare oppure se non si potesse utilizzarli con continuità mandati a farsi le ossa dove possano realmente crescere e non dove finiscano per interrompere la loro maturazione. Se Sirigu è realmente convinto di restare è il miglior portiere, per esperienza e capacità, che il Torino può avere e non solo per questa stagione perché ha quasi 34 anni e non è ancora da pensionare. Spendendo il giusto e valutando bene i giocatori, dal punto di vista fisico, delle caratteristiche tecniche e della personalità si trovano rinforzi adeguati, magari non sono nomi che tutto subito accendono l’entusiasmo dei tifosi, ma lo fanno in seguito a suon di prestazioni come hanno fatto Glik, Moretti e persino Belotti. A gennaio fare mercato è più difficile rispetto che in estate, ma questo non deve essere preso come alibi poiché con impegno e determinazione si possono trovare i giocatori giusti.
Buon Natale, e speriamo che Cairo finalmente faccia ciò che è necessario.