Giocare per l’Europa e l’orgoglio di essere del Toro: Juric ha fatto suoi questi concetti, ma devono permeare tutti

14.04.2024 08:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Ivan Juric
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Ivan Juric
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Per non galleggiare soltanto, per onorare la storia e averne un futuro degno servono due cose al Torino: giocare sempre per l’Europa e avere l’orgoglio di essere del Toro. Juric lo ha capito e ha fatto suoi questi concetti. Buongiorno lo sa perché è un figlio del Filadelfia, inteso come quel Filadelfia che c’era ben prima che nascesse. Quello degli Invincibili, di Pozzo, di Cozzolino, di Bonetto, di Vatta, di Pianelli, di Ferrini di quello che ha fatto dire a Mondonico in occasione di un derby “Noi siamo gli indiani contro i cowboys, chissà che una volta gli indiani non vincano la loro battaglia”. Ma occorre che nel Torino tutti lo sappiano e che anche nell’ambiente granata all’unisono tutti spingano affinché lo spirito Toro sia il motore propulsore senza che si finisca per accontentarsi in nome del calcio che è cambiato e che società come quella granata non riescono a competere con i colossi che spesso sono tali perché del fair play finanziario se ne fanno un baffo tanto se anche lo infrangono e ignorano non ne pagano le conseguenze o quasi.

Ieri dopo un derby pareggiato zero a zero che tutti, prima e fino al tiro di Lazaro finito alto al 94’, speravano di riuscire finalmente a vincere, l’ultima volta fu il 26 aprile 2015, Juric ha ribadito questi concetti nel post gara prima ai microfoni di Dazn: “E' un peccato il colpo di testa al 94', perché la squadra ha fatto un secondo tempo spettacolare, avendo tanti angoli e alcune occasioni. C'è tanto dispiacere perché il secondo tempo è stato davvero di alto livello. Siamo una squadra leggerina, non abbiamo grande forza, oggi abbiamo creato tanto giocando bene e stando bene sul campo, poi è chiaro che se ti manca un pezzo di qua e uno di la è questo che ti impedisce di vincere queste partite. Abbiamo fatto benissimo in questi tre anni, ma è chiaro che abbiamo perso tanti giocatori, per scadenza di contratto o per prestiti, l'elenco è lungo. Questi giocatori sono stati sostituiti bene, ma magari acquisisci da una parte e perdi da un'altra. La squadra da parecchi mesi sta facendo bene, gioca come si deve, costruisce e crea, ma ci manca quel pezzo per andare più in su. Segniamo poco, ma se guardiamo la storia di tanti giocatori che abbiamo è sempre stato così, a noi mancano i gol dei terzini  e dei centrocampisti. Dobbiamo avere pazienza, lavorare, le basi sono ottime, magari riusciamo a trovare quel qualcosa che ci manca. Io qui mi trovo benissimo, sono orgoglioso dei ragazzi e vado d'accordo con tutti, c'è una grande armonia e volevamo ottenere una grande vittoria per i tifosi. Ci mancano altre partite, vogliamo fare il massimo, il Toro deve giocare per l'Europa, l'ambizione deve essere questa".
E poi in conferenza stampa rispondendo alla domanda se adesso si sentisse più vicino alla permanenza al Torino dopo che qualche tempo fa aveva detto che la sua permanenza, ha il contratto in scadenza a giugno, non avrebbe avuto senso se non fosse riuscito a portare il Toro in Europa. "Non posso rispondere perché non ne stiamo parlando di questi argomenti, adesso stiamo lavorando e questo è importante. Per me – ha sottolineato Juric - ci vuole anche tempo per capire certe cose, sono convinto che la storia del Toro è tale che deve lottare per l'Europa e fare di tutto sempre per lottarci che ci riesca oppure no, ma avere un livello alto perché è questo che ci si aspetta. Questo per la storia e per quello che si sente e il mio discorso è tutto basato su questo: crescita, miglioramenti e consapevolezza di dove siamo. Magari ero felice, ma non capivo il malcontento, ora invece lo capisco. Negli ultimi 3-4 mesi sono molto soddisfatto e felice della società e dei giocatori, oltre che dei tifosi che incontro per strada e di tutto. C'è un'armonia che si vede in campo. Anche oggi lo stadio è stato favoloso ed ero proprio orgoglioso di essere del Toro. Un ambiente bellissimo. Poi l’importante è lavorare, fare il massimo Siamo tutti amici e poi si deciderà cosa sarà il meglio per tutti quanti". E poi rispondendo a un’altra domanda se le dispiacerebbe andare via senza aver vinto un derby, su sei ne ha pareggiati due (l’atro il 18 febbraio 2022) e persi quattro, ha affermato: “Questo mi dispiace tantissimo. Con il tempo non è che uno si adatta però riesce a capire la mentalità del posto dove è. Magari non sei d'accordo su certe cose, ma poi le fai tue. La mia idea di Toro è quella che ho espresso prima".

Al Torino serve qualche cosa di più per andare oltre. Sia chiaro oltre non è la pretesa di vincere lo scudetto o giocare in Champions, magari potesse esserlo, ma è qualificarsi per gli spareggi per la Conference League e poi superarli o proprio se si vuole esagerare accedere all’Europa League. E il qualche cosa di più è aumentare la qualità della rosa che tradotto significa non cedere i migliori e prendere qualcuno che sappia davvero fare la differenza a centrocampo e in attacco. E questo permetterebbe di giocare per l’Europa. In parallelo, anche grazie a questo, tutti dovrebbero provare orgoglio di essere del Toro.