Torino, ha ancora senso la contestazione?

13.01.2020 17:12 di  Marina Beccuti  Twitter:    vedi letture
Torino, ha ancora senso la contestazione?
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Il Toro vince e, anche se non convince appieno come gioco, i punti per la rinascita in classifica sono stati fatti e il passaggio ai quarti di finale di Coppa Italia è stato archiviaot con successo, dunque la squadra il suo contributo lo sta dando. Merito anche di Mazzarri che ha saputo sopperire in modo egregio alle tante assenze e ha tenuto fuori dalle vicende extra calcistiche la squadra.

Ieri bocca cucita da parte del mister sul perchè della contestazione, che non riguarda la squadra. I fischi o i mormorii di disappunto non piacciono al gruppo dei giocatori. L'ha ribadito Sirigu in settimana e Belotti l'ha rimarcato ("Sono d'accordo con le parole sue", ha detto ieri nel dopo gara).

Mazzarri può avere tanti difetti, ma non quello di arrufianarsi la tifoseria, non come altri tecnici precedenti, questo non gli crea le simpatie giuste, ma un tecnico non deve essere simpatico, non fa lo showman, deve capire di calcio. Per questo non avrà mai gli applausi dai tifosi più intransigenti del Toro, quelli che vivono ancora nel passato e sanno solo criticare.

Una delle cause della contestazione, o del malumore, sono le porte chiuse del Filadelfia? Ma come si fa a pretendere che siano aperti i cancelli in un clima simile? Per portare zizzania in campo, quando la squadra ha bisogno di stare serena?

Il calcio è cambiato, vero, ma anche i tifosi si sono, per così dire, imbastarditi, come sui social, rasentano la cattiveria e l'essere vigliacchi, andare a vedere la squadra solo per criticarla, per fare battute velenose e via di questo passo. Come succede sui social, dove molti si nascondono dietro ad un nickname e non hanno il coraggio di metterci la faccia.

Tutti hanno il diritto alla protesta, ma adesso i tifosi critici ad oltranza si domandino se è il caso di contestare ancora, magari manipolati da chi ha altri interessi. Se vogliono contestare l'operato di Cairo nei suoi anni di presidenza lo facciano pure, ma la squadra e il mister devono restarne fuori. Loro il dovere lo stanno portando avanti.